Viganò: anche in Casa di riposo è Natale grazie alle iniziative proposte agli anziani ospiti. Quattro ci affidano i loro ricordi
E' proprio quando l'atmosfera natalizia pervade la sfera domestica e familiare che viene naturale interrogarsi sul vero senso di questa ricorrenza e su come la sua percezione sia mutata nel corso degli anni. E quale modo migliore per riscoprire oggi il significato del Natale se non quello di chiederlo direttamente a chi ha vissuto questa festività in modo completamente differente da come lo intendiamo oggi?
Per avere un riscontro siamo andati a fare visita agli anziani della Casa di riposo Enrico e Antonio Nobili di Viganò, dove peraltro dal 5 dicembre si è insediato il nuovo presidente del consiglio di amministrazione Tarquinio Tuccia.
Abbiamo avuto la possibilità di porre alcune domande agli ospiti e i racconti emersi hanno portato alla luce aneddoti e curiosità che conferiscono al tema una prospettiva diversa e che forse molti di noi nemmeno conoscono.
La prima signora a raccontarci delle festività natalizie della propria infanzia è stata Maria Mozzanica, originaria di Olgiate Molgora e molto legata soprattutto al ricordo dei profumi di quei tempi. In particolare, è molto viva in lei l'immagine dei pranzi di Natale cucinati con passione dalla mamma e consumati in compagnia dell'intera famiglia, di origine umile e contadina, dedita alla vita nei campi.
Sono soprattutto il legame con la terra e l'impegno mantenuto nei terreni di famiglia per aiutare il padre. a segnare una netta divisione con la realtà in cui viviamo oggi, dove si cerca di minimizzare il più possibile la fatica a e gli sforzi, in primo luogo durante il periodo di festività. La signora Maria ci ha offerto inoltre uno spaccato di vita quotidiana dei suoi tempi, raccontandoci di come fossero la normalità alcuni piccoli gesti che oggi potrebbero non incontrare i principi di comodità e comfort, come ad esempio il percorrere quotidianamente a piedi la strada verso la scuola e la chiesa senza eccezioni per giorni di pioggia o freddo invernale. La seconda anziana che ha condiviso con noi alcuni momenti dei suoi natali passati è stata Carla Magni, ex impiegata alla Vismara di Casatenovo e proveniente da una famiglia consacrata alla vita di campagna e alla gestione delle proprie stalle e tenute. I ricordi più vivi e speciali sono, in questo caso, i colori e le stoffe dei vestiti che riceveva come regalo di Natale, di cui uno in particolare, firmato "Valentino", costituisce forse quello più prezioso ricevuto durante la giovinezza. Il Natale creava un'atmosfera davvero unica all'interna della casa della signora Carla, a partire dagli abiti ricercati indossati dalla madre fino al tanto atteso panettone alla fine del goloso pranzo, tutti elementi che sottolineavano la specificità di un evento che prima di tutto era sentito come religioso e spirituale.
L'anziana signora ha posto poi l'attenzione al clima di festa che si può respirare anche oggi all'interno della Casa di riposo, nella quale è accolta da ormai vent'anni. Ci spostiamo poi a parlare con un'altra ospite, cresciuta a Barzanò ma originaria di Cremella, e unica femmina di otto fratelli. La signora ha condiviso con noi un ricordo molto speciale della sua infanzia, e cioè la cura e l'amore che metteva nel preparare i regali di Natale per i propri fratelli, per i quali cominciava dal primo gennaio a lavorare a maglia sciarpe, guanti e tovagliette di lana. Oltre ai doni, una ricorrenza particolare erano poi i festeggiamenti in occasione della festa della Madonna, durante i quali si celebravano in tutto il paese gli alberi da frutto invernali come meli e castagni. "Durante la festa dovevamo scegliere la mela più bella da portare a scuola per poi regalarla alla maestra" ci ha raccontato, mentre castagne arrostiste infilate a mo' di collana in uno spago erano un regalo tradizionale da parte del padre. La passione per il lavoro a maglia da parte della signora intervistata è proprio il piacere che l'ha accompagnata per il corso della sua vita dal momento che non rinuncia nemmeno ora a preparare dei curatissimi completini o accessori per le bambole dei nipotini e anche dei piccoli cuscini da imbottire o copertine di lana. Alla domanda che ne è dello spirito natalizio oggi, la risposta un po' malinconica che ci viene data è che oggi sembra che le persone non riescano mai ad essere pienamente soddisfatte e rischiano così di perdersi la gioia delle piccole cose che offre l'atmosfera di questo periodo dell'anno.
