Oggiono: anche l'ex preside e i docenti del Badoni per l'ultimo saluto a Lorenzo Arosio

Tanta tristezza e infinito dolore. Impossibile non provare questi sentimenti nel pomeriggio odierno, quando nella chiesa oggionese di Santa Eufemia si sono riuniti in tanti per dare l'estremo saluto a Lorenzo Arosio, vittima di un incidente stradale a soli 19 anni.

Il feretro di Lorenzo Arosio ai piedi dell'altare

Stava facendo rientro nella sua casa di Imberido giovedì sera, quando si è verificato l'improvviso schianto, fatale e terribile, che non gli ha lasciato scampo. La sua Suzuki è finita dapprima contro un albero, carambolando giù per qualche metro nella boscaglia accanto alla carreggiata, in Via Milano.

Il parroco don Maurizio Mottadelli

Gremita la chiesa e invaso di giovani il sagrato. Fra i tanti volti commossi per questa ingiusta perdita, anche l'ex preside dell'istituto Badoni di Lecco, il professor Angelo De Battista, accompagnato da alcuni insegnanti. Il gonfalone della scuola era presente fra le navate della parrocchiale oggionese, a ricordare i cinque anni trascorsi da Lorenzo fra i banchi della scuola del capoluogo, dove si era diplomato lo scorso anno, dando il via ad un percorso lavorativo presso l'azienda Gilardoni spa Raggi X di Mandello.

''La prima cosa che ci sentiamo di dire - ha affermato il parroco don Maurizio Mottadelli in esordio di omelia - è che non è giusto morire così. Non si può a vent'anni, quando hai una vita davanti che si prospetta bella luminosa. Lorenzo aveva un lavoro, una fidanzata, una famiglia che gli ha voluto bene e che gli vuole bene. Alla sua età non è giusto morire così. Che cosa è stato non lo sappiamo: un malore, una distrazione, un eccesso di sicurezza in una strada che avrà percorso chissà quante volte. Noi diciamo che non è giusto e allora cerchiamo una risposta nella parola di Dio'' ha proseguito il sacerdote.

A sinistra Lorenzo e lo scenario del drammatico incidente stradale

Ha poi ricordato la fragilità dell'uomo di fronte a quanto accaduto, ''quella del nostro pensiero, di chi di noi è in grado di spiegare e dare un senso a quello che è avvenuto. Non siamo capaci di risponderci da soli sul perchè. C'è una fragilità della nostra fede come cristiani, come fedeli. Crediamo che Lorenzo entri nella vita eterna in comunione con Cristo, però mentre diciamo queste cose ci accorgiamo che facciamo fatica a crederci. La nostra fede è fragile, debole.... siamo ancora in piedi di fronte alla croce. Non è ancora giunta la domenica in cui cristo risorgerà. Chiediamo al Signore che possa vegliare sulla famiglia, sugli amici e su tutti coloro che vogliono bene a Lorenzo. Queste sono le emozioni nel nostro cuore oggi '' ha concluso il sacerdote.

Un'omelia intensa pronunciata alla presenza di oltre quattrocento persone, la maggior parte delle quali hanno assistito alla funzione liturgica all'esterno. Poi, qualche minuto prima delle ore 16, il feretro di Lorenzo ha lasciato la parrocchiale accompagnato dai genitori, dalle sorelle e dalla fidanzata per la sepoltura nel cimitero di Imberido.
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