Casatenovo da scoprire/9: testimonianze e curiosità sulla corte di Campofiorenzo
La Corte di Campofiorenzo vista dall'interno
Una delle costruzioni che tutti noi conosciamo e che stupisce per le dimensioni, è la Corte di Campofiorenzo che racchiude fra le sue mura e nella memoria di coloro che l'hanno vissuta, tanti aneddoti e storie che non andrebbero dimenticati.L'importante testimonianza di un inquilino della cascina è stata registrata non molto tempo fa dall'associazione Sentieri e Cascine, con il supporto tecnico dell'Amatori Fotografici Cassina de' Bracchi.
Un'immagine storica dell'edicola della Madonna del Forno
Quest'ultima era una delle poche cascine che aveva a disposizione l'acqua corrente, prelevabile grazie ai vari rubinetti posti nelle quattro fontane e nel lavatoio situato accanto alla porta che faceva accedere dal lato est alla struttura residenziale
L'ingresso alla Corte dalla strada provinciale 51
Un'altra importante testimonianza della vita nella corte casatese è quella di Luigi Villa, leva 1915, passato a miglior vita qualche anno fa. Nonostante la sua dipartita, grazie alle registrazioni svolte dall'associazione Sentieri e Cascine, ancora oggi è possibile ascoltare la voce di chi ha vissuto tutto ciò che vi stiamo per raccontare.
Villa ha ricordato che all'inizio del 1900 vi erano una cinquantina di famiglie che raggruppavano nei piccoli appartamenti almeno tre generazioni. Tutti gli inquilini erano dei contadini che lavoravano i campi, ma con la fine della guerra e l'inizio degli anni Cinquanta, i contadini si trasformarono in operai che andarono a lavorare presso le grandi imprese milanesi tra cui la Falk, la Breda e l'Alfa Romeo.
In quegli stessi anni, più precisamente nel 1954, i conti della Somaglia decisero di vendere la corte ai singoli affittuari che così, man mano, divennero proprietari di un pezzo di storia casatese.
L'ex scuola di Campofiorenzo, oggi sala civica
Di fronte alla corte è ancora oggi visibile la piccola scuola di Campofiorenzo dove il signor Luigi ha frequentato i primi due anni di studi, per poi proseguire presso la scuola di Montecarmelo e poi di Casatenovo. La sua edificazione fu il frutto di un accordo tra il Comune e i conti della Somaglia a cavallo tra il 1800 e il 1900. La casata nobiliare fece costruire tale edificio sul proprio terreno, per poi essere pagati a rate dal medesimo municipio. La presenza di un edificio scolastico nelle vicinanze di questa corte, fa comprendere il fatto che la corte di Campofiorenzo rappresentasse una grande realtà a cui si raccoglieva attorno una comunità molto unita, soprattutto nel lavoro dei campi circostanti.
L'ingresso nella chiesina di San Mauro da Via De Gasperi
Il signor Villa ha spiegato che la luce arrivò nelle case della corte nel 1925 circa e, con grande anticipo rispetto al resto del territorio circostante, era presente l'acqua corrente grazie all'acquedotto che il Conte Mellerio volle costruire.
Elementi centrali della struttura erano il forno ed il lavatoio. Il primo era fondamentale dato che settimanalmente era cotto il pane giallo per tutti gli abitanti della corte, mentre il secondo era utilizzato dalle massaie per lavare i panni. Questi due elementi fondamentali per la vita degli abitanti erano stati costruiti davanti all'edicola - ancora oggi visibile - dedicata alla Madonna della Fornace.
L'acquedotto realizzato dal Conte Mellerio
Ma non solo di lavoro si viveva nella corte. La festa di Santa Eurosia ad esempio, era una grande manifestazione che raccoglieva tutti i contadini, poi operai, di Campofiorenzo la terza settimana di luglio per evitare di intralciare i lavori nei campi. Altra ricorrenza molto importante era quella di San Mauro che, come ha ricordato lo stesso Luigi Villa: ''era una festa grande, si dicevano tre mese, anche quattro, con tutti i preti del circondario''.
Il campanile della chiesina di San Mauro
Nella corte è presente una piccola chiesina dedicata a San Mauro, protettore degli ammalati, e Santa Eurosia, protettrice del raccolto. Questa cappella è man mano divenuta sempre più grande e ha ospitato nella sua storia vari cappellani sino a quando, con la vendita della cascina, la piccola struttura è stata acquisita dalla parrocchia di Casatenovo.
Di grande rilevanza è la Madonna del Forno, che da semplice effige è stata rifatta negli anni Cinquanta del secolo scorso.
Per avere un parere complessivo sulla storia della corte di Campofiorenzo abbiamo chiesto un parere a Francesco Biffi, presidente dell'associazione Sentieri e Cascine che ha come fine quello di tramandare e custodire il nostro territorio e i beni che vi si trovano. "È una corte unica nel nostro territorio, è storicamente importante soprattutto perché di fatto ha rappresentato la comunità della frazione da sempre".