Besana: il 15 e il 16 le Giornate FAI di Primavera

Sarà la Delegazione FAI Alta Brianza a curare la 29esima edizione delle Giornate FAI di Primavera a Besana Brianza, con il patrocinio e la fattiva collaborazione dell’Amministrazione. Le iniziative sono in programma per sabato 15 e domenica 16 maggio: nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria sarà posta l’attenzione sul meraviglioso territorio della Brianza, proponendone la riscoperta storica, artistica, architettonica e paesaggistica con l’apertura della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, con il Coro dell’Antico Monastero di Brugora, e di Villa Filippini – Miotti - Prinetti.
La Delegazione FAI Alta Brianza ringrazia il Sindaco e la Città di Besana Brianza, la Fondazione G. Scola Onlus e l’Associazione Culturale S.S. Pietro e Paolo – Brugora, che con grande generosità e sensibilità partecipano alla realizzazione di questa grande festa dedicata al patrimonio culturale italiano, attraverso le visite accompagnate dai volontari del FAI. Da menzionare anche l’IISS “M.K. Gandhi”: alcune opere eseguite dagli studenti del Liceo Artistico verranno infatti esposte in Villa Filippini e saranno visibili durante i tour che, si ricorda, sono possibili previa prenotazione entro la mezzanotte del giorno precedente (tramite il sito dedicato alle Giornate FAI) con un contributo minimo suggerito a partire da 3 euro, per sostenere la missione della Fondazione e partecipare alle visite in completa sicurezza.

CHIESA DI SAN PIETRO E PAOLO E CORO DELL'ANTICO MONASTERO DELLA BRUGORA



Varcato il portale romanico, con doppio arco recante simboli degli evangelisti, figure umane e zoomorfe, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo ci accoglie nelle sue forme barocche, altare settecentesco in marmo policromo e cornici a stucco. Tuttavia, avvicinandoci al presbiterio, possiamo ammirare il commovente Cristo incoronato di spine, dipinto sotto la mensa dell'altare maggiore dal Maestro di Brugora agli inizi del '500, epoca cui risalgono anche i frammenti d'affresco a lato dell'altare, raffiguranti angeli e santi. Sopra l'altare l'affresco dell'Ultima Cena, realizzato a fine '500 e sostituito pochi decenni più tardi da una pala con medesimo soggetto opera di Daniele Crespi, che tuttavia fu rimossa e trasferita in Brera dopo la soppressione napoleonica del monastero. I due affreschi, risalenti al primo '700, collocati sui lati del presbiterio - il Cristo inchiodato alla Croce e la Deposizione - riprendono il tema della Passione, quasi un'eco degli affreschi nell'aula monastica.
Oltre il portale della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, si svelano al visitatore ambienti di bellezza e armonia rare, per secoli sottratti alla vista del mondo e riservati alle monache benedettine, che qui dimorarono in clausura per sette secoli dal principio del secolo XII. Esse ebbero vasti possedimenti nel territorio, tra cui un mulino conteso sul Lambro essendo posto nei pressi del ponte, che ancor oggi unisce Macherio a Canonica. Nel 1512 l’ignoto Maestro di Brugora dipinse un ciclo di affreschi, esordendo con la maestosa Crocifissione e Santi nel refettorio (non visitabile), per proseguire nel Coro (parte della visita) con le Storie della Vergine e concludersi con la commovente Deposizione nel Sepolcro, alla quale assistono idealmente le monache di Brugora, ritratte mentre discendono dal Gòlgota, immagine mirabile dello spirito contemplativo, che ancora aleggia tra le mura dell’antico monastero.


VILLA FILIPPINI PRINETTI. L’ARTE DELLA POLITICA: LA DINASTIA DEI PRINETTI



Lungo via Viarana incontriamo il cortile d’ingresso di Villa Filippini. La villa, eretta nel 1801 in sobrie forme neoclassiche, che ancora distinguono l’edificio dal contesto, fu dimora per tutto l'Ottocento dei nobili milanesi Prinetti sino alla cessione ai Miotti e quindi ai Filippini, che la utilizzarono come dimora estiva fino al 1989, anno in cui fu donata al Comune di Besana con lo scopo di farne un polo sociale e ricreativo. La volontà dei Filippini fu esaudita col restauro dell’edificio - oggi spazio espositivo al piano terra, biblioteca al primo piano e archivio nel sottotetto. L'ampio parco a nord è citato da Eugenio Corti nel romanzo "Il cavallo rosso" e ospita sculture di Aligi Sassu. Nel periodo risorgimentale e post unitario i Prinetti si distinsero per impegno politico. Ricordiamo i fratelli Ignazio e Carlo, senatori del Regno, e Luigi, sindaco di Merate. Emanuele, figlio di Ignazio, abile diplomatico; Giulio, figlio di Luigi, parlamentare e due volte ministro.
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