Oggiono ricorda Hemingway grazie al circolo Tenchio

Si intitola "Il mio amico Ernest" l'iniziativa promossa nella giornata di venerdì 2 luglio dal circolo culturale oggionese Angelo Tenchio in occasione del 60° anniversario della morte dell'autore Ernest Miller Hemingway, caposcuola di una narrativa moderna dalla prosa innovativa ma non faziosa. Testi ed immagini, frutto di ricerche ed approfondimenti sulla vita dell'autore, sono stati esposti nelle vetrine di alcuni negozi e bar del centro, sviluppando la sua storia attorno a diversi temi.

"Chissà perché vivere la propria vita come fosse un romanzo, da sogno per la gente comune, si trasforma in accusa per uno scrittore. E' toccato a Ernest con le aggravanti che certi critici, forse invidiosi, hanno invocato contro di lui" hanno spiegato gli organizzatori dell'iniziativa, evidenziando la capacità dell'artista nel saper scegliere le parole giuste e scartare quelle sbagliate, per comunicare esattamente ciò che sentiva ai lettori, parlando alle loro menti e ai loro cuori.

Dai drammi di famiglia, che sembrerebbero spiegare tutta l'opera dello scrittore, gli allestimenti hanno riguardato anche le sue abitudini, le propensioni alcoliche, nonché gli oggetti di vita quotidiana divenuti parte integrante della sua vita artistica, prima fra tutti la sua macchina da scrivere.

"L'esistenza di Hemingway si può leggere come una parabola creativa all'insegna della vitalità, di un'energia che lo rese capace di molti eccessi. Si è tentati di pensare che persino il baratro dell'ultimo "gesto" gli si sia spalancato davanti perché qualcosa di troppo si era spezzato. Anche nelle vicende che descrisse, oltre che in quelle vissute, Hem trasfuse il suo sanguigno vigore. Usava la propria vita e le proprie parole con la stessa forza e la stessa libertà, qualcosa come il gesto spavaldo ed elegante di un torero che fa volteggiare il drappo rosso di fronte a un toro infuriato" hanno aggiunto.