Casatenovo R-Esiste: alberghi e osterie di 800 e 900 dall'archivio della famiglia Clerici

"Luoghi di incontro e di accoglienza" era il titolo della seconda puntata del documentario Casatenovo R-Esiste, andato in onda negli scorsi giorni sul canale Youtube dell'amministrazione comunale.
Il lungometraggio è stato realizzato nell'ambito dell'iniziativa "Casate a un metro da te", promossa dall'assessorato alla cultura del Comune di Casatenovo, la Pro loco, Atonga, con il contributo della Fondazione Cariplo e in collaborazione con l'associazione Sentieri e Cascine e AFCB.

Piazza Mazzini a Casatenovo

In un momento come questo, la rassegna ha l'obiettivo di portare nelle case dei cittadini casatesi il teatro e la cultura, ma anche aneddoti storici che un paese come Casatenovo può nascondere tra gli incroci delle sue vie. Proprio dalla scoperta di un archivio fotografico detenuto dalla famiglia Clerici, è stato possibile riscoprire immagini storiche che conservano indizi del paese di un tempo, rendendo possibile la realizzazione del documentario.

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Dopo il primo episodio che ha trattato della famosa tramvia del paese, il secondo appuntamento si è invece concentrato sugli alberghi e i luoghi di incontro che animavano Casatenovo nei secoli dell'800 e del 900.
Uno scritto ironico di Cesare Cantù, letterato e storico dell'Ottocento, introduce il secondo episodio affrescando lo spirito brianzolo di un tempo e calando lo spettatore nella giusta prospettiva storica. Michele Lavelli è il narratore della ricostruzione di una società che rispetto alla nostra era molto chiusa, ma che aveva comunque delle aperture e dei colori che oggi faremmo fatica ad immaginare.

La titolare dell'albergo Roma

Chi giungeva a Casatenovo nella seconda metà del 1900 poteva trovare due alberghi ad accoglierlo: l'Albergo San Giorgio e l'Albergo Roma, quest'ultimo sopravvissuto fino ai giorni nostri e simbolo di ospitalità e accoglienza per tutta la comunità. In Piazza Mazzini c'erano moltissime osterie, bar, caffè, ma anche la latteria, la falegnameria e l'ortofrutta.
Beatrice Villa, proprietaria dell'Albergo Roma, ricorda le date storiche dell'immobile, con un particolare riferimento alla frequentazione dell'ostello da parte della nobildonna Isa De Ponti e al passaggio di Mina e Pino Daniele. Il cantante scomparso da qualche anno si era seduto al "Tavolo degli Amici", così chiamato perché ospitava gli ultimi arrivati al ristorante, che condividendo lo stesso tavolo, avevano modo di conoscersi e creare un clima di convivialità.

Michele Lavelli

Grazie all'archivio fotografico di Tina Clerici è stato possibile ricostruire l'immagine dell'Albergo San Giorgio, ora sostituito da altri esercizi commerciali. Tuttavia, è con la testimonianza della signora Francesca Meroni che l'esercizio si è presentato in tutta la vitalità che custodiva un tempo. I clienti ospitati tra le sue mura erano di carattere misto: qualcuno si fermava per brevi soggiorni, altri erano viaggiatori che si fermavano semplicemente per una notte. Il servizio era duttile e andava incontro alle esigenze del cliente, molti ospiti dimoravano al San Giorgio per partecipare alle battute di caccia che si facevano nei dintorni.

Un altro centro pulsante della vita del paese era San Rocco, dove c'era la Trattoria del Colombo, che oltre a offrire il cibo, aveva al piano superiore una stanza frugale in cui dormivano dei lavoranti. Quando il proprietario della trattoria si spostò, fondò il Bar Canarino, così chiamato perché vendeva anche articoli per caccia e pesca. La Piazza di San Rocco ospitava la festa dell'omonimo santo e all'epoca, al suo interno, si erigeva il palo della cuccagna. Addirittura, si poteva incontrare un uomo che portava al guinzaglio un orso con la museruola, che in cambio di un'offerta, gli faceva eseguire qualche numero.

L'ex titolare dell'albergo San Giorgio

Ultimo spunto di interesse del secondo episodio è la strada principale che conduce alla Chiesa di Casatenovo, una volta sterrata, e che negli scritti di Greppi, prodigatosi per la raccolta dei fondi per la sua costruzione, viene descritta come pericolosa per le donne e in cui si poteva essere derubati. La costruzione della strada avvenne a seguito di quella della Chiesa di San Giorgio, per cui si prodigò l'intera comunità: chi con i propri soldi, chi con la propria schiena. L'afflato cristiano del paese è ravvisabile anche in altre foto dell'archivio fotografico della famiglia Clerici.

Una data storica in particolare riecheggia tra le foto: è il 22 gennaio 1843 quando per l'arrivo di un nuovo prevosto in paese venivano costruiti archi trionfali in legno giganteschi, adornati da inserti floreali. Proprio da queste decorazioni deriva il soprannome dei casatesi, "perzegat", cioè coltivatori di pesco. Infatti, per avere dei fiori di pesco in gennaio gli abitanti avevano predisposto una serra riscaldata appositamente.
Il prossimo appuntamento per il terzo e ultimo episodio del documentario sarà il 1° agosto.
Martina Bissolo
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