Barzago: spettacolo in chiesa per la fine dell’oratorio feriale

Una storia tutta centrata sull’uomo, le sue fragilità e le sue potenzialità, quella raccontata nello spettacolo preparato dai ragazzi dell’oratorio feriale dal titolo “Hurrà” di Barzago per la serata di domenica 4 luglio, per festeggiare un’esperienza che volge ormai al suo termine. Un centinaio sono stati i presenti tra adulti e bambini che si sono radunati presso la chiesa parrocchiale dove assistere allo show, e che, nonostante fossero rispettate le misure di sicurezza anti-Covid, hanno comunque riempito la struttura praticamente fino all’orlo.




Il lavoro portato in scena dai ragazzi avrebbe dovuto essere presentato lo scorso anno e, per questo motivo, l’emozione e l’entusiasmo erano anche doppi e sicuramente amplificati vista l’attesa prolungata. Si è trattato, perciò, non solo di un momento di svago e divertimento ma anche e soprattutto di un significativo ritorno parziale alla normalità pre-Covid proprio perché il mondo dello spettacolo e degli eventi è stato probabilmente uno dei più colpiti dalla pandemia. A fare gli onori di casa prima di presentare l’evento è stato il parroco don Giovanni Colombo, che oltre a sottolineare la propria soddisfazione per i numeri del pubblico e per l’impegno dei ragazzi ha anche sottolineato come effettivamente lo spettacolo sia anche un modo per premiare la tenacia, la perseveranza e la voglia di ripartire, soprattutto dei più giovani.





“Un’ala soltanto” il nome quindi dello show a cui hanno preso parte una ventina di bambini dell’oratorio, dai 6 anni in su, supportati e guidati dai propri animatori e dai volontari e genitori, tra cui i Fabrizio’s Boys, che si sono resi disponibili per aiutare ad allestire la coreografia e a garantire la parte di logistica, di suoni e di luci. La storia è stata invece tratta da uno scritto di Tonino Bello che paragona gli esseri umani agli angeli e che parla proprio di un’ala di riserva di cui fa richiesta al Signore stesso affinché possa colmare parte di quelli che percepisce come propri difetti o mancanze. Di conseguenza, i ragazzi hanno trasportato il senso di questa richiesta sul palco (o meglio, l’altare in questo caso), centrando la storia sul viaggio introspettivo di alcuni bambini che in compagnia dei propri angeli vanno alla ricerca di quell’ala che scopriranno alla fine di aver sempre avuto con sé.



Lo spettacolo è stato poi ricco di giochi di luce e ombre, effetti speciali e sempre inserito in un contesto o sottofondo musicale ad hoc. In questo caso, alcune delle canzoni e dei suoni sono stati proposti in diretta da alcuni ragazzi e animatori dell’oratorio che, suonando chitarra o violino, hanno reso lo spettacolo ancora più interattivo. Cura al dettaglio anche per i costumi dei bambini, che sono spaziati dalla veste da indiana-nativa americana, da ballerina di flamenco fino alle tuniche degli angeli con le loro ali dorate. Le culture del mondo e le risorse naturali sono state poi le protagoniste più silenziose dello spettacolo, in quanto presenti sempre sullo sfondo e citate dall’inizio alla fine per allargare ed estendere lo scopo e il significato della storia.




I cosiddetti “Signor tu”, nonché i bambini che vivono questa avventura di ricerca e scoperta dell’ala perduta, insieme ai propri angeli e alle voci narranti hanno poi spesso cantato in coro alcune canzoni che parlavano proprio delle vicende straordinarie performate da questi giovani attori. Anche l’interazione con il pubblico è stato un elemento non tralasciato e grazie al posizionamento di alcuni oggetti di scena tra le panche e nelle corsie della chiesa e al coinvolgimento del parroco e di alcuni genitori, il tutto è apparso spesso ancora più divertente e curato davvero anche nel più piccolo dei dettagli. Un successo quindi, che può essere di buon auspicio per la prossima esperienza di oratorio feriale e per questa estate che si presta ad essere la prima in due anni con meno restrizioni e più libertà, anche nel mondo dello spettacolo stesso.
M.B.
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