Oggiono: anteprima di uno spettacolo alla memoria di Dante, a 700 anni dalla morte

In un anno costellato sì dai gravissimi eventi legati alla pandemia, ma anche da interessanti appuntamenti culturali (molti dei quali purtroppo godibili soltanto ''a distanza'') in occasione del settecentesimo anniversario della scomparsa del sommo poeta Dante, quindici rappresentanti delle istituzioni, amministrative e scolastiche, hanno potuto assistere ad uno spettacolo inedito.

Le immagini dello spettacolo in scena domenica pomeriggio a Oggiono

Nel tardo pomeriggio di domenica 30 maggio infatti, nella suggestiva e preziosa cornice di Cascina Ghisolfa di Oggiono, si è tenuta l'anteprima dello spettacolo teatrale ''La Gemma di Dante, senza dimenticare le altre''; un modo alternativo per ricordare questo anniverario speciale.

Non si è trattato unicamente di una lettura della Divina Commedia: Nicola Bizzarri, insegnante e membro del collettivo (e scuola di danza e teatro) Stendhart di Oggiono ha allestito uno spettacolo ironico, pur nel rispetto della solennità dell'opera del Sommo Poeta, patrocinato dal Comitato Nazionale 700 Anni Dante Alighieri, nonché dal Ministero della Cultura. Ad accompagnarlo il magistrale violino di Luca Redaelli.

Durante l'anteprima (aperta soltanto a sindaci e dirigenti scolastici) i pochi fortunati hanno potuto assistere ad una rassegna dei personaggi più importanti, iconici e significativi dell'opera dantesca, accompagnati però da un trait d'union d'eccezione: proprio quella Gemma Donati, coniugata Alighieri, spesso dimenticata nel ricordo collettivo dell'opera dantesca.

A dispetto invece di Beatrice Portinari, celebrata sia dalla Commedia (ricordiamo che è proprio lei ad accompagnare il sommo poeta in Paradiso ndr), sia dalla Vita Nova e che, come ricorda proprio Gemma nel corso della piece, è morta solo in senso poetico, in quanto lei se la ritrova sempre tra i piedi quando va al mercato.

Percorrendo il sottile crinale dell'ironia, lo spettacolo si è rivelato un'occasione, cavalcando tra i versi della Divina Commedia, per incontrare (o reincontrare, tra le reminiscenze dei banchi di scuola) figure scolpite nell'immaginario collettivo.

Dalla notissima Francesca (chi di noi non ha un moto al cuore, ricordando gli immortali versi "amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona") a Piccarda Donati, sorella proprio di Gemma e cognata di Dante, prima persona che vede in Paradiso, fatta uscire con la forza dal convento dell'Ordine delle Clarisse dove aveva scelto di rinchiudersi e costretta dal fratello Corso a sposare un ricco rampollo, Rossellino della Tosa, uno dei Neri più facinorosi.

Secondo la leggenda, morì - se così si può dire, provvidenzialmente - di lebbra prima che le nozze fossero consumate. O ancora Pia de Tolomei ("ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria, disposando m'avea con la sua gemma"), vittima ante litteram di uno spietato ed oscuro femminicidio. Secondo le ricostruzioni storiche fu fatta uccidere, per una presunta infedeltà, dal marito Nello dei Pannocchieschi, a mezzo di un'atroce defenestrazione dal Castello di Pietra in Maremma.

Voci di donne - in primis proprio della moglie di Dante, vissuta all'ombra del poeta e caduta nell'oblio - che meritavano di essere ascoltate, immersi fra l'altro nel bellissimo paesaggio oggionese, fra i suoni della natura di tarda primavera. Sia per la magistrale lettura dantesca svolta da Bizzarri, alternata alle toccanti e vibranti note del Redaelli, sia per ricordare una volta di più che la storia, come sempre, è fatta di tanti personaggi, tutti diversi fra loro ma altrettanto affascinanti.
Marina Temperato
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