Barzanò: recuperato il lavatoio di Villanova dopo 50 anni e ripulito quello a San Feriolo

Dopo oltre 50 anni di abbandono e quando ormai ci si stava anche dimenticando della sua esistenza, il lavatoio di Villanova a Barzanò è stato recuperato nei giorni scorsi da Stefano Figini, assieme al padre Giorgio e a Valentino Crippa, i quali hanno riportato alla luce la costruzione che si trova di fronte alla piscina. Il lavatoio si trovava seppellito sotto a un roveto ed era scomparso dalla vista di coloro che gli passavano anche a distanza ravvicinata, con il rischio di perdere definitivamente un'opera che ha rappresentato per decenni un luogo centrale della vita paesana, dove i cittadini si ritrovavano a fare il bucato a cadenza giornaliera. Il lavatoio di Villanova è alimentato dal torrente Brancale che ha origine dalla collina di Sirtori e si trovava da diverso tempo in condizioni poco decorose che non rendevano probabilmente giustizia al suo ruolo chiave ricoperto nei decenni passati.

"Passavo ogni giorno, mi dispiaceva vederlo in quelle condizioni" racconta Stefano Figini in un'intervista presenza sulla newsletter del Comune di Barzanò, che ha voluto dare molto spazio a questo importante intervento di risistemazione, aggiungendo: "ho chiesto l'autorizzazione a poter intervenire come volontario, e fare un lavoro di recupero". Munito di voglia e di volontà ad impegnarsi, Stefano ha perciò iniziato all'inizio di aprile a ripulire la riva, tagliando una pianta pericolante e realizzando una scaletta per scendere fino alla vasca, mettendo pian piano in sicurezza il luogo. Come lui stesso racconta, il lavatoio rappresentava effettivamente un punto di incontro e di socialità, soprattutto per le donne nel secolo scorso, ed ha perso la sua funzione primaria una volta che è stata introdotta l'acqua potabile nelle case dei cittadini.

"Ma il lavatoio conserva sempre un posto importante nell'immaginario e nella memoria storica delle diverse generazioni " ha affermato Stefano, ricordando come anche un luogo così apparentemente banale come questo possa costituire un simbolo significativo per la comunità e un'occasione di ripercorrere un pezzo di storia quotidiana passata anche per i più giovani. Il lavoro da fare è ancora molto, come ha spiegato lo stesso volontario, perché vanno ancora tolti fango e sassi e va ricostruita una parte del lavatoio che ha un lato danneggiato dalle radici degli alberi che si sono insinuate nel cemento. Sarà inoltre necessario qualche intervento di muratori e di altro lavoro volontario, ma sicuramente l'inizio è promettente e permetterà di restituire a Barzanò un pezzo della sua storia grazie al lavoro di alcuni paesani che hanno a cuore il loro passato.

Sempre in tema di lavatoi, nella giornata di domenica 9 maggio invece, un altro gruppo di volontari della frazione di San Feriolo, hanno ripulito meticolosamente il lavatoio di via Cappelletta, eliminando tutto il terriccio che aveva ricoperto i bordi della struttura. Con tanto di carriole, badili, secchi e scope i volontari hanno contribuito a ridare nuovamente bell'aspetto al lavatoio, un lavoro che periodicamente si rende necessario per mantenere in buono stato e agibile questa struttura, infossata nel terreno a sufficienza per raccogliere l'acqua proveniente a monte e anche da piccole sorgenti. A breve poi sarà anche piantumato un gelso, albero al quale i brianzoli sono particolarmente affezionati e che fino agli anni Cinquanta era molto presente nei nostri campi, utilizzato per la bachicoltura e per la produzione della seta.
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