Diversa dalle altre è la testimonianza di Libertà D'Angelo, detta Albertina, originaria della provincia di Chieti e trasferitasi in Brianza negli anni 60'. La quarta ospite intervistata infatti, ci rilascia una descrizione approfondita ed emozionante di quelli che erano i sapori e gli odori che avvolgevano i giorni natalizi, come ad esempio quello del croccante pane preparato in casa e aromatizzato con un filo di olio di oliva. L'attenzione nei ricordi ricade sull'immagine del grande camino che riscaldava la casa nei periodi più freddi e la preventiva raccolta di legna che coinvolgeva tutta la famiglia nei boschi vicini, ricchi di legname da poter essere bruciato.
La preparazione al Natale incominciava ben due giorni prima e si iniziava a preparare salsicce e salami con procedimenti artigianali e conigli e capretti direttamente dall'allevamento di famiglia. I ricordi golosi non finiscono qui, perché la signora D'Angelo ricorda anche come le mele, i fichi secchi e l'uva conservata dall'ultima vendemmia avessero un gusto e un aroma inconfondibili e introvabili nei moderni prodotti industriali, elementi che più rievoca con nostalgia di quei giorni di festeggiamenti. Infine, anche per lei il Natale significava avere la possibilità di ricevere sciarpe o vestitini che poi custodiva con cura per tutto l'anno perché, come ha sottolineato prontamente, si trattava di tempi di guerra in cui non ci si poteva permettere lussi o sfarzi.
Le nostre interviste si sono concluse così, tra ricordi, confronti e sapori lontani, è emersa un'idea del Natale che forse noi stiamo progressivamente dimenticando ma che costituisce la radice storica di una tradizione che ci appartiene e che in fondo
avvolge ancora velatamente l'aria che si respira tra dicembre e gennaio e che si esprime nella gioia di ritrovarsi in famiglia e di condividere cibi e racconti. Ritornando al presente però, è da notare l'impegno e il ruolo svolto dagli animatori e dallo staff della Casa di riposo nel cercare di ricreare l'atmosfera natalizia anche all'interno della struttura. Oltre agli addobbi e alle decorazioni nei diversi spazi, una serie di eventi e incontri che sono iniziati con i festeggiamenti di mercoledì 20 a ritmo di musica e fisarmonica, per poi seguire con la visita del gruppo Alpini di Viganò, della scuola media KORE e dei bambini della scuola elementare fino all'arrivo del Coro Brianza, ha intrattenuto gli ospiti in preparazione del giorno di Natale. In occasione di quest'ultimo, in particolare, è stato previsto un gustoso pranzo natalizio a cui sono invitati anche i famigliari e che prevede, solo per citare alcune portate, vol au vent con funghi e gamberi, lasagnette di verdure e coniglio alla senape, accompagnati dai tradizionali panettone e pandoro. Inoltre sono stati esposti i lavoretti di natale realizzati dagli ospiti e dal personale che potranno essere acquistati anche durante le feste. Un'atmosfera di natale che quindi, nonostante le testimonianze velatamente nostalgiche di queste storie, non cessa di essere presente all'interno della Casa e che cerca di offrire ai suoi ospiti quello speciale spirito natalizio che viene spontaneo associare alla propria infanzia.
Un momento di animazione all'interno della Casa di riposo viganese
Per avere un riscontro siamo andati a fare visita agli anziani della Casa di riposo Enrico e Antonio Nobili di Viganò, dove peraltro dal 5 dicembre si è insediato il nuovo presidente del consiglio di amministrazione Tarquinio Tuccia.
Abbiamo avuto la possibilità di porre alcune domande agli ospiti e i racconti emersi hanno portato alla luce aneddoti e curiosità che conferiscono al tema una prospettiva diversa e che forse molti di noi nemmeno conoscono.
La prima signora a raccontarci delle festività natalizie della propria infanzia è stata Maria Mozzanica, originaria di Olgiate Molgora e molto legata soprattutto al ricordo dei profumi di quei tempi. In particolare, è molto viva in lei l'immagine dei pranzi di Natale cucinati con passione dalla mamma e consumati in compagnia dell'intera famiglia, di origine umile e contadina, dedita alla vita nei campi.
