Casatese: telefonò 850 volte in un mese ad una collega. Finisce a giudizio per stalking

Quasi novecento chiamate in poco più di un mese. Tutte provenienti dalla stessa utenza telefonica, quella dell'imputato.
Un piccolo imprenditore che all'epoca dei fatti operava nel territorio casatese è finito a processo per stalking nei confronti di una propria dipendente, della quale - a quanto sembra - si era infatuato.
L'allarmante vicenda è stata sviscerata questa mattina in tribunale a Lecco, durante l'udienza celebrata al cospetto del giudice monocratico Giulia Barazzetta. A lei e al pubblico ministero Mattia Mascaro la presunta vittima delle ''attenzioni morbose'' - costituitasi parte civile tramite l'avvocato Angelo Bianchi del foro di Como - ha riferito per filo e per segno i dettagli del rapporto che la legava al suo ''superiore''.
Una conoscenza nata nell'ambito lavorativo e che poi si è estesa a quello familiare, avendo infatti presentato l'uomo sia a suo fratello, sia a sua madre. Una frequentazione che probabilmente l'imputato deve avere mal interpretato, facendo poi delle avances piuttosto insistenti alla donna. Alla decisione di quest'ultima di troncare ogni rapporto, l'imputato non l'avrebbe presa affatto bene, con continui insulti, telefonate, messaggi whatsapp e via Facebook inviati alla parte civile, che si è quindi rivolta ai carabinieri della stazione di Casatenovo.
A riferire i dettagli dell'indagine è stato il vice brigadiere Matteo Fersini, che ha spiegato di aver ricevuto le denunce querele della vittima, escutendo poi a sommarie informazioni la madre e l'amica (entrambe ascoltate questa mattina dal giudice) e analizzando infine i tabulati telefonici dopo il nulla osta giunto dalla Procura della Repubblica, operazione che ha consentito appunto di risalire al numero di cellulare dell'imputato. Tra i vari documenti allegati alla denuncia anche un certificato medico che attestava lo stato di ansia nel quale era precipitata la donna, che ha poi rinunciato a recarsi al lavoro proprio per il difficile clima che si era creato. Terminata l'udienza, il giudice ha aggiornato il procedimento al prossimo 27 aprile per l'esame dell'imputato, difeso dall'avvocato Davide Minervini. In quella sede per l'uomo ci sarà l'occasione di riferire la sua verità.
G. C.
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