Casatenovo: il progetto per giovani ''Dalla ghianda alla quercia'' si presenta

Partecipazione, condivisione ed anche un pizzico di emozione - genuina e necessaria, dopo il lungo periodo segnato dalla pandemia - quella che è stata regalata dai relatori ieri pomeriggio, durante la presentazione del progetto ''Dalla ghianda alla quercia'' presso il granaio di Villa Greppi a Monticello.

Le autorità e i volontari che hanno lavorato al progetto ''Dalla ghianda alla quercia''

''Vogliamo presentare alla comunità un progetto territoriale-educativo condiviso, che ha iniziato il suo percorso nel dicembre dell'anno scorso, con l'allestimento di un tavolo di lavoro a Casatenovo, tramite il contributo di diverse associazioni e che si era interrotto a causa della pandemia. Una collaborazione sul territorio che ha visto una risposta ottima da parte degli interpellati, e che ha come trait d'union la centralità del benessere psico-fisico del ragazzo. Ma il punto di partenza - già a maggio - è stato quello di formare gli adulti, per apprendere come accompagnare i ragazzi nella loro crescita'' ha detto don Andrea Perego, presidente della Polisportiva Asd GSO San Giorgio e responsabile della pastorale giovanile della comunità, evidenziando il sostegno ricevuto sia dall'amministrazione comunale (erano presenti l'assessore Gaetano Caldirola e il consigliere e capogruppo Fabio Crippa ndr) sia dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, che ha creduto nel progetto.
''Io, di mio, sono molto soddisfatto per essere riusciti a mettere al centro la figura dei ragazzi, cui non dobbiamo dimenticare di chiedere come stanno e per la collaborazione creatasi pur nella diversità dei vari partecipanti, che si sono riconosciuti proprio attorno allo stesso obiettivo'' ha concluso don Andrea, che ha ricordato come, soprattutto dopo la pandemia, sia necessario occupare del tempo per raccontare le cose positive.

Il responsabile della pastorale giovanile della comunità casatese ha poi lasciato la parola alla dott.ssa Patrizia Rizzotti, che ha curato il progetto nei dettagli, coordinandone i vari ed interessanti aspetti. ''Sono molto emozionata perché, dopo tutto il lavoro svolto, oramai cominciamo a raccoglierne i frutti, visto che alcune attività sono anche partite. È iniziato tutto durante l'estate scorsa, da un bisogno ripetuto e condiviso della comunità: quello di fare delle cose con un seguito ed un senso. Normalmente, infatti, un progetto si presenta, viene approvato, riceve i finanziamenti e, quando questi finiscono, finisce anche il progetto. Ma rimane, in chi l'ha sperimentato, un forte desiderio. In questo caso siamo riusciti a realizzare una prassi più concreta: dopo diverse riunioni, rigorosamente online a causa della pandemia, abbiamo partorito una proposta che ha convinto sia il Comune di Casatenovo, sia la Fondazione Comunitaria Lecchese, che ci ha finanziati tramite il fondo Aiutiamoci. In pieno stile ambrosiano, abbiamo inserito una parte attiva, e siamo stati riconosciuti proprio come tale: il progetto, modulato fino al gennaio del 2022, è in realtà già pronto per proseguire la sua continuità sino alla fine del prossimo anno almeno. Ecco, la metafora agricola che dà il titolo al progetto ci ha insegnato a non scambiare i risultati con i punti di partenza: siamo una semplice ghianda ma, come i numeri di Pareto, speriamo di avere effetti moltiplicativi''.

Nel suo intervento la dott.ssa Rizzotti ha poi illustrato i sei distinti assi principali d'intervento del progetto: "Scaldare i motori", "Allenamenti innovativi", "Il vissuto, il racconto, la memoria", "Assembra Menti", "Centri Estivi e Mi Riciclo" e "Formazione GSO".
Per quanto concerne il primo aspetto, parte dell'intervento è stato illustrato dal professor Cazzaniga (GSO San Giorgio). ''Sono davvero contento di essere qui per spiegare brevemente cosa si può fare, e per capire se ce l'abbiamo fatta. Non ci possono essere allenamenti innovativi senza adulti responsabili, pronti in prima persona ad innovarsi: dobbiamo avere genitori, direttori sportivi, allenatori, educatori e animatori informati e formati, per rendere gli allenamenti un vero e proprio processo educativo, impresa certo non semplice. Al centro dell'attività ci deve sempre essere il giovane, perché lo sport deve essere uno strumento di crescita, che deve essere anteposta al risultato. Dobbiamo partire da una fotografia delle abilità del singolo, per comprendere cosa possa fare quali siano le sue carenze relazionali, funzionali e cognitive, al fine di intuire come lo sport possa migliorarle, senza mai dimenticare che le attività devono essere divertenti e stimolanti: il miglioramento deve sempre poter essere percepito. È sicuramente un obiettivo ambizioso, e stiamo lavorando per raggiungerlo''.

