Costa: una statua davanti al comune per commemorare chi ha sofferto per il Covid

Dalla cappella oggi simbolo dei morti della Peste a un monumento in memoria delle vittime del Covid. L’amministrazione comunale di Costa Masnaga intende ricordare tutte le persone che, durante la pandemia del 2020, hanno sofferto.
390 anni fa, nei tre comuni che negli anni successivi sono diventati Costa, ci fu una pestilenza che portò quasi al dimezzamento della popolazione: lo ricorda l’attuale cappella nella frazione di Musico, consacrata e benedetta il 9 ottobre del 1966 dall'allora parroco don Luigi Misani e dedicata alla Vergine del Suffragio e ai Santi Cassiano e Carlo.



Nella zona tra via Verdi e via Marconi fu infatti eretta un’edicola religiosa a ricordo delle vittime della grave infezione: era la chiesa di San Cassiano, citata già nei documenti del 1500, dopo che l’originario progetto non trovò realizzazione. Secondo quanto si desume da un atto notarile datato 27 marzo 1630 alcune persone avevano deciso di versare una somma di denaro per far realizzare una cappella dedicata ai Santi Sebastiano e Rocco nella chiesa parrocchiale del paese allo scopo di ottenere il perdono dei peccati e la liberazione dalla pestilenza. Tale progetto tuttavia non trovò mai compimento e, secondo quanto riporta Monsignor Carlo Marcora nel volume dedicato alla storia del paese, sarebbe stato "ricompensato" con la costruzione di una cappella dedicata a questi santi sull'area della chiesa, ormai crollata, di San Cassiano, dove venivano sepolti i morti del contagio: in soli due anni, 1629 e 1630, i registri parrocchiali ne hanno registrati circa 210, su una popolazione che superava di poco le 700 persone.



L'edificio che sorge oggi a Musico, progettato dal geometra Franco Ratti, ha dunque sostituito l’allora cappella dei Morti della peste. L’epidemia che colpì il paese quasi quattrocento anni fa trova ancora memoria nell’attuale cappella religiosa ed è ancora oggi oggetto di grande devozione.
L’amministrazione comunale, a seguito della pandemia che è arrivata lo scorso anno nelle nostre vite, ha deciso di ricordare tutte le persone che, a causa del Covid hanno perso la vita o sono guariti ma hanno passato momenti difficili e portano con loro ancora gli strascichi di lungo periodo. Lo farà attraverso una statua realizzata da Giuseppe Redaelli, artista del ferro che utilizza i materiali di scarto per le sue opere (per leggere l’intervista clicca QUI).
La statua, che verrà posata davanti al municipio in autunno quando potrà essere presente tutta la popolazione, rappresenta la maternità: “Si tratta di un augurio di ricrescita con nuovi nati e una nuova vita che vogliamo dare dopo il periodo buio che abbiamo passato - spiegano dal comune - Ringraziamo Giuseppe per l’opera che ha messo a disposizione del paese e che l’amministrazione ha accettato ben volentieri”. È una statua alta due metri e mezzo in ferro, la cui parte centrale è però realizzata in marmo. “Qualora la situazione epidemiologica lo consenta, ci piacerebbe inaugurarla durante la passeggiata d’autunno che il comune organizzava ogni anno”.
M.Mau.
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