Oggiono, Lago di Annone: a preoccupare è il bacino ovest. Si teme l'effetto Sartirana
Il biologo Alberto Negri
Il presidente della Provincia di Lecco, Claudio Usuelli
Giuseppe Mauri, dell'Autorità di Bacino
L'impianto di sifonamento di Annone
Il sindaco di Annone, Patrizio Sidoti
Radicalmente diversa è la condizione del bacino ovest. A maggio, l'ossigenazione a livello del fondale è precipitata a zero facendo lievitare fosforo, azoto ammoniacale e ferro presenti nelle acque. Da giugno la situazione è andata peggiorando anche a sette metri di profondità. Il rischio - ha spiegato Negri - è lo «scenario Sartirana» avvenuto quest'estate nel lago meratese quando si è verificata una forte moria di pesci. A peggiorare la situazione - ha ricordato il biologo - è la scarsa differenza di temperatura, limitata a soli cinque gradi, fra i fondali e le acque di superfice. Una situazione che potrebbe portare a un rimescolamento rapido delle acque, senza che la riossigenazione naturale abbia il tempo di produrre effetti positivi per la fauna ittica.
Simone Scola, vicesindaco di Civate
Fra gli affluenti del bacino ovest, il Pramaggiore desta preoccupazione per l'elevatissima dose di inquinanti, in particolare fosforo, immessi nel lago. In media 411 micro-gr/l durante lo scorso anno, con due picchi a oltre 1000 e 850 microgrammi rispettivamente nel mese di luglio 2019 e maggio 2020. L'immissario non è mai sceso al di sotto della soglia critica - fissata in 100 micro-gr/l - dal 2009 quando è iniziato il monitoraggio. Nelle scorse settimane i rilevamenti mostravano livelli particolarmente elevati non riconducibili a un picco momentaneo simile a quelli registrati nel passato.
Nelle prossime settimane lo «scenario Sartirana» sarà - probabilmente - evitato grazie alla particolare conformità «a cono» del fondale, differente da quella «a vasca» del bacino est. Se in quest'ultimo le masse d'acqua superficiali e profonde sono simili in termini di volume complessivo, nel bacino ovest la quantità d'acqua nella zona profonda è inferiore rispetto a quella superficiale. La differenza fra i due volumi dovrebbe consentire alla massa d'acqua soprastante di compensare la carenza d'ossigeno dell'acqua in risalita dal fondale, senza compromettere l'ossigenazione dell'intera colonna d'acqua - dalla superficie alla zona più profonda - e scongiurando conseguenze critiche per la fauna ittica.
Il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso
L'elemento più preoccupante del bacino ovest resta l'ingente quantità di metalli ferrosi depositatasi sul fondo. Proveniente dall'immissione di scarichi industriali nelle acque, avvenuta nel passato, la presenza del ferro altera i normali processi chimici di questa parte del lago. Le ripercussioni negative mettono in crisi il processo di ossigenazione delle acque. Dai primi anni Novanta si è ipotizzato il dragaggio del fondale, opera dal costo di milioni di euro che non appare alla portata dei comuni rivieraschi. Uno spiraglio potrebbe arrivare dalle risorse messe a disposizioni da Regione Lombardia negli ultimi mesi. L'ipotesi di accesso a questi fondi economici - ha assicurato Claudio Usuelli, presidente della Provincia di Lecco - è stata presa in considerazione.
Angelo Isella, sindaco di Civate
Senza l'opera di dragaggio, una parziale soluzione potrebbe venire dal naturale deposito sul fondale di nuovi sedimenti che andrebbero a ricoprire quelli ferrosi industriali. Un processo che si avvierebbe solo quando gli immissari saranno a loro volta risanati e che comunque - depositando 1cm di sedimento all'anno - impiegherebbe diversi decenni per giungere a compimento.