La seconda parte è stata invece oggetto dell'intervento di Aristide Nannini, presidente dell'associazione Angolo Giro, che si occupa da anni di sostenere persone legate all'ambito dell'immigrazione con necessità di inserimento, soprattutto prendendo in considerazione il successo scolastico, atteso che l'integrazione può essere realizzata anche tramite la soddisfazione per i risultato raggiunto, sia per le famiglie, sia per i ragazzi.
''Nell'ambito di questo progetto, ogni settimana, tramite un nostro volontario formato a tal fine, dedicheremo alcune ore di una giornata, prima o dopo gli allenamenti in oratorio, all'aiuto compiti, perché il recupero delle lacune va fatto tramite l'esecuzione ragionata dei compiti e delle scadenze percepite dai ragazzi'' ha detto Nannini.
''AssembraMenti'' invece, nome del festival cinematografico realizzato dai ragazzi (tre ragazzi e tre ragazze) formati dall'associazione Atonga, è stato invece presentato da Tommaso, in rappresentanza del sodalizio. ''Abbiamo proposto questa iniziativa con i giovani, perché parte integrante della rassegna sono proprio loro: le prime due serate sono state un crescente successo, e i ragazzi sono stati davvero fantastici''.

''Siamo ragazzi dai 17 ai 21 anni, con esperienze diverse, da chi sta studiando cinema allo studente di matematica. Dopo quattro pomeriggi di formazione, dedicati alla scelta del tema e dei film da rappresentare, agli aspetti tecnici dell'allestimento fino agli aspetti burocratici, siamo riusciti a realizzare la kermesse, con film per tutti, pur mantenendo un'anima da rassegna indipendente, scelti dai giovani per i giovani. E tutto questo a partire dal tema, Vinti e Vincitori, scelto proprio perché, dopo la pandemia, abbiamo dovuto rivedere i nostri valori e le nostre priorità: cosa significa oggi vincere e perdere? Come giudico gli altri e me stesso dopo tutto questo? I numeri poi sono molto soddisfacenti: durante la seconda serata, nonostante una temporalata che rischiava di mandarci all'aria, abbiamo resistito, e il pubblico ci sta premiando. Anche perché abbiamo curato anche l'aspetto della comunicazione in maniera giovanile, fatta tutte tramite social, partendo da zero ed arrivando alla realizzazione di un vero e proprio film festival'' ha aggiunto Beatrice.
''Centri estivi e Mi Riciclo'' è stato invece presentato da Sara Pennati, coordinatrice della comunità socio sanitaria gestita dalla cooperativa ''La Vecchia Quercia'', da anni impegnata nel casatese in favore delle persone diversamente abili. ''Il Covid ci ha bloccati, ma grazie al progetto di oggi possiamo ripartire: in particolare, Mi Riciclo ha visto cinque ragazze allestire un laboratorio in oratorio durante i centri estivi. Perché desideriamo portare qualcosa che loro sanno davvero fare, mettendo così in evidenza non il limite, ma la risorsa". L'intervento si è concluso poi con un video, dalla toccante ironia, realizzato dai ragazzi del CSE, per ricordarci come nessuno si salva da solo.

A concludere la conferenza stampa, le parole di don Andrea Perego. ''Quello che davvero mi è piaciuto e mi piace è ascoltare i racconti: quella di oggi, difatti, non è stata una presentazione punto per punto, ma una vera e propria condivisione di esperienze positive. Una pratica, questa, che dovremmo riscoprire: ascoltare non è mai una perdita di tempo, perché dall'ascolto e dal racconto può nascere qualcosa di positivo. Ascoltando i ragazzi oggi emerge, difatti, un vero desiderio di normalità: non dobbiamo dimenticarci, infatti, come il Covid abbia semplicemente acuito e fatto esplodere emergenze, come quella economica, lavorativa e relazionale, che erano semplicemente latenti. L'intento del progetto, perciò, è una reale esigenza oggi: quella di tornare ad assaporare la freschezza di cose semplicissime, quella voglia dei giovani di tornare ad assembrarsi. Ed è proprio vero che nessuno si salva da solo: l'educazione è una delle vie fondamentali, ma non dobbiamo mai dimenticare che non ci si può educare autonomamente e in maniera isolata. Il futuro non può essere divisione, e il progetto di oggi ne è la dimostrazione: ciascuno dei partecipanti, ognuno con la sue differenze e identità, riesce a riscoprire un metodo di comunità, ovverosia riesce a vincere la pandemia ed il suo isolamento: come ha ricordato il nostro arcivescovo in occasione della festa di Sant'Ambrogio, dobbiamo recuperare il buon vicinato'' ha detto il sacerdote, invitando ad avere speranza e fiducia nei giovani.

Don Andrea Perego

''Del resto, è stato Papa Francesco a ricordarci di quell'antico adagio africano, per cui per educare un bambino serve un intero villaggio. E la comunità casatese è proprio un grande villaggio: tutti (anche chi si aggiungerà in corso d'opera al progetto) siamo corresponsabili del futuro. Lo ha ricordato anche il nostro Sindaco: sarebbe un po' infantile attendere direttive istituzionali, o che siano i governanti a farsi carico dei nostri problemi: deve essere il villaggio a risvegliarsi. Dobbiamo quindi essere ghiande su questa terra, fratelli tra di noi, per aggregarci ed aggregare ancora più persone. E, visto che un vecchia adagio recita che il danaro è lo sterco del diavolo, ma serve a concimare il paradiso, dobbiamo ringraziare la Fondazione Comunitaria Lecchese, l'amministrazione comunale di Casatenovo e gli sponsor privati, che ci hanno aiutato e ci stanno aiutando a rendere tutto questo possibile. Perciò, rimbocchiamoci tutti le maniche per ripartire, ricordando sempre come queste esperienze sono molto preziose, perché non sono scontate''.

Marina Temperato
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