Dolzago: ''Nemmeno con un fiore'', parole e immagini contro la violenza sulle donne
La dottoressa Monica Bonsangue
Il sindaco Paolo Lanfranchi
"Ringrazio la dott.ssa Maria Luisa Reatti per l'organizzazione di quest'iniziativa ed i fotografi che hanno realizzato gli allestimenti che vedete qui presenti in sala. Sono contento di vedervi così numerosi questa sera: tutti noi dobbiamo fare parte della rete antiviolenza. Generalmente coloro che partecipano a queste riunioni sono persone non direttamente coinvolte ma che credo possano dare un contribuito fondamentale nell'intento di sensibilizzazione. La violenza è una macchina che, purtroppo, si alimenta tutti i giorni con una benzina composta da molteplici elementi che il genere maschile contribuisce spesso a mettere in campo. Si alimenta questa macchina quando non si assume una donna per la paura che possa rimanere incinta, quando maschi più o meno giovani fanno battute alludendo alla sfera sessuale, quando viene mercificato il corpo della donna. Sicuramente ciò che maggiormente colpisce è il punto massimo cui si giunge ma è bene ricordare sempre da dove si parte, cercando di estirpare alla radice questi comportamenti nella quotidianità'' le parole del sindaco Paolo Lanfranchi.
Successivamente è intervenuta la dott.ssa Monica Bonsangue, psicoterapeuta e psicotraumatologa esperta in dinamiche di violenza. "Il maltrattamento e la violenza sulla donna, come saprete, è un tema antichissimo che, purtroppo, è tornato alla ribalda recentemente in virtù dei molteplici movimenti indipendentisti del genere femminile del nuovo millennio. Autonomie e diritti acquisiti che mal si conciliano con l'idea, culturalmente condizionata, del genere femminile di alcuni uomini.
In ambito legislativo, rispetto alla panoramica mondiale, l'Italia un po' zoppica tentando di inseguire i paesi del Nord Europa, particolarmente evoluti sotto questo punto di vista. Abbiamo avuto una prima normativa sullo stalking solo nel 2009 e sul femminicidio nel 2013 e sicuramente necessitano di ulteriori modifiche e sviluppi. Al di là dell'ambito legislativo c'è un terreno culturale su cui questa violenza si sviluppa. Culturalmente siamo un paese immerso nella violenza che si esprime, anzitutto, attraverso l' immagine. A partire dalla nascita delle televisioni negli anni '70, l'immagine femminile è stata oggettualizzata: la donna è sempre stata rappresentata come oggetto e non come soggetto. Rispetto ai canoni europei le pubblicità italiane sono considerate tra le più sessiste in assoluto e, ricordiamoci, che le pubblicità non creano stereotipi ma sfruttano gli stereotipi già culturalmente presenti nel territorio in cui decidono di presentarla" ha introdotto l'esperta.
La dott.ssa Maria Luisa Reatti
"Ho steso dei profili di uomini maltrattanti, donne vittime e dinamiche nelle relazioni di coppia. Risulta più facile individuare i maltrattanti violenti che manifestano problemi psichici evidenti, risulta, al contrario, maggiormente difficile individuare i comportamenti dei cd. "insospettabili": coloro che presentano una vita sociale e lavorativa normale ma, rispetto al partner, non riescono ad allacciare un rapporto paritario. Nella maggior parte dei casi sono uomini che presentano una dipendenza affettiva, scambiando, di conseguenza, il bisogno di avere a fianco una persona con l'amore. Con queste premesse si sviluppano comportamenti possessivi ed agenti aggressivi nel momento in cui la donna tenta di svincolarsi dal rapporto di sottomissione e controllo" ha continuato la relatrice, evidenziando come le relazioni si possano sviluppare tra due forze opposte: l'amore verso l'altro, elemento caratterizzato da rispetto, fiducia, reciprocità e comunicazione, ed il potere, orientato al possesso ed al controllo. Differentemente da ciò che accade nelle coppie serene, orientare verso il primo polo con episodi di conflitto positivo, nelle coppie orientate al potere il conflitto assume un'accezione negativa in quanto orientato alla prevaricazione sull'altro.
"Questo tipo di conflitto, portato all'estremo, sbilancia la relazione in un maltrattamento delineando le figure di un soggetto dominante orientato alla sottomissione e di un soggetto sottomesso. Appartiene a questi tipi di casi la relazione cd. complementare forzata: in una coppia un partner si impone immediatamente o progressivamente sull'altro portando ad una sua destrutturazione della personalità. È così che una donna adulta, con una certa struttura di personalità, dopo anni di maltrattamento si ritrova una personalità impoverita, in alcuni casi addirittura infantilizzata con una perdita progressiva delle proprie autonomie''.
La dott.ssa Lucia Rosa Olivadoti
Al termine della conferenza i presenti hanno potuto osservare le numerose fotografie esposte realizzate dal gruppo S.A.M.A.R photographers. La mostra, intitolata "il silenzio assordante della violenza", nasce dalla comune idea dei giovani fotografi del gruppo che hanno deciso di rappresentare la violenza di genere, in particolar modo quella che avviene all'interno delle mura domestiche.
Sarà possibile visionare la mostra da lunedì 26 a sabato 30 novembre nei seguenti orari: da martedì a venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e sabato dalle 10.00 alle 11.30.