IterFestival ha chiuso l'edizione 2021 con il nuovo libro di Alessia Gazzola de 'L'allieva'

Si è conclusa la quinta edizione online di "IterFestival", la kermesse letteraria promossa dal Consorzio Brianteo Villa Greppi con la collaborazione della libreria "Lo Sciame Libri" di Arcore. 
Sono stati tantissimi gli appuntamenti con gli autori italiani che hanno presentato le loro novità editoriali, tra cui Enrico Galiano, Viola Ardone, Gaetano Savatteri, Marco Balzano e altri ancora. Il pubblico virtuale è stato più caloroso che mai e il bilancio finale è molto positivo per un'edizione che ha cercato di reinventarsi a causa della pandemia.
A concludere la carrellata di incontri è stata la scrittrice Alessia Gazzola, che ha presentato nei giorni scorsi l'ultimo romanzo intitolato "Un tè a Chaverton House" edito da Garzanti.

Da sinistra Alessia Gazzola e Martina Garancini

Alessia ha esordito come scrittrice nel 2011 con "L'allieva", cui sono seguiti altri romanzi. Da questa serie di libri è stata tratta la serie tv di successo in onda su RAI 1 con Alessandra Mastronardi nei panni di Alice Allevi e Lino Guanciale nel ruolo di Claudio Conforti.
La scrittrice ha raccontato alla mediatrice Martina Garancini il suo ultimo lavoro: "La protagonista del romanzo è Angelica: ho immaginato questa ventisettenne, che si trova in un momento di stallo nella sua vita perché ha sempre desiderato fare l'insegnante, ma ora nutre dei dubbi. Nella sua famiglia tutti si aspettano che concluda qualcosa di significativo, invece lei si trova a sperimentare una libertà di scelta. Non ha assolutamente ansia, al contrario di me, e avevo bisogno di inventare un personaggio di questo tipo, catartico. Lei è molto serena, prende la vita come viene, nonostante la situazione di stand by della sua carriera. Una sua prozia scopre il mondo di Internet e cerca di rintracciare i parenti. Scopre che il bisnonno di Angelica, ritenuto morto durante la Seconda guerra mondiale, forse non lo è. La giovane intraprende una piccola indagine privata e scopre che il bisnonno era stato preso prigioniero e trasportato in Inghilterra. Questo è un fatto storicamente vero, infatti più di 160mila italiani erano diventati prigionieri. Ho immaginato che il bisnonno di Angelica fosse stato traportato in una tenuta della campagna inglese per lavorare i campi. Ho chiamato la dimora Chaverton House e la ragazza si reca proprio lì".
Il libro inizia con tre fatine - asserisce Martina - e ci troviamo nel reparto di maternità di un ospedale di Milano. Ognuna di loro dona delle virtù ai neonati: la prima fatina dona il buon umore, la seconda regala la docilità di temperamento e l'ultima un talento infallibile per i lievitati. La docilità sicuramente è un tratto del carattere importante, serve per mediare nelle situazioni, ma questa non deve corrispondere con la passività e la remissività.
In Angelica si riversano tanti caratteri che sono tipici delle protagoniste di altri romanzi. Tutte si trovano in una fase di transizione: la giovane ragazza che si trasforma in donna. È un momento cruciale della vita, che Alessia Gazzola ha sempre piacere di raccontare. Le protagoniste femminili sono poi ironiche, autoironiche, anche se ognuna poi differisce per qualcosa.
Angelica è laureata in lingue, vuole fare l'insegnante, poi si mette a fare la panettiera, ma dura poco e nel mentre ha un'idea: parte per Londra con un biglietto di sola andata.

Il romanzo però non è ambientato nella capitale britannica, bensì nel Dorset, una dimensione più bucolica: "Ho fatto svariati viaggi in Inghilterra nel corso della mia vita - afferma Alessia Gazzola - ma non sono mai stata nel Dorset. L'ho scelto e studiato per svariati motivi. Uno di questi riguarda un film molto carino intitolato ‘Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese' del regista Stephen Frears. È interamente ambientato nel Dorset e i meravigliosi paesaggi sullo schermo mi hanno fin da subito conquistata. Ho capito che doveva diventare la location del mio romanzo e mi propongo di andarci il prima possibile. Ho scritto il libro nel periodo di piena pandemia e avere un luogo in cui rifugiarmi con la fantasia è stato importante, un modo per distogliermi dalla triste realtà che abbiamo vissuto e speriamo di poter superare al più presto".
Verso la chiusura dell'incontro la mediatrice Martina ha chiesto all'autrice come mai all'interno del romanzo compaia più volte l'espressione "tempo sospeso". Questo tempo sospeso - spiega Alessia - è dovuto in larga misura al lockdown ed è quella parentesi in cui la nostra vita si ferma. L'intenzione era quella di scrivere il secondo libro dedicato a Costanza, ma in quel momento non aveva il tempo e la testa per documentarmi. Così è nato il romanzo appena pubblicato per un'esigenza di evadere dalla realtà e avere uno spazio proprio nel quale rifugiarsi.
S.B.
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