Milano: condanna confermata in Appello per Mary Patrizio. 14 anni e 6 mesi di reclusione per la morte del figlio Mirko




mariapatrizio.jpgMary Patrizio

14 anni e 6 mesi di reclusione e nessuna ulteriore perizia psichiatrica. È questo il verdetto dei giudici della Corte d'Assise d'Appello che, dopo due ore e mezzo di camera di consiglio, hanno rianalizzato la vicenda di Mary Patrizio, la donna casatese che il 18 maggio del 2005 aveva affogato nella vaschetta da bagno il figlio Mirko di cinque mesi. I giudici milanesi hanno dunque confermato la sentenza dei colleghi lecchesi che nel maggio del 2006 avevano ritenuto la donna colpevole dell'omicidio del figlio e capace di intendere e di volere al momento del fatto. La Corte ha inoltre respinto la richiesta della difesa, composta dagli avvocati genovesi Fabio Maggiorelli ed Ernesto Rognoni, di una nuova perizia psichiatrica, accettando comunque gli arresti domiciliari presso la struttura di Castiglione delle Stiviere. Mary Patrizio, allora 29enne, aveva affogato il figlioletto Mirko avuto dall'ex marito Cristian (lo scorso anno, infatti, l'uomo ha richiesto il divorzio) nella vaschetta dell'abitazione di Valaperta, frazione di Casatenovo. Un fatto che aveva gettato sconforto e dolore in tutta la frazione, destata d'improvviso dalla solita quiete e messa sotto i riflettori della cronaca nazionale. Dopo le prime resistenze, a 13 giorni dall'efferato delitto la donna aveva confessato la sua colpevolezza e da lì era iniziato l'iter giudiziario.


avvocati.jpgGli avvocati Fabio Maggiorelli
ed Ernesto Rognoni

Il processo di primo grado, celebrato nel maggio del 2006 con rito abbreviato in udienza preliminare, aveva visto l'accoglimento da parte del giudice Elisabetta Morosini delle richieste della pubblica accusa, impersonata dal procuratore capo Anna Maria Delitala e del PM Giovanni Gatto, con una condanna a 14 anni e sei mesi di reclusione. Da quel giorno la donna, sofferente secondo le tesi dell?accusa di forti crisi depressive dovute ad una personalità  fragile e ad un parto difficile, era stata ricoverata presso la struttura di accoglienza di Castiglione delle Stiviere da dove potrà  uscire, sempre sottoposta agli arresti domiciliari, nel momento in cui i medici lo riterranno opportuno.


Luisa Biella
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