Alcuni anziani ospiti e sotto la visita degli alpini, immortalati insieme al neo presidente Tarquinio Tuccia (terzo da sinistra)
Sono soprattutto il legame con la terra e l'impegno mantenuto nei terreni di famiglia per aiutare il padre. a segnare una netta divisione con la realtà in cui viviamo oggi, dove si cerca di minimizzare il più possibile la fatica a e gli sforzi, in primo luogo durante il periodo di festività. La signora Maria ci ha offerto inoltre uno spaccato di vita quotidiana dei suoi tempi, raccontandoci di come fossero la normalità alcuni piccoli gesti che oggi potrebbero non incontrare i principi di comodità e comfort, come ad esempio il percorrere quotidianamente a piedi la strada verso la scuola e la chiesa senza eccezioni per giorni di pioggia o freddo invernale. La seconda anziana che ha condiviso con noi alcuni momenti dei suoi natali passati è stata Carla Magni, ex impiegata alla Vismara di Casatenovo e proveniente da una famiglia consacrata alla vita di campagna e alla gestione delle proprie stalle e tenute. I ricordi più vivi e speciali sono, in questo caso, i colori e le stoffe dei vestiti che riceveva come regalo di Natale, di cui uno in particolare, firmato "Valentino", costituisce forse quello più prezioso ricevuto durante la giovinezza. Il Natale creava un'atmosfera davvero unica all'interna della casa della signora Carla, a partire dagli abiti ricercati indossati dalla madre fino al tanto atteso panettone alla fine del goloso pranzo, tutti elementi che sottolineavano la specificità di un evento che prima di tutto era sentito come religioso e spirituale.
Il menu di Natale
L'anziana signora ha posto poi l'attenzione al clima di festa che si può respirare anche oggi all'interno della Casa di riposo, nella quale è accolta da ormai vent'anni. Ci spostiamo poi a parlare con un'altra ospite, cresciuta a Barzanò ma originaria di Cremella, e unica femmina di otto fratelli. La signora ha condiviso con noi un ricordo molto speciale della sua infanzia, e cioè la cura e l'amore che metteva nel preparare i regali di Natale per i propri fratelli, per i quali cominciava dal primo gennaio a lavorare a maglia sciarpe, guanti e tovagliette di lana. Oltre ai doni, una ricorrenza particolare erano poi i festeggiamenti in occasione della festa della Madonna, durante i quali si celebravano in tutto il paese gli alberi da frutto invernali come meli e castagni. "Durante la festa dovevamo scegliere la mela più bella da portare a scuola per poi regalarla alla maestra" ci ha raccontato, mentre castagne arrostiste infilate a mo' di collana in uno spago erano un regalo tradizionale da parte del padre. La passione per il lavoro a maglia da parte della signora intervistata è proprio il piacere che l'ha accompagnata per il corso della sua vita dal momento che non rinuncia nemmeno ora a preparare dei curatissimi completini o accessori per le bambole dei nipotini e anche dei piccoli cuscini da imbottire o copertine di lana. Alla domanda che ne è dello spirito natalizio oggi, la risposta un po' malinconica che ci viene data è che oggi sembra che le persone non riescano mai ad essere pienamente soddisfatte e rischiano così di perdersi la gioia delle piccole cose che offre l'atmosfera di questo periodo dell'anno.
Il concerto del Coro Brianza di Missaglia
Diversa dalle altre è la testimonianza di Libertà D'Angelo, detta Albertina, originaria della provincia di Chieti e trasferitasi in Brianza negli anni 60'. La quarta ospite intervistata infatti, ci rilascia una descrizione approfondita ed emozionante di quelli che erano i sapori e gli odori che avvolgevano i giorni natalizi, come ad esempio quello del croccante pane preparato in casa e aromatizzato con un filo di olio di oliva. L'attenzione nei ricordi ricade sull'immagine del grande camino che riscaldava la casa nei periodi più freddi e la preventiva raccolta di legna che coinvolgeva tutta la famiglia nei boschi vicini, ricchi di legname da poter essere bruciato.
La preparazione al Natale incominciava ben due giorni prima e si iniziava a preparare salsicce e salami con procedimenti artigianali e conigli e capretti direttamente dall'allevamento di famiglia. I ricordi golosi non finiscono qui, perché la signora D'Angelo ricorda anche come le mele, i fichi secchi e l'uva conservata dall'ultima vendemmia avessero un gusto e un aroma inconfondibili e introvabili nei moderni prodotti industriali, elementi che più rievoca con nostalgia di quei giorni di festeggiamenti. Infine, anche per lei il Natale significava avere la possibilità di ricevere sciarpe o vestitini che poi custodiva con cura per tutto l'anno perché, come ha sottolineato prontamente, si trattava di tempi di guerra in cui non ci si poteva permettere lussi o sfarzi.
La bacheca a cura delle referenti del servizio animazione
Le nostre interviste si sono concluse così, tra ricordi, confronti e sapori lontani, è emersa un'idea del Natale che forse noi stiamo progressivamente dimenticando ma che costituisce la radice storica di una tradizione che ci appartiene e che in fondo

I lavoretti realizzati dagli ospiti della struttura
Martina Besana