Ello: la liquidazione di Retesalute torna in consiglio e viene approvata

Dopo un rinvio e un successivo consiglio comunale in cui non era stata posta all’ordine del giorno, in attesa di chiarimenti, la liquidazione di Retesalute – azienda che eroga i servizi socioassistenziali - è giunta sui banchi dell’aula consigliare nella serata di lunedì 17 maggio.
Quello che di fatto è stato l’unico punto significativo posto all’ordine del giorno della seduta, ha visto il sindaco Virginio Colombo ripercorrere la vicenda dell’azienda dal giorno in cui il comune di Ello ha fatto il suo ingresso nel capitale sociale, nel marzo del 2019.
«Finalmente – ha spiegato in apertura Colombo – dopo innumerevoli riunioni si è trovata una delibera unica per tutti i comuni».

Il sindaco Virginio Colombo

Quadra che – come ha spiegato il primo cittadino – ha richiesto un confronto approfondito su due aspetti: ripianamento del debito e ripresa dell’operatività ordinaria dell’azienda.
Una questione non da poco quella del saldo debitorio. L’azienda pubblica, partecipata dai comuni soci, annovera perdite per oltre 3,7milioni di euro. L’Amministrazione comunale di Ello – ha ricordato Colombo – si è impegnata fin da subito affinché il comune venisse chiamato a ripianare le perdite dalla data d’ingresso nella società – 14 marzo 2019 – e non dalla costituzione della stessa, come un’altra interpretazione normativa vorrebbe. Differenza non da poco. Nel primo caso il comune avrebbe dovuto staccare un assegno da 3mila e 500 euro, nel secondo da 35mila. Cifra quest’ultima che l’Amministrazione comunale ha comunque accantonato nel Bilancio. Nella stessa condizione di Ello si trovano Oggiono, Nibionno e Sirone. Un gruppo di comuni che ha ottenuto il riconoscimento di questa particolare situazione anche nel testo finale della delibera condivisa da tutti gli altri Enti comunali soci dell’azienda. Ora toccherà al comitato di liquidazione osservare e rispettare – se possibile - questa indicazione.

La maggioranza

La possibilità di ripresa dell’operatività dell’azienda, nel momento in cui si prospettasse un piano economico serio, in grado di aprire le porte all’ipotesi di revoca della liquidazione, ha suscitato molte perplessità nell’Amministrazione ellese. «Il liquidatore deve fare il liquidatore» ha spiegato più volte, anche negli scorsi mesi, il sindaco Colombo illustrando il proprio punto di vista basato sul parere dello studio legale Lamberti, interpellato sul tema. Il comune di Ello si è posizionato fra chi ritiene che la liquidazione fosse procedura opposta al ripianamento diretto del debito. Una volta avviata, il “ritorno in bonis”, ovvero la revoca della stessa liquidazione e il ritorno alla normale operatività dell’azienda, fosse di fatto escluso dalla normativa.
Su quest’ultimo aspetto non è stato semplice – anche alla luce dei pareri richiesti alla Corte dei Conti – raggiungere punto di sintesi fra tutti i comuni. Nel dispositivo finale della delibera sono state aggiunte – attraverso una mozione proposta dal sindaco e condivisa con gli altri comuni – più note specifiche che recitano “laddove si verifichino le condizioni previste dalla legge”.

L'opposizione

Poco prima della votazione sono intervenuti anche i rappresentanti delle minoranze. «Retesalute era una società nata sana, purtroppo è stata gestita in modo economico non favorevole» ha dichiarato Elena Zambetti, esprimendo perplessità anche sul compenso dei liquidatori. Danilo Riva ha invece sottolineato l’importanza di «mantenere attivi i servizi» durante la fase di liquidazione perché «fondamentali per le fasce deboli». Una continuità operativa prevista dalla delibera che, portata nell’assemblea aziendale del 20 maggio, sancirà l’avvio della procedura. Servizi erogati a favore dei comuni rispetto ai quali il vicesindaco Gianluigi Valsecchi – che detiene la delega alle Politiche Sociali – ha giudicato con standard qualitativi «molto elevati», concludendo il suo intervento con una nota: «la cosa che mi ha colpito è il fatto che anche i revisori dei conti non sono riusciti a individuare anno per anno il disavanzo che si accumulava, non so per quale motivo, non spetta a me giudicare, però una riflessione va sicuramente fatta».
Il futuro dell’azienda resta per lo meno incerto. L’eventuale ritorno all’operatività ordinaria, con la revoca della procedura di liquidazione entro la fine del 2022, dovrà trovare d’accordo le quasi trenta amministrazioni comunali coinvolte e in particolare i tecnici, i segretari comunali e i revisori dei conti.
L.A.
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