Missaglia: il Covid visto dagli occhi dei giostrai del luna park, ‘un vero disastro’

Dall’8 agosto nel piazzale delle scuole elementari di Missaglia sono tornate, come ogni anno, le giostre estive della compagnia Marin e dopo più di anno di pandemia e divieti c’è stata quindi l’occasione di chiedere ad una delle attività più colpite, come quelle del luna park, come sono stati affrontati questi mesi di restrizioni.



All’entrata del parco divertimento si trovano, infatti, subito due cartelli che illustrano le regole da seguire per poter accedere al sito e per avere la possibilità di salire sulle diverse giostre presenti. Oltre alle solite norme sul distanziamento sociale, sull’obbligo della mascherina e dell’igienizzazione delle mani un’altra regola alla base del funzionamento del luna park missagliese, così come in altri parchi, è quella che prevede l’accesso multiplo sulle vetture solo per nuclei famigliare, altrimenti restringibile a solo una persona per volta per ogni postazione di ciascuna giostra.


Abbiamo visitato il parco in un mattina degli scorsi giorni, lontano dalla musica, dalla frenesia e dall’atmosfera di festa che si respira ogni sera da quando le installazioni sono state posizionate per esplorare anche i segni nascosti che la crisi del Covid ha lasciato dietro di sé in questa parte di mondo dell’intrattenimento. Appena entrati, abbiamo parlato con un giostraio della compagnia, il quale ha definito l’ammontare delle perdite in termini monetari come un vero e proprio “disastro”, dopo quasi dieci mesi di chiusura e di impossibilità di aprire al pubblico le proprie attrazioni. “Abbiamo ricevuto degli aiuti dal governo ma non si tratta di somme in grado di ridarci indietro il mancato guadagno previsto per lo scorso anno e per questo” ha commentato il giostraio “Abbiamo messo in campo tutte le misure richieste per evitare il contagio ma non siamo stati aiutati sul lato della burocrazia e dei permessi, perché i Comuni spesso richiedono documenti e certificazioni che limitano molto le nostre manovre di azione. Non è stato facile adeguarsi a queste regole e spesso sono proprio queste la fonte delle principali difficoltà che incontriamo nel fare bene il nostro lavoro”.




Alla domanda sulla maggiore o minore affluenza rispetto agli scorsi anni il giostraio non ha avuto dubbi sul fatto che i numeri fossero in calo, una diminuzione che è stata però più netta a Rogoredo di Casatenovo, dove nel periodo della fiera di San Gaetano il maltempo ha anche scoraggiato molti dall’uscire di casa. Il basso di numero di visitatori, che a detta dell’uomo è dovuto anche alla paura e al timore di molti di contrarre il virus, non ha quindi di certo aiutato un settore già di per sé in crisi con conseguenze che potrebbero ripercuotersi anche negli anni a venire.



Sull’opportunità o meno di inserire il Green Pass vaccinale come requisito d’accesso anche ai luna park all’aperto, il giostraio, parlando a nome della categoria, si è mostrato diffidente e poco convinto della sua utilità, in quanto creerebbe ulteriori ostacoli alle possibilità di profitto della categoria. “Credo che, a lungo andare, il Green Pass verrà inserito anche per accedere a siti come il nostro e questo mi preoccupa molto perché richiederebbe nuove procedure di verifica e controllo all’ingresso del parco con la possibile esclusione di qualcuno. Spero che si prendano le scelte giuste tenendo conto delle esigenze di ciascuna attività economica, soprattutto di quelle più messe in ginocchio dal Covid come la nostra”. Incertezza, cinismo e voglia di ricominciare sono quindi alla base degli stati d’animo di questa categoria di lavoratori, che a distanza di più di un anno, sono ancora in cerca di un equilibrio funzionale per riprendere il proprio lavoro ai livelli pre-pandemici.
M.B.
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