Missaglia: l'affascinante e antica storia della chiesina in Valle S.Croce nel libro di Ornaghi

Nella chiesina di Santa Maria in Villa di Missaglia, si è tenuta la presentazione del libro di Gaetano Ornaghi "Una Croce nella Valle: la Valle Santa Croce nella Brianza insubre: storia, segreti e misteri", edito dall'Opificio Monzese delle Pietre Dure.
L'evento è stato introdotto dal padrone di casa, il Conte Alberto Sormani Parea Uva, che ha dato il benvenuto a tutti coloro che hanno preso parte all'evento.

Da sinistra Renato e Gaetano Ornaghi, il Conte Alberto Uva e il sindaco Bruno Crippa

''Ringrazio in particolare il sindaco di Missaglia e i rappresentanti del Parco Regionale della Valle del Curone con cui ho avuto la possibilità di poter siglare un patto d'intesa negli scorsi giorni, volto al restauro della chiesa di Valle Santa Croce. Insieme ci impegneremo per trovare i fondi necessari per riportare alla luce questo gioiello oggetto del libro che andremo a presentare oggi con i nostri graditi ospiti. Un libro che parla del nostro territorio che di nuovo torniamo a riscoprire. Molti studi sottolineano quanto faccia bene alle persone frequentare luoghi di cultura ed esercitare le arti. Sin dal paleolitico le arti della musica e della pittura era utilizzate come potenti medicinali. Probabilmente oggi dovremmo ritornare ad apprezzare questi antichi usi promuovendo la sperimentazione delle arti per tutti'' ha detto il Conte Alberto Uva.

Gaetano Ornaghi

Il primo cittadino di Missaglia ha preso la parola, elogiando il volume che ha voracemente letto. "Leggendo il libro mi sono reso conto di quanto amore per il territorio sono intrise queste pagine. È un'opera che omaggia la storia di Missaglia, ricordandone l'identità e rispecchiandola nella chiesetta incastonata in Valle Santa croce. Dalla sua costruzione, in un'epoca a civiltà celtica, questa era una folta e oscura foresta di querce, un'immagine che viene ben descritta in questo bellissimo libro, come viene anche delineanti un grande sentimento nei confronti della cultura contadina, fondamento della nostra vita di oggi. Ultimo, ma non per importanza, elemento che viene approfondito nel libro di Ornaghi è quello sui misteri che si celano dietro alla chiesina. Il primo è legato alle incisioni etrusche sulle colonne ritrovate presso la chiesina, ma anche la leggenda che sia seppellito un chiodo della croce di Cristo. Magari verrà ritrovato nel corso dei restauri!'' ha detto il sindaco Bruno Crippa che nel concludere il suo intervento,  si è impegnato ad acquistare alcune copie del libro per donarlo alle coppie che si sposano in municipio, contribuendo così a far conoscere e a valorizzare la storia di Missaglia.

Renato Ornaghi e Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (presidente ACIGEA)

Ha poi ripreso la parola Alberto Uva per introdurre ai presenti la figura di Padre Ambrogio, inviato dalla diocesi ortodossa di Milano. ''Grazie alla cooperazione con ACIGEA (Associazione Culturale Internazionale Euroasiatica Ecumenica Cristiana), abbiamo voluto promuovere la realizzazione di un centro di fede ortodossa nel nostro territorio. È infatti chiaro che, in questo momento di difficoltà della Chiesa cattolica, quella ortodossa sta dimostrando grande forza e determinazione nella sua comunità. Tutto questo viene dimostrato dall'attaccamento dimostrato dai suoi fedeli. Possiamo dire che la posizione della Chiesa di Costantinopoli è un caposaldo delle tradizioni e dei valori che, in questo momento di cambiamento stanno portando ad una forte crisi identitaria. È per questo motivo che con il restauro della chiesina di Santa Croce vorremmo realizzare un centro di dialogo tra le due Chiese, di oriente e di occidente, dove entrambe possano celebrare la loro fede cristiana ispirandosi l'una all'altra''.

Il Conte Uva e il sindaco Bruno Crippa

Dopo il deciso intervento del Conte Uva, Padre Ambrogio è intervenuto volendo chiarire la posizione della Chiesa ortodossa che non è in opposizione a quella cattolica. ''Bisogna far vivere bene le due Chiese sorelle perché insieme compongono le due facce della stessa medaglia: una rivolta ad oriente l'altra ad occidente, ma entrambe unite nella fede in Cristo e in Maria''.

Dopo questo chiarimento, Padre Ambrogio si è concentrato sul volume, concedendosi un'appassionante lettura. ''Si hanno tre momenti che vogliono evidenziare il valore della croce, basati sulle sacre scritture. Partendo dalla lettera ai Corinti I e ai Galati di San Paolo, il primo aspetto su cui vorrei attirare la vostra attenzione, è la presenza della Croce in questa valle. La Croce non viene più considerato come sinonimo di patibolo romano, ma come strumento di gloria e fede, la croce è vanto, non più disprezzo. San Paolo quando percorreva a strada verso il luogo dove sarebbe stato crocifisso, invoca il fatto di essere cittadino romano, di avere quindi diritto ad essere decapitato piuttosto che crocifisso. Tale morte in croce, lenta e dolorosa, era una condanna dedicata a coloro che, per la società non valevano nulla, come i servi o i vagabondi. Di questa morte, per quanto dolorosa e disprezzata dai luoghi comuni, con il Cristo diviene un motivo di vanto, un simbolo in cui i cristiani si riconoscono.
Inoltre la croce nel libro presentato oggi, assume anche un valore cosmico nella parte in cui dice: verrebbe quasi il sospetto che la Chiesa abbia scelto questi giorni dell'anno per la celebrazione della Santa croce per chiedere la protezione sulle coltivazioni, In realtà la Chiesa ha scelto volontariamente queste date. La Pasqua è un giorno di rinascita, come lo è la primavera in cui si celebra" ha precisato il religioso.

