Missaglia: cento anni fa si spense l'unico Nobel per la Pace italiano, Teodoro Moneta
Cento anni fa esatti morì Ernesto Teodoro Moneta, unico Premio Nobel per la Pace italiano, che visse gli ultimi anni della propria vita a Missaglia, dove ancora oggi riposa nella cappella di famiglia.
Era infatti il 10 febbraio 1918 quando una violenta crisi polmonare stroncò l'intensa esistenza del giornalista milanese, ex combattente, che riuscì senza dubbio a lasciare un segno indelebile in diversi settori. Nella sua lunga vita, iniziata il 20 settembre 1833, Moneta seppe coniugare all'attivismo militare, un forte impegno editoriale, dirigendo per oltre trent'anni ''Il Secolo'', quotidiano milanese di ispirazione democratica, e un convinto pacifismo.
Legato a Giuseppe Garibaldi da una profonda amicizia, lo aiutò nel ruolo di reclutatore di soldati, contribuendo poi ad organizzare - insieme al suo ''vicino di casa'', il generale Giuseppe Sirtori di Monticello - la Spedizione dei Mille, alla quale partecipò come ufficiale di collegamento, in sella al suo velocissimo cavallo. Tuttavia l'insuccesso della campagna risorgimentale spinse Teodoro Moneta ad abbandonare la carriera militare, ponendosi una serie di dubbi sull'efficacia della guerra come strumento di risoluzione dei contrasti tra i popoli. Un sentimento di amarezza e delusione che contribuì a formare nella sua coscienza un pacifismo inteso come strumento finalizzato a dirimere per sempre ogni tipo di conflitto.
Parallelamente portò avanti in maniera brillante la carriera di giornalista, dirigendo il quotidiano ''Il Secolo'' che il fondatore Edoardo Sonzogno gli aveva afffidato. Fu il primo giornale indipendente della sinistra costituzionale milanese, capace di guadagnare enormi consensi - in termini di vendite - in pochi anni grazie alla sua modernità.
Era considerato infatti un ''giornale per tutti'' grazie alle sue rubriche e alla vicinanza anche ai ceti sociali più deboli. Moneta e il suo braccio destro Carlo Romussi inviavano ogni giorno i loro collaboratori in municipio, dalla polizia o in ospedale, per accrescere il personale giro di informatori. Un po' come avviene anche oggi nelle testate che si occupano di cronaca locale. Un successo che, a fine Ottocento, dovette fare i conti con l'ascesa de ''Il Corriere della Sera''.
Moneta lasciò il giornale nel 1896, deciso a dedicarsi anima e corpo all'attività pacifista - con un conseguente ostaggio nei confronti di ogni genere di conflitto - che lo portò il 10 dicembre 1907 a conquistare il Premio Nobel per la Pace. Non mancarono le critiche nei suoi confronti quando, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Moneta appoggiò la spedizione libica e dunque l'ingresso dell'Italia nel conflitto. A suo dire in quel momento, con Francia e Inghilterra già insediate in Tunisia ed Egitto, la partecipazione italiana rappresentava l'unica alternativa possibile per difendere la pace europea, rivelando così il proprio marcato patriottismo, che lo aveva caratterizzato negli anni alla guida de ''Il Secolo''.
A Missaglia Ernesto Teodoro Moneta trascorse gran parte della propria esistenza nella dimora in località Tegnoso, a Contra, di proprietà della moglie Ersilia Caglio, dalla quale ebbe due figli, Luigi ed Emilio, ai quali si legò in maniera ancor più profonda alla morte della consorte, avvenuta nel 1899 al termine di una lunga e dolorosa malattia. Una situazione che peggiorò drasticamente negli anni successivi, quando il Nobel fu colpito da una rara forma di glaucoma agli occhi che lo portò alla completa cecità. Proprio in quest'ultimo periodo della sua vita, lo si vedeva passeggiare spesso per le strade missagliesi, facendo la spola tra l'abitazione di Tegnoso e quella delle sorelle, in Via Agazzino tra Missagliola e Contra, comune (all'epoca indipendente da Missaglia) di cui fu anche sindaco.
Alla sua morte la salma fu tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero missagliese, mentre un monumento eretto nei giardini di Via Palestro a Milano, ne ricorda il pensiero.
