Imberido: dopo il guasto all'orologio del campanile emerse curiosità storiche sulla chiesa

Un guasto aveva "fermato il tempo" a Imberido. Nelle scorse settimane l'orologio del campanile della chiesa di San Giorgio non segnava più l'ora corretta. Chi alzava lo sguardo per leggere le ore poteva osservare le lancette ferme. «Ci avevano segnalato che - ha spiegato Chiara Narciso, sindaco di Oggiono - l'orologio del campanile di Imberido si era fermato». Dal malfunzionamento è nata la necessità di intervenire per valutare il genere di guasto. Ma, cercando di capire a chi spettasse il sopralluogo e l'intervento di riparazione, sono emerse dagli archivi comunali dei documenti risalenti a oltre cinquant'anni fa. Leggendoli sono venute alla luce una serie di curiosità. L'orologio del campanile di Imberido si è scoperto risalire al 1967. Esattamente come quello della chiesa di Sant'Eufemia a Oggiono, suo "gemello".

La chiesa di San Giorgio a Imberido

Entrambi i segnatempo furono acquistati dalla ditta "Trebino Roberto" di Uscio, paese in provincia di Genova. Un'azienda che risulta attiva ancora oggi e che dal 1824 realizza campane e orologi da torre. In passato ha fornito i suoi manufatti anche allo stato del Vaticano. Fu l'allora sindaco di Oggiono, Gianluigi Magni, a siglare l'atto di acquisto dei due orologi elettromeccanici "gemelli", da installare sulle altrettante torri campanare del paese. Uno a Sant'Eufemia, nel centro di Oggiono, e uno a San Giorgio, nella frazione di Imberido. Il costo dei due orologi fu di un milione e 700mila lire. L'equivalente di circa 8mila euro odierni, secondo i dati Istat. L'atto venne firmato anche dal dottor Attilio Grassi, che svolgeva il ruolo di segretario capo supplente nel comune di Oggiono, e addirittura dal Vice Prefetto Vicario, dottore Luigi Maltese, che appose il visto di esecutività.

Il campanile della chiesa oggionese con il suo orologio

Gli orologi elettronici dell'epoca erano dotati di una complessa circuitazione elettromeccanica che nulla ha a che vedere con i sistemi elettronici al quarzo odierni, sincronizzati via radio, adottati nel anche per le torri campanare. Proprio un malfunzionamento di un componente della parte elettromeccanica si è scoperto essere responsabile del fermo delle lancette: «siamo intervenuti con una ditta specializzata, il guasto era un relè che non funzionava ed è stato sostituito» ha spiegato il primo cittadino di Oggiono. Terminata la riparazione, l'orologio della torre campanara di San Giorgio ha ripreso, come da cinquant'anni a questa parte, a scandire il tempo con il suo "gemello" di Sant'Eufemia.
L.A.
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