Molteno: Suor Anna Nobili e l’Holy Dance ballano per Dio e offrono testimonianze

La gioia di avere Dio nel proprio cuore e di testimoniarlo ad altri attraverso la danza e il racconto del proprio cammino interiore di ricerca, non sempre facile, è al centro dell'attività di Holy Dance, la scuola di musica santa aperta vicino a Palestrina (alle porte di Roma) da suor Anna Nobili, che ha scelto di dare una svolta alla sua vita, indossando il velo dopo un trascorso da ballerina televisiva e cubista nelle discoteche milanesi.

Il gruppo dell’Holy Dance con al centro Suor Anna Nobili

E' stata una testimonianza forte, emozionante e coinvolgente quella che la religiosa dell'ordine della suore operaie della Santa casa di Nazareth ha tenuto nel palazzetto dello sport di Molteno sabato 30 settembre.

Il gruppo di volontari dell’oratorio in regia

 Don Francesco Beretta introduce la serata

Ai momenti di racconto della propria vita e delle testimonianze delle altre ballerine, si sono alternati danze in lode a Dio. "Gesù vuole una chiesa che danza e che gioisce. Le ragazze mi hanno mostrato il desiderio di incontrare Gesù: lo facciamo con il ballo, ma durante l'anno lavoriamo sul testo biblico, facciamo formazione, adorazioni e ritiri spirituali" ha esordito Suor Anna, prima di lasciare la parola a Claudia e Irene, due ragazze di 16 e 17 anni, da sette anni allieve della scuola: entrambe hanno raccontato la propria esperienza di avvicinamento al Signore attraverso la passione per la danza. "Ho avuto una vita triste, piena di fatiche. Ho cercato l'amore, ma non l'ho trovato né in casa né fuori. Da adolescente ho cominciato e truccarmi, vestirmi come le altre ragazze, ma non avevo valori. Ero disposta a tutto pur di ricevere una carezza, uno sguardo" ha cominciato a raccontare suor Anna.

Dopo il divorzio dei genitori si è trasferita a Milano con la madre e i due fratelli. Qui ha cominciato a lavorare in un pub e, grazie alle conoscenze, ha iniziato a frequentare ogni sera le discoteche del capoluogo meneghino, anche le più esclusive. "Mi sono poi iscritta a un corso di danza che è stato un modo per dire, senza parole, quello che desideravo: gridare al mondo che io c'ero. Ho iniziato a ballare sui cubi, a trovarmi nei letti di non sapevo chi e a tornare a casa ubriaca. Spesso nemmeno una doccia riusciva a lavare lo sporco che avevo addosso". In seguito, la carriera televisiva: "Questo mondo mi prometteva felicità. Continuavo ad ubriacarmi di queste promesse che però non venivano mantenute e più andavo avanti, più la mia solitudine diventava profonda. Avevo un bel sorriso che però nascondeva la tristezza che covavo dentro di me".

La conversione della madre, che ha iniziato a leggere alla figlia i salmi, ha dapprima provocato ribellione nella giovane Anna. In secondo momento, tuttavia, l'ha indotta ad assistere alla messa, dove la giovane è rimasta colpita dal "profumo di verità" e dall'amore di Gesù gridato a gran voce dal sacerdote. Dopo una serie di ritiri spirituali e fidanzamenti, Anna ha capito qual era la sua strada: "Il Signore mi chiedeva di essere al centro e alla fine ho lasciato tutto per restare con lui che è la perla più preziosa. Non si può però "guarire" senza qualcuno che ci accompagna, senza l'eucarestia e senza un padre o una madre spirituale. Il Signore mi ha dato lui stesso e la capacità di perdonare i miei genitori, a cui va tutto l'onore".

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Anche un'altra giovane donna ha raccontato il suo percorso con i disturbi alimentari prima dell'incontro con il Signore: "Quando è comparso Gesù, ho capito che dovevo cercare lui e non più il mio sguardo allo specchio. E' cominciato il mio cammino di nascita, di guarigione che mi porta ogni giorno a cercare lo sguardo di Dio padre". All'interno della scuola Holy Dance c'è anche una coppia, con due figli piccoli, che ha offerto la testimonianza: i due si sono conosciuti su una nave da crociera ed erano rispettivamente fidanzati con altre persone. Lui ateo, lei cresciuta con un'educazione cristiana da cui si è allontanata con il tempo, si sono incontrati: "Siamo andati a convivere ma eravamo sempre in lotta perchè, come ho capito in seguito, eravamo incompleti: mancava l'amore di Dio".

Un pellegrinaggio a Medjugorje ha cambiato entrambi e ha fatto capire loro che "l'unico modo per essere felici è abbracciare la nostra croce". Don Francesco Beretta, al termine dello spettacolo proposto in occasione della festa di apertura degli oratori, ha impartito la benedizione ringraziando i presenti per la partecipazione. Senza dubbio, una serata stimolante e un'occasione, per ciascuno, di riflessione sul percorso di fede.
M.Mau.
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