Viganò: in consiglio respinta la mozione della Lega Nord sul referendum lombardo
È stata una mozione presentata dal gruppo consiliare Lega Nord Padania ad aprire il consiglio comunale di Viganò, giovedì sera.
Dopo un minuto di silenzio in ricordo di Alessandra Casiraghi, il sindaco Fabio Bertarini ha dato la parola al consigliere di minoranza del Carroccio Monica Sala. Al centro della mozione, il referendum del prossimo 22 ottobre.
"Il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta a promuovere la più ampia partecipazione popolare nel periodo precedente al referendum con ogni mezzo a disposizione per favorire la formazione nei cittadini di una valutazione delle conseguenze del referendum, oltre ad organizzare un incontro pubblico e apartitico sulle tematiche, per favorire la conoscenza e dunque il coinvolgimento dei cittadini", ha affermato Monica Sala, dando lettura del documento e di un commento scritto del capogruppo Maria Vittoria Sala, assente dall'aula.
"Con la mozione non si chiede di avviare una campagna referendaria a sostegno del si, ma di favorire la partecipazione ad un appuntamento storico. È un'opportunità inedita e non deve coglierci impreparati: dobbiamo essere messi in condizione di votare in modo consapevole e maturo. Comunque la si pensi, è fondamentale andare a votare perché questa partita storica sia giocata da tutti", ha affermato.
Critico il primo cittadino Bertarini che, pur dichiarando voto positivo al Referendum lo definisce "come disse qualcuno, una boiata pazzesca. Ci aspettavamo grandi cambiamenti dopo l'elezione di Maroni ma così non è stato. Con il voto abbiamo demandato al presidente della Regione la facoltà di decidere per nostro conto ed era suo compito intraprendere questa strada appena eletto. A sei mesi dalle elezioni, mi sembra un'iniziativa senza senso. L'iter è lungo, e se lui non dovesse essere rieletto? C'è rammarico per il tempo perso", ha affermato, aggiungendo anche una "risposta più istituzionale" alla mozione stessa. "Non potete impegnare qualcuno a lavorare per voi, o a fare qualcosa che potreste fare voi. È come se presentassi una mozione che impegna l'opposizione a fare determinati lavori. E dopo? Sareste obbligati a lavorare? Una nota della prefettura ricorda che fino alla conclusione delle operazioni di voto è vietato alle amministrazioni svolgere attività di comunicazione. Dal 22 settembre è vietato il lancio di volantini, la propaganda luminosa in luogo pubblico e così via, oltre ad usare risorse o strutture dell'amministrazione in merito. Se la mozione fosse approvata dovremmo svolgere azioni vietate dalle leggi, che vanno rispettate", ha concluso.
Alcune perplessità sono state espresse anche dal consigliere di maggioranza, Luca Rigamonti. "Credo che il referendum sia una spesa che potevamo risparmiarci. L'articolo 116 della costituzione consente l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia", ha ricordato, citando l'esempio dell'Emilia Romagna.
Immediata la replica di Sala. "Ci sono state anche cose positive, ad esempio gli aiuti per gli asili nido. Per il resto, non mi è piaciuta la frecciatina sul fatto che poi saremo obbligati a lavorare: quello che faccio è per dare una mano alla comunità", ha precisato Sala. "Era solo un esempio", la risposta del primo cittadino. "Non sono concorde nel presentare una mozione in cui date mandato al sindaco e alla giunta di fare qualcosa".
La parola, poi, al vicesindaco Cazzaniga. "Al referendum voterò si anche se ritengo sia una cosa che poteva essere evitata".
Anche l'assessore Ghezzi ha voluto esprimere la sua opinione. "Io non andrò a votare. Il presidente ha già ricevuto i poteri: si vota il presidente con la squadra e il suo programma. Alla Regione Lombardia contesto una cosa sola che mi è cara: la questione della politica socio sanitaria e sociale", ha affermato, illustrando alcuni esempi. "Avere più soldi da Roma non significa creare condizioni migliori. Avere più autonomie non significa avere più risposte. Preferisco un'Europa delle nazioni piuttosto che delle tribù".
La mozione è stata respinta con il solo voto favorevole della consigliere di minoranza Monica Sala che insieme alla capogruppo, l'aveva presentata.
