Casatenovo: 'tour' lungo il perimetro delle aree dismesse ex Vismara e Vister, fra scritte, vandalismi e vegetazione fuori controllo

Gli edifici dismessi delle aree ex Vismara e Vister sono ormai parte integrante del centro di Casatenovo.

L'ex salumificio Vismara visto da Via del Lavoro

Con la loro importante volumetria occupano una superficie consistente e girando - in auto o a piedi - fra Via Manzoni, Via Mameli, Via don Rossi, Via del Lavoro e Via Casati, non si può non notare l'imponenza e lo stato di degrado in cui versano. Se l'ex comparto farmaceutico è chiuso da decenni ormai e i suoi resti rappresentano una vera e propria ferita per il ''cuore'' del paese, i capannoni che sino ad una decina di anni fa ospitavano il salumificio - oggi a Cascina S.Anna - stanno facendo la stessa amara fine, come abbiamo constatato effettuando un tour un poco più approfondito del solito lungo il perimetro dell'ex comparto industriale.

A cominciare da Piazza del Lavoro, dove le scritte sulla cancellata di quella che era la sede di Vismara non si contano più ormai. Una condizione che peraltro si incontra anche in Via don Rossi e sul muro che confina con il parco giochi. Muri utilizzati come vere e proprie lavagne da anonimi writers anche nel piazzale del mercato, dove i capannoni dell'ex Vister appaiono in tutto il loro degrado, con vetri rotti e scritte anche in punti così alti che è lecito pensare che ignoti siano riusciti, nel corso degli anni, a violare la proprietà, come era peraltro già emerso in occasione di furti, vandalismi e addirittura incendi appiccati all'interno dell'ex area industriale.

Che dire poi della vegetazione, tanto rigogliosa da far sembrare alcuni punti dei veri e propri ''boschi urbani''. Un esempio? L'angolo fra Piazza del Lavoro e Via don Rossi dove un sentiero fra le sterpaglie consente di passare da un lato all'altro della strada, incontrando rifiuti, frammenti di vetro e persino una giacca posta in corrispondenza di una finestra, come se qualcuno, forse per ripararsi dal freddo, abbia tentato di effettuare un'incursione all'interno dell'ex salumificio.

Immagini scattate fra Piazza del Lavoro e Via don Rossi

Una condizione di degrado che prosegue, lungo l'arteria, quando volgendo uno sguardo all'ex Vister a fatica si riconosce l'ex portineria, circondata da vegetazione, mentre in Via Manzoni appare ancora ''impacchettato'' a distanza di due anni, l'edificio situato dinnanzi alla scuola materna Giovenzana dove si era verificato il distacco a terra di alcuni calcinacci a seguito di forti raffiche di vento. Una situazione analoga a quella che si era riscontrata in Via Mameli, poco più avanti rispetto all'attuale spaccio dolciario, tanto che si era reso necessario interdire l'accesso ad alcuni stalli di sosta posti a destra rispetto alla carreggiata.

Se il salumificio - nonostante la situazione di crisi sfociata nella procedura concorsuale che ha ottenuto il via libera dal tribunale di Reggio Emilia - continua la propria attività, la Vister ha chiuso i battenti da parecchio tempo. L'azienda farmaceutica era nata nel 1944, quando la Spa Francesco Vismara decise di dare vita ad un reparto farmaco-biologico, da affiancare all'attività alimentare avviata nel lontano 1890. I primi anni, quelli del periodo post-bellico, non furono facili, ma più tardi l'attività della ditta potè essere potenziata grazie all'ampliamento degli impianti.

L'area ex Vister da Via don Rossi

La Vister, sotto la guida di Egidio Vismara, conquistò nello spazio di pochi anni una posizione di tutto rispetto che la portò a collocarsi tra le prime imprese farmaceutiche operanti in Italia. La sua attività si concentrava in tre settori distinti: la chimica degli ormoni steroidei, la chimica estrattiva e quella di sintesi. A questi si affiancavano poi i laboratori di farmacologia e di tecnica farmaceutica e i laboratori di analisi.

Immagini scattate dal piazzale dove si svolge il mercato

Un vero e proprio impero industriale che diede lavoro a circa cinquecento persone, molte delle quali giovani. Risale al 1983 la conclusione del trasferimento e il completo abbandono del polo casatese, a seguito della cessione dell'azienda - avvenuta a fine anni Sessanta - dalla famiglia Vismara all'americana Warner Lambert, alla quale subentrò più tardi la Parke Davis.

Una condizione di degrado che non sembra destinata a migliorare, perlomeno in tempi brevi. Il comparto industriale dismesso che fa capo a diverse società (Devero, Ferrarini, Immobiliare Casatenovo ndr), nelle intenzioni di queste ultime e del Comune dovrà lasciare il posto a nuove residenze e a servizi pubblici secondo quanto stabilito nell'accordo di programma e soprattutto nei tre differenti piani integrati di intervento presentati dai proprietari delle aree interessate - e approvati dalla giunta comunale - per dare inizio a demolizione e costruzione in tempi diversi.

Questo per garantire appunto un nuovo futuro urbanistico a Casatenovo, liberando il centro da blocchi di edifici che da anni ormai hanno scarse ragioni di esistere, in mancanza della funzione produttiva-commerciale che svolgevano in precedenza.

Vedute da Via Manzoni

Il cammino tuttavia, si presenta ancora in salita e l'emergenza sanitaria ha reso il tutto ancora più complicato.
G. C.
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