Casatenovo: le campane e la grandine. Se ne parla a...RadioDeejay

Immagine di repertorio del campanile
della chiesa di San Giorgio a Casatenovo
A Casatenovo si suonano (o più probabilmente si suonavano) le campane contro....la grandine.
In una manciata di secondi si è parlato anche del ''nostro'' comune e di antiche tradizioni popolari, on air su RadioDeejay, nella puntata della trasmissione ''I Vitiello'' andata in onda nella prima serata di lunedì 2 agosto.
Nel dibattito con gli ascoltatori sulle condizioni meteo di questi giorni, decisamente inconsuete per la stagione estiva e caratterizzate da freddo, frequenti piogge, anche violente e con grandine, è intervenuto Tiziano, un cittadino casatese, che ha raccontato come fosse più che normale udire i rintocchi delle campane parrocchiali per scongiurare le perturbazioni.
''Si usa davvero: qui da noi si parla di questa vibrazione che può rompere le nubi'' ha detto ''live'' il cittadino di Casatenovo ai due presentatori, riferendo dell'abitudine che si ricorda sin da quando è bambino e che gli è stata riferita anche dal padre.
Alla questione in effetti si era fatto brevemente cenno anche lo scorso anno, durante il concerto di campane della chiesa di San Giorgio, a capoluogo. In quell'occasione il parroco don Antonio Bonacina aveva raccontato alcuni aneddoti più generali relativi all'antico rituale di benedizione delle campane, che venivano per così dire ''battezzate'', affinchè il suono potesse diffondersi nello spazio, come se quest'ultimo venisse in qualche modo conquistato da Cristo.
È proprio per questo motivo che le orazioni della consacrazione delle campane - sulle quali sono fuse alcune preghiere - domandano Dio che: ''per il suono di queste campane cresca la devozione e siano respinte tutte le insidie del nemico come anche il fragore della grandine, la tempesta, le epidemie...''.
''Il suono delle nostre campane infranga ogni avversità che ci angustia nel tempo presente e ci ricordi di puntare sempre il nostro sguardo verso il cielo'' aveva concluso il prevosto casatese impartendo la benedizione.
Una tradizione non soltano casatese, ma che in un territorio a vocazione agricola come il nostro, era certamente diffusa, proprio per non rovinare i frutti della terra, settore nel quale era impiegata la maggior parte della popolazione.
A Galgiana questa usanza se la ricordano in tanti, così come a Rogoredo, soprattutto quando i prevosti erano don Antonio Brambilla e don Luigi Corti.

Per ascoltare il passaggio della puntata clicca QUI (1:37:00)
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