Truffe ad anziani nel lecchese: un caso anche a Barzanò. I CC invitano a fare attenzione

Immagine d'archivio
Truffe ai danni di anziani
: una piaga senza fine. Anche negli scorsi giorni (in particolare giovedì 1 e venerdì 2 luglio) si sono registrati nuovi episodi nel territorio della provincia di Lecco. Se ad essere prese di mira sono state in particolare le zone fra Abbadia, Lierna e Mandello - l'alto lago tanto per intenderci - anche il casatese si è reso scenario di fatti analoghi.
A Barzanò ad esempio, ignoti malviventi hanno messo a segno l'altra mattina una truffa ai danni di un'anziana e per giunta nel più subdolo dei modi. Le hanno fatto credere che il figlio fosse vittima di un incidente stradale e che servissero subito dei contanti per poterlo tirare fuori dai guai. Chi l'ha chiamata, inviando poi un complice alla sua porta per la ''riscossione'', conosceva il nome dei suoi parenti e addirittura la professione di una di loro.
Un quadro di familiarità che ha contribuito a trarre in inganno l'anziana che, preoccupata per il figlio, si è purtroppo fidata, consegnando una esigua somma di denaro. Quando si è accorta del raggiro era ormai troppo tardi e a quel punto ha capito di essere finita nella rete dei truffatori. La donna e i suoi familiari hanno così composto il 112, chiedendo l'intervento di una pattuglia per segnalare l'accaduto e fornire tutte le informazioni che possano eventualmente servire per risalire agli autori della truffa.
Nel frattempo i carabinieri del comando provinciale di Lecco hanno diffuso un comunicato stampa per mettere in allarme gli anziani e le loro famiglie. L'escalation di truffe avvenute in questi primi giorni di luglio hanno un filo conduttore: ignare vittime contattate via telefono da truffatori che hanno riferito loro di arresti, denunce o ancora di incidenti stradali occorsi ai danni di loro congiunti prossimi, con la conseguente richiesta di denaro per evitare conseguenze peggiori.
I militari pertanto raccomandano la cittadinanza a diffidare da chi vuole entrare in casa qualificandosi come esponente delle forze dell'ordine, avvocato o dipendente di enti pubblici che forniscono servizi.
Nel primo caso peraltro, carabinieri, finanzieri o poliziotti si presentano eventualmente in case private indossando l'uniforme e mai chiedono contanti o gioielli.
''Impedite nei casi sospetti, l'accesso a persone di cui non è nota l'identità, chiamando il 112 o la stazione dei carabinieri, oppure la presenza di qualche vicino o familiare'' spiegano nel comunicato. ''Considerate inoltre che, in occasione di chiamate telefoniche spesso i truffatori non interrompono la chiamata. Le vittime, dopo aver composto un altro numero, interloquiscono di nuovo con i truffatori''.
L'auspicio è che questi consigli possano fungere da deterrente, evitando il ripetersi di questi odiosi episodi.
G. C.
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