'L'Ultima Luna d'Estate' al via da Missaglia. Fino al 5 settembre spettacoli di teatro popolare e la poesia come antidoto al Covid

E' tutto pronto per l'avvio della 24esima edizione della rassegna L'Ultima Luna d'Estate, a cura di Teatro Invito. Alle 18.30 di questa sera l'atteso debutto all'ex Convento della Misericordia di Missaglia, sancirà la partenza del festival del teatro popolare di ricerca a carattere itinerante, che sino al prossimo 5 settembre si sposterà tra gli scenari più suggestivi del Parco di Montevecchia e del Curone, nel territorio meratese e casatese, ma non solo.
L'incontro di questa sera con Franco Armino, lascerà il posto alle 21 allo spettacolo di Maddalena Crippa, attrice affermata, che per Teatro Pubblico Ligure proporrà ''Didone - un racconto mediterraneo''. E poi, uno dopo l'altro, tanti altri appuntamenti su prenotazione, per i quali sarà necessario esibire il Green Pass, come previsto dalle normative anti Covid.

A chiudere il festival - domenica 5 settembre alle 21 presso l'Auditorium di Casatenovo - sarà invece lo spettacolo ''Mio padre - appunti sulla guerra civile'' di e con Andrea Pennacchi, con musiche dal vivo eseguite da Giorgio Gobbo, Graziano Colella alla batteria e Gianluca Segato alla ''lap steel guitar''.
Insomma, manca pochissimo all'avvio del festival, divenuto ormai un appuntamento culturale consolidato per il territorio e dedicato quest'anno alla poesia, posta in contrapposizione appunto alla pandemia e ai mesi difficili sin qui vissuti. Ne abbiamo parlato proprio con Elena Scolari di Teatro Invito, che ha organizzato l'iniziativa in collaborazione con il Consorzio Brianteo Villa Greppi.

- Che cosa ha rappresentato (e continua a rappresentare) per voi Giuliano Scabia, drammaturgo italiano scomparso pochi mesi fa, alla memoria del quale è stato dedicato il Festival?

Giuliano Scabia è stato un maestro per tutti coloro che hanno voluto seguire la strada del gioco e della fantasia; ha portato il teatro e l'arte nei boschi, nei borghi, sulle colline bolognesi e nei luoghi simbolo dove ha saputo coniugare la poesia con la tradizione, gli esperimenti con i racconti popolari d'un tempo, la cultura classica e "alta" con la partecipazione di paesi interi alle sue magnifiche invenzioni teatrali come il viaggio del gorilla quadrùmano, le mongolfiere liberate nel cielo di Bologna alla fine dell'occupazione dell'Università nel '77 a segnare un nuovo volo per gli studenti.
Teatro Invito ha sempre seguito questa via, cercando di sorprendere e "abbracciare" gli spettatori portando la creatività in luoghi inusuali, cominciando 24 anni fa quando in Brianza non era certo cosa comune.
Giuliano è stato anche poeta e più volte lo abbiamo avuto ospite nelle nostre iniziative, ha anche inaugurato il nostro teatro a Lecco, Spazio Teatro Invito. Ci ha sempre ricordato che la poesia è anche azione, che i nostri atti e il nostro lavoro sono poesia, che il teatro è rivoluzione, ci ha insegnato, con il sorriso, a non scoraggiarci anche quando si prendono porte in faccia. Ecco cosa vogliamo ricordare, dedicandogli l'edizione 2021 di un festival che ha conosciuto e che un po' gli somiglia.

- Come avete vissuto, non tanto il periodo Covid, quanto più il momento della riapertura, quando avete saputo che avreste potuto organizzare, anche quest'anno, questa importante iniziativa culturale. Eