Casatenovo: festa per il 50° di ordinazione di don Romano Crippa. ''Siamo servi di Dio''

Don Romano Crippa

Numerosi i fedeli che nella mattinata di domenica 18 luglio si sono radunati presso la chiesa di San Giorgio a Casatenovo per festeggiare i 50 anni di ordinazione di don Romano Crippa, originario del paese. Il sacerdote era stato accolto ormai due anni fa dalla comunità "Maria Regina di tutti i Santi" in qualità di prete residente senza incarichi pastorali e vi aveva fatto ritorno dopo aver concluso la propria esperienza come rettore del Collegio Villoresi di Monza.

In questi anni ha quindi costituito un significativo aiuto e supporto per il parroco don Antonio Bonacina e per gli altri preti della pastorale, e ha quindi potuto festeggiare questo importante traguardo insieme alla propria comunità d'origine.
Don Romano per l'occasione ha celebrato la messa della domenica alle ore 10.30 assieme a don Antonio e ha comunque voluto ricordare anche l'altra importante ricorrenza della giornata, ovvero la festa del paese di Casatenovo, legata per i fedeli anche al culto della Madonna del Carmelo.
Ad accompagnare la funzione con canti e musiche è stata la corale di Santa Felicita, che ha contribuito a rendere il momento ancora più carico di emozioni e suggestioni.

Proprio dalla Madonna del Carmelo è iniziata l'omelia di don Romano, il quale ha voluto offrire una panoramica sulla storia e le motivazioni che si celano dietro il culto.
Il primo riferimento a questa figura emerge nelle Sacre Scritture, dove si racconta di una nuvola bianca che esce dal mare e che si erge fiera fino a raggiungere un monte, il Carmelo appunto, per scatenare la pioggia tanto cara ad Israele in un periodo di forte siccità. La nuvola, come ha spiegato il sacerdote, è stata interpretata nel tempo come l'immagine della Madonna che dona a noi anche suo figlio affinché renda la vita di tutti sempre feconda alla luce della Parola di Dio. Sul monte Carmelo si sono poi sviluppate anche delle comunità monastiche che osservano una vita seria e impegnata verso Dio e che esistono tutt'oggi sotto il nome di carmelitani. Il priore di quest'ordine, Simone Stock, verso la metà del 1200 chiese anche alla Madonna di proteggere la propria comunità e di dare loro un simbolo di questo legame privilegiato, ed è così che viene indicato al priore che chi morirà indossando lo scapolare non soffrirà il fuoco eterno. Nel corso del tempo ci sono altre due apparizioni, cui l'ultima è quella avvenuta nel 1917 a Fatima, quando la Madonna ha aggiunto che per ottenere la salvezza eterna non servisse solo lo scapolare ma anche e soprattutto la devozione al cuore e all'amore di Dio.

Il parroco don Antonio Bonacina

"Oggi non celebriamo solo questa bella ricorrenza ricolma di storia e significato ma personalmente celebro anche il 50° anniversario della mia ordinazione sacerdotale" ha concluso don Romano. "Per questo vorrei anche dedicare a voi tutti, fedeli e sacerdoti, un pensiero che deriva dalle letture che abbiamo ascoltato poc'anzi. Il prete è al servizio della comunità che gli è stata affidata e come dice san Paolo, egli deve essere come una madre che ha a cuore il benessere dei propri figli e come una balia che si prende cura della prole altrui come se fosse sua. Infine, il sacerdote deve anche agire come un padre che cerca di educare i propri figli alla luce del Vangelo. Ecco, quindi, il motivo per cui io ho deciso di intraprendere questa strada molti anni fa e che vorrei trasmettere anche a voi oggi: sono venuto per servire, ma siamo tutti in fondo servi del Signore, e questo non andrebbe mai dimenticato".
M.B.
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