Dopo un minuto di silenzio in ricordo di Alessandra Casiraghi, il sindaco Fabio Bertarini ha dato la parola al consigliere di minoranza del Carroccio Monica Sala. Al centro della mozione, il referendum del prossimo 22 ottobre.
Il consiglio comunale riunito a Viganò
"Il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta a promuovere la più ampia partecipazione popolare nel periodo precedente al referendum con ogni mezzo a disposizione per favorire la formazione nei cittadini di una valutazione delle conseguenze del referendum, oltre ad organizzare un incontro pubblico e apartitico sulle tematiche, per favorire la conoscenza e dunque il coinvolgimento dei cittadini", ha affermato Monica Sala, dando lettura del documento e di un commento scritto del capogruppo Maria Vittoria Sala, assente dall'aula.
"Con la mozione non si chiede di avviare una campagna referendaria a sostegno del si, ma di favorire la partecipazione ad un appuntamento storico. È un'opportunità inedita e non deve coglierci impreparati: dobbiamo essere messi in condizione di votare in modo consapevole e maturo. Comunque la si pensi, è fondamentale andare a votare perché questa partita storica sia giocata da tutti", ha affermato.
Prima a sinistra la consigliera leghista Monica Sala
Critico il primo cittadino Bertarini che, pur dichiarando voto positivo al Referendum lo definisce "come disse qualcuno, una boiata pazzesca. Ci aspettavamo grandi cambiamenti dopo l'elezione di Maroni ma così non è stato. Con il voto abbiamo demandato al presidente della Regione la facoltà di decidere per nostro conto ed era suo compito intraprendere questa strada appena eletto. A sei mesi dalle elezioni, mi sembra un'iniziativa senza senso. L'iter è lungo, e se lui non dovesse essere rieletto? C'è rammarico per il tempo perso", ha affermato, aggiungendo anche una "risposta più istituzionale" alla mozione stessa. "Non potete impegnare qualcuno a lavorare per voi, o a fare qualcosa che potreste fare voi. È come se presentassi una mozione che impegna l'opposizione a fare determinati lavori. E dopo? Sareste obbligati a lavorare? Una nota della prefettura ricorda che fino alla conclusione delle operazioni di voto è vietato alle amministrazioni svolgere attività di comunicazione. Dal 22 settembre è vietato il lancio di volantini, la propaganda luminosa in luogo pubblico e così via, oltre ad usare risorse o strutture dell'amministrazione in merito. Se la mozione fosse approvata dovremmo svolgere azioni vietate dalle leggi, che vanno rispettate", ha concluso.
L'assessore Renato Ghezzi e il sindaco Fabio Bertarini
Alcune perplessità sono state espresse anche dal consigliere di maggioranza, Luca Rigamonti. "Credo che il referendum sia una spesa che potevamo risparmiarci. L'articolo 116 della costituzione consente l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia", ha ricordato, citando l'esempio dell'Emilia Romagna.
Immediata la replica di Sala. "Ci sono state anche cose positive, ad esempio gli aiuti per gli asili nido. Per il resto, non mi è piaciuta la frecciatina sul fatto che poi saremo obbligati a lavorare: quello che faccio è per dare una mano alla comunità", ha precisato Sala. "Era solo un esempio", la risposta del primo cittadino. "Non sono concorde nel presentare una mozione in cui date mandato al sindaco e alla giunta di fare qualcosa".
La parola, poi, al vicesindaco Cazzaniga. "Al referendum voterò si anche se ritengo sia una cosa che poteva essere evitata".
Anche l'assessore Ghezzi ha voluto esprimere la sua opinione. "Io non andrò a votare. Il presidente ha già ricevuto i poteri: si vota il presidente con la squadra e il suo programma. Alla Regione Lombardia contesto una cosa sola che mi è cara: la questione della politica socio sanitaria e sociale", ha affermato, illustrando alcuni esempi. "Avere più soldi da Roma non significa creare condizioni migliori. Avere più autonomie non significa avere più risposte. Preferisco un'Europa delle nazioni piuttosto che delle tribù".
La mozione è stata respinta con il solo voto favorevole della consigliere di minoranza Monica Sala che insieme alla capogruppo, l'aveva presentata.
L. V.