Il Comune di Missaglia lo ha omaggiato con una grande manifestazione andata in scena nel dicembre 2007, a cento anni dal conferimento del Premio Nobel per la Pace; l'allora sindaco Rosagnese Casiraghi con l'assessore alla cultura Loredana Manzoni e con il prezioso sostegno del fotografo Pietro Redaelli, grande conosciutore della storia di Moneta, organizzarono
una serie di appuntamenti presso il Monastero della Misericordia, alla presenza di ospiti illustri. Redaelli fu infatti il primo a trovare e recuperare la corrispondenza epistolare tra Moneta ed alcuni scrittori e combattenti del tempo, come Ada Negri, Cesare Cantù, Giuseppe Garibaldi ed il generale Giuseppe Sirtori.
Anche quest'anno però, in occasione appunto del centenario della sua morte, il Comune intende onorare la figura dell'unico Nobel per la pace italiano con una serie di appuntamenti. ''Stiamo predisponendo le attività che organizzeremo durante l'anno'' ci ha detto in proposito l'assessore alla cultura Donatella Diacci. ''Non abbiamo ancora delle date, ma sicuramente vogliamo coinvolgere le scuole con una serie di iniziative finalizzate a far conoscere la personalità di Moneta e il suo pensiero. Ci piacerebbe poter utilizzare la mostra della Società per la pace e la giustizia internazionale di Milano con le ricerche di Pietro Redaelli: abbiamo avuto un incontro qualche mese fa, ma sarà necessario rivederci per poter organizzare qualcosa di bello tutti insieme. Era necessario prima predisporre il bilancio: con l'approvazione che ci sarà in consiglio comunale martedì anche questo ostacolo è superato'' ha aggiunto l'assessore Diacci, aggiungendo un altro piccolo sogno. Quello cioè di prendere contatti con gli eredi per poter valorizzare - in termini ancora da definire - la cappella al cimitero e il laghetto di Tegnoso, situato di fronte alla villa che ospitò Moneta negli ultimi anni della sua vita.
Intanto la Società per la pace e la giustizia internazionale (di cui anche Pietro Redaelli fa parte) sta già promuovendo da tempo una serie di incontri e di iniziative, sia a Milano che nel nostro territorio, soprattutto nelle scuole, per contribuire a valorizzare la conoscenza dell'unico (sino ad oggi) Premio Nobel per la Pace italiano.
La cappella della famiglia Moneta nel cimitero di Missaglia
Era infatti il 10 febbraio 1918 quando una violenta crisi polmonare stroncò l'intensa esistenza del giornalista milanese, ex combattente, che riuscì senza dubbio a lasciare un segno indelebile in diversi settori. Nella sua lunga vita, iniziata il 20 settembre 1833, Moneta seppe coniugare all'attivismo militare, un forte impegno editoriale, dirigendo per oltre trent'anni ''Il Secolo'', quotidiano milanese di ispirazione democratica, e un convinto pacifismo.
Un paio di immagini dell'interno del monumento
Legato a Giuseppe Garibaldi da una profonda amicizia, lo aiutò nel ruolo di reclutatore di soldati, contribuendo poi ad organizzare - insieme al suo ''vicino di casa'', il generale Giuseppe Sirtori di Monticello - la Spedizione dei Mille, alla quale partecipò come ufficiale di collegamento, in sella al suo velocissimo cavallo. Tuttavia l'insuccesso della campagna risorgimentale spinse Teodoro Moneta ad abbandonare la carriera militare, ponendosi una serie di dubbi sull'efficacia della guerra come strumento di risoluzione dei contrasti tra i popoli. Un sentimento di amarezza e delusione che contribuì a formare nella sua coscienza un pacifismo inteso come strumento finalizzato a dirimere per sempre ogni tipo di conflitto.
Parallelamente portò avanti in maniera brillante la carriera di giornalista, dirigendo il quotidiano ''Il Secolo'' che il fondatore Edoardo Sonzogno gli aveva afffidato. Fu il primo giornale indipendente della sinistra costituzionale milanese, capace di guadagnare enormi consensi - in termini di vendite - in pochi anni grazie alla sua modernità.
Un'immagine di Ernesto Teodoro Moneta e a destra, il monumento ai giardini di Via Palestro a Milano
Era considerato infatti un ''giornale per tutti'' grazie alle sue rubriche e alla vicinanza anche ai ceti sociali più deboli. Moneta e il suo braccio destro Carlo Romussi inviavano ogni giorno i loro collaboratori in municipio, dalla polizia o in ospedale, per accrescere il personale giro di informatori. Un po' come avviene anche oggi nelle testate che si occupano di cronaca locale. Un successo che, a fine Ottocento, dovette fare i conti con l'ascesa de ''Il Corriere della Sera''.
Moneta lasciò il giornale nel 1896, deciso a dedicarsi anima e corpo all'attività pacifista - con un conseguente ostaggio nei confronti di ogni genere di conflitto - che lo portò il 10 dicembre 1907 a conquistare il Premio Nobel per la Pace. Non mancarono le critiche nei suoi confronti quando, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Moneta appoggiò la spedizione libica e dunque l'ingresso dell'Italia nel conflitto. A suo dire in quel momento, con Francia e Inghilterra già insediate in Tunisia ed Egitto, la partecipazione italiana rappresentava l'unica alternativa possibile per difendere la pace europea, rivelando così il proprio marcato patriottismo, che lo aveva caratterizzato negli anni alla guida de ''Il Secolo''.
A Missaglia Ernesto Teodoro Moneta trascorse gran parte della propria esistenza nella dimora in località Tegnoso, a Contra, di proprietà della moglie Ersilia Caglio, dalla quale ebbe due figli, Luigi ed Emilio, ai quali si legò in maniera ancor più profonda alla morte della consorte, avvenuta nel 1899 al termine di una lunga e dolorosa malattia. Una situazione che peggiorò drasticamente negli anni successivi, quando il Nobel fu colpito da una rara forma di glaucoma agli occhi che lo portò alla completa cecità. Proprio in quest'ultimo periodo della sua vita, lo si vedeva passeggiare spesso per le strade missagliesi, facendo la spola tra l'abitazione di Tegnoso e quella delle sorelle, in Via Agazzino tra Missagliola e Contra, comune (all'epoca indipendente da Missaglia) di cui fu anche sindaco.
Alla sua morte la salma fu tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero missagliese, mentre un monumento eretto nei giardini di Via Palestro a Milano, ne ricorda il pensiero.
Immagine di repertorio della mostra dedicata a Teodoro Moneta di Pietro Redaelli ospitata a Novi Ligure nel 2009
e sotto il convegno organizzato dal Comune nel 2007 in occasione del centenario dal conferimento del Nobel
e sotto il convegno organizzato dal Comune nel 2007 in occasione del centenario dal conferimento del Nobel
Il Comune di Missaglia lo ha omaggiato con una grande manifestazione andata in scena nel dicembre 2007, a cento anni dal conferimento del Premio Nobel per la Pace; l'allora sindaco Rosagnese Casiraghi con l'assessore alla cultura Loredana Manzoni e con il prezioso sostegno del fotografo Pietro Redaelli, grande conosciutore della storia di Moneta, organizzarono

L'assessore Donatella Diacci
Anche quest'anno però, in occasione appunto del centenario della sua morte, il Comune intende onorare la figura dell'unico Nobel per la pace italiano con una serie di appuntamenti. ''Stiamo predisponendo le attività che organizzeremo durante l'anno'' ci ha detto in proposito l'assessore alla cultura Donatella Diacci. ''Non abbiamo ancora delle date, ma sicuramente vogliamo coinvolgere le scuole con una serie di iniziative finalizzate a far conoscere la personalità di Moneta e il suo pensiero. Ci piacerebbe poter utilizzare la mostra della Società per la pace e la giustizia internazionale di Milano con le ricerche di Pietro Redaelli: abbiamo avuto un incontro qualche mese fa, ma sarà necessario rivederci per poter organizzare qualcosa di bello tutti insieme. Era necessario prima predisporre il bilancio: con l'approvazione che ci sarà in consiglio comunale martedì anche questo ostacolo è superato'' ha aggiunto l'assessore Diacci, aggiungendo un altro piccolo sogno. Quello cioè di prendere contatti con gli eredi per poter valorizzare - in termini ancora da definire - la cappella al cimitero e il laghetto di Tegnoso, situato di fronte alla villa che ospitò Moneta negli ultimi anni della sua vita.
La Società per la pace e la giustizia internazionale con gli Amici del Monastero nel 2009
Intanto la Società per la pace e la giustizia internazionale (di cui anche Pietro Redaelli fa parte) sta già promuovendo da tempo una serie di incontri e di iniziative, sia a Milano che nel nostro territorio, soprattutto nelle scuole, per contribuire a valorizzare la conoscenza dell'unico (sino ad oggi) Premio Nobel per la Pace italiano.
Gloria Crippa