Casatenovo: la brillante carriera calcistica dei gemelli Carlo e Lorenzo Pirola che militano nelle giovanili di Toro e Inter

Il primo successo di Lorenzo risale a quest'anno, quando con la squadra Under 16 dell'Inter si è aggiudicato il campionato di categoria contro la Juventus nella finale di Ravenna giocata il 22 giugno e conclusasi con uno schiacciante risultato di tre a zero, che ha riscattato la delusione del campionato scorso.
''All'inizio mi dicevano: in tanti vogliono fare i calciatori da grandi, ma non tutti ci riescono'' ci ha detto Lorenzo

Seppur l'impegno richiesto sia grande e il carico di lavoro intenso, c'è una cosa di cui Lorenzo non può fare a meno: l'adrenalina che lo pervade prima delle gara. Un'ansia da prestazione che si disperde con il passare del tempo sino a svanire. Uno dei momenti più importanti per il giovane casatese è l'analisi personale che svolge dopo ogni partita rivedendo i suoi errori e cercando di capire dove è possibile migliorare.
"L'essere parte di una squadra ha sia lati positivi che negativi" ha proseguito Lorenzo Pirola parlando della sua esperienza nelle varie società di cui ha fatto parte. "Infatti prima della partita si condivide la tensione, ma nonostante ciò durante i novanta minuti si percepisce la pressione delle aspettative che gli altri compagni di squadra ripongono in te, si è quindi sottoposti ad un altro tipo di tensione, quella di deludere i propri compagni di squadra con un errore''.
Tra i molti risultati che hanno riempito Lorenzo di gioia, su tutti ha voluto ricordare la vittoria del campionato appena concluso e la convocazione nella Primavera dell'Inter nonostante l'età ancora molto giovane. Oltre a questi risultati raggiunti in Italia, a livello internazionale ha avuto molte soddisfazioni, una su tutte, la possibilità di confrontarsi con squadre di alto livello provenienti da tutta Europa, viaggiando anche molto.
Per quanto riguarda invece il fratello Carlo, sin dall'infanzia si è appassionato al ruolo di portiere, invogliato anche dall'esperienza sportiva del nonno che aveva ricoperto lo stesso ruolo nell'Inter durante la sua gioventù. Decisivo per l'avvio della sua carriera è stato l'incontro con Marco Ferrero, allenatore del Como, che notò tra gli altri le capacità di Pirola e gli propose un provino per entrare a far parte della squadra da lui allenata. "Essere entrato nel Como nel 2016 lo considero il mio primo successo dopo anni di duro allenamento e sacrifici fatti per questo sport" ci ha detto Carlo. ''Oltre ai

Parlando della sua esperienza calcistica, Carlo ci ha confidato che ''di grandi limiti non ne ho dovuti superare per fortuna. Più che altro vi è sempre stato un grande piacere a cui ho dovuto purtroppo rinunciare per il calcio: uscire con i miei amici". In questi anni di attività calcistica, Carlo considera il più decisivo a livello personale quello trascorso tra le fila dell'Atalanta: ''sin da quando ho cominciato ad allenarmi con la squadra bergamasca ho compreso di avere delle capacità sopra alla media e che era giusto che io mi impegnassi a metterle in campo e ad affinarle. Oltre all'ambito calcistico, questa avventura mi ha anche insegnato ad essere autonomo, ad arrangiarmi e a farmi rispettare nell'ambiente calcistico che è sempre pieno di insidie che possono mettere a repentaglio il tuo futuro nello sport".
La motivazione di Carlo è molto semplice, ma profonda: ''ogni allenamento è una sfida con me stesso che posso vincere solo dando tutto quello che posso, migliorando così le mie competenze e capacità". Parlando del concetto di squadra, Carlo ci ha confidato il fatto che essa è prima di tutto un sostegno, un aiuto, più che un rischio o un fattore di ansia. ''La squadra è principalmente un aiuto che c'è sempre quando hai bisogno".
Dopo il recentissimo trasferimento a Torino, Carlo aveva timore di non trovarsi bene, data la grande distanza da casa; ha voluto correre un grande rischio ma, anche in questa occasione, è stato accolto a braccia aperte. Un trasferimento avvenuto mediante una vera e propria operazione di calciomercato, ad agosto di quest'anno; un investimento economico che è un evidente segnale della grande fiducia che la società granata ripone nel portiere casatese.
Il calcio ha spesso influito molto sulla vita privata di Carlo infatti, sin da quando si è dovuto trasferire a Torino per poter svolgere gli allenamenti con regolarità, ha purtroppo meno occasioni per vedersi con i suoi amici casatesi e di ciò si dispiace molto per quanto abbia comunque trovato grande sostegno nella sua squadra e società. Dal punto di vista scolastico, dopo il suo trasferimento, continuerà il suo corso di studi presso una scuola di Torino che spera lo sosterrà ed aiuterà a proseguire gli studi nonostante il grande impegno che gli richiede sempre la sua passione.
Nel cambiamento di società come in quello di categoria, Carlo ha percepito un prevedibile aumento dell'intensità degli allenamenti ma anche un incremento della presenza della società nella sua vita date le molte indicazioni a cui si deve attenere, come ad esempio una rigida disciplina alimentare.
Le prossime competizioni sono quelle di campionato, nel quale il casatese vuole, come sempre, dare il meglio di sé, anche se sta maturando il desiderio di giocare nella squadra nazionale, cosa che lui desidera molto. Le sedute di allenamento al Toro sono piuttosto impegnative e si svolgono tre o quattro allenamenti a settimana di cui buona parte sono svolti separatamente dalla squadra, e dedicati ai soli portieri. "Ho sempre disiderato imitare mio nonno che già prima di me ricopriva questo ruolo nell'Inter".
Abbiamo infine chiesto a Carlo cosa il calcio è in grado di offrirgli che non ha mai trovato altrove: "questo sport mi dà grandissime soddisfazioni perché faccio quello che mi piace e comprendo che anche quando va male, quando devo affrontare delle difficoltà, tutto ciò, mi fa crescere".
Una bella (e doppia) testimonianza di come lo sport abbia influito sulla vita di ragazzi giovanissimi, rendendoli capaci di cose grandi sia per loro come per tutti coloro che li circondano.