Valaperta: taglio del nastro per la chiesina della Madonna della Neve dopo il restauro

E' stato presentato questa mattina in occasione del 25 Aprile, festa di Liberazione, il recente intervento di restauro effettuato presso la chiesina della Madonna della Neve di Valaperta.

Ambrogio Pennati e il sindaco Filippo Galbiati al taglio del nastro

Un'opera resa possibile grazie all'azione congiunta di Parrocchia, gruppo Alpini, Comune di Casatenovo, con il prezioso contributo di donazioni e il supporto pratico di imprese del paese che hanno lavorato gratuitamente per riportare all'antico splendore l'edificio religioso situato in Via della Resistenza.

Il gruppo Alpini: ultimo a destra il capogruppo Dino Pirovano


A dare il benvenuto ai presenti è stato il sindaco Filippo Galbiati che, alla presenza di diversi esponenti della sua Amministrazione, ha voluto ringraziare quanti si sono adoperati per realizzare l'intervento, a lungo atteso non soltanto nella piccola frazione, ma nell'intera comunità casatese.

VIDEO



''Negli anni Ottanta, all'epoca del sindaco Giovanni Maldini, questa chiesina era stata dedicata ai partigiani e ai caduti di tutte le guerre, anche per la sua vicinanza al luogo dell'eccidio di Valaperta'' ha affermato il primo cittadino Galbiati, ricordando la figura di Guglielmo Pennati, barbaramente ucciso a Premana nel 1944. A questo proposito erano presenti alla cerimonia anche i fratelli del partigiano casatese, alla memoria del quale un nipote, Alberto Manzoni, ha letto un componimento dialettale personalmente composto per l'occasione.

I fratelli di Guglielmo Pennati. Sotto il parroco don Antonio e Gabriele Fontana di ANPI


Il sindaco ha poi ricordato che il prossimo 13 maggio a Premana si terrà una camminata promossa dall'Anpi, durante la quale sarà posata una targa alla memoria di Pennati. In quel luogo della Valvarrone, oltre al casatese caddero vittime dei fascisti Mario Cereda di Rivolta d'Adda, Fernando Sala di Cinisello Balsamo e un quarto ragazzo rimasto sconosciuto.


''Sono diversi anni che facciamo un lavoro sulle montagne lecchesi in ricordo della Resistenza, studiando i percorsi i nostri caduti ci hanno lasciato come pietre da seguire'' ha affermato Gabriele Fontana, dell'associazione nazionale partigiani. ''Guglielmo cadde in un'imboscata, ma non fu l'unico a salire in montagna in quel periodo. Altri casatesi sono caduti in altri luoghi: erano ragazzi disobbedienti che ebbero il coraggio di ribellarsi alla repubblica sociale italiana''.

Al microfono il nipote Alberto Manzoni


Il saluto del parroco don Antonio Bonacina e il taglio del nastro da parte del sindaco Galbiati affiancato da Ambrogio Pennati, fratello di Guglielmo, ha concluso la breve cerimonia, proseguita con la celebrazione della messa e con un rinfresco finale in oratorio.

G. C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.