A destra Padre Ambrogio

Come ultimo punto Padre Ambrogio ha voluto riflettere sul valore liturgico della Croce. "Il suo significato lo si può rivedere nelle antifone che vengono lette durante la messa del Venerdì Santo per i cattolici: adoriamo la tua Croce Signore e glorifichiamo la Tua Resurrezion. La Croce su cui Gesù il Cristo ha sofferto, è il mezzo con cui il cristiano raggiunge la resurrezione, attraverso la comprensione di quella sofferenza si può ambire al regno dei celi. Quindi ho un invito per tutti i credenti che vi sono qui riuniti: torniamo ad indossare la croce. Indossarla sui nostri cuori, indipendentemente se vi sia o meno nei luoghi pubblici come alcuni desideravano anni fa, l'importante è fare della Croce il segno della propria vita!".
Dopo tutti questi preamboli, ha finalmente preso la parola Gaetano Ornaghi che, con l'aiuto del fratello Renato, ha presentato alcune delle scoperte che ha fatto con le sue indagini circa la storia della chiesina di Santa Croce. Dopo aver ringraziato tutti gli interventi e coloro che hanno espresso il loro apprezzamento sul libro suo libro, ha voluto partire dall'ispirazione che l'ha spinto a scriverlo.

''Ho sessantacinque anni e il mio legame con il paese di Missaglia è dovuto a mia madre che viveva nei pressi di Valle Santa Croce. Io non ho mai abitato qui, ma alcuni dei miei parenti si, e per questo conosco bene la valle con la sua natura incontaminata che permette a coloro che la attraversano a piedi di potersi immergere in luoghi meravigliosi. La prima volta che ho visitato questa chiesina ero un quindicenne che, vagando per sentieri, aveva trovato questo tesoro, quasi per sbaglio, accorgendomi delle fattezze ricercate, molto diversa dalle altre chiese di campagna. La scalinata è stata probabilmente costruita per dare maggiore importanza alla chiesa, come anche il timpano ed il semi-rosone che decorano la facciata. Nel corso dei secoli ha subito vari restauri per volere della famiglia Sormani, ma l'impianto non è mai variato, rimanendo quello medievale.La porta non era rivolta verso il centro abitato, ma verso il sentiero che arriva dalla valle, probabilmente perché questo edificio religioso era stato costruito per permettere a tutta la valle di professare la prorpia fede. Crescendo ho iniziato a fare ricerche su questa chiesina, un lavoro molto lungo, soprattutto perché desideravo svelare i segreti celati tra le mura di questo piccolo tempio nella valle. Il primo è quello legato all'incisione etrusca trovata da Virginio Riva, letterato che si è interessato di Brianza nel corso del Novecento. L'interpretazione della antica incisione non è univoca, per quanto vi si riconosca la dedicazione della chiesa alla festività della Santa Croce. Questa incisione sarebbe da leggere come un segno di devozione alla divinità locale fatta in epoca preromana, probabilmente delle popolazioni Insubre, derivata dai Celti che vivevano in questo territorio''.

Secondo le ricerche svolte da Gaetano Ornaghi, la chiesina di Santa Croce era per gli insubri un luogo molto importante, soprattutto per coloro che venivano indicati come i detentori della cultura di quella popolazione: i druidi. Essi ricoprivano sia la funzione religiosa che politica, nella veste di consiglieri. ''Rappresentavano gli unici istruiti e scienziati della cultura popolare insubre che tramandavano di generazione in generazione ai nuovi druidi. In questa valle è presumibile che vi fosse un tempio succursale della scuola per druidi di Milano; infatti questo luogo era perfetto per poter conoscere l'astronomia, una delle tante materie che i druidi insubri erano tenuti a conoscere, dato che erano loro che indicavano il passare del tempo, come l'arrivo delle festività, in base all'osservazione delle stelle" ha detto Ornaghi.

Dopo aver approfondito i tanti misteri di questa chiesina si è tenuta una piccola cerimonia alla presenza di Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri, rappresentante di ACIGEA, che ha voluto dire grazie al sindaco di Missaglia, al Conte Uva e a Gaetano Ornaghi per la loro collaborazione a favore della Chiesa ortodossa.

Un evento davvero gradevole. È importante dare merito all'impegno di Gaetano Ornaghi che, sospinto dal grande amore che prova per il territorio, si è impegnato per dare una propria interpretazione delle origini e della storia di Valle Santa Croce e della sua preziosa chiesina.
Giovanni Pennati - Alessandro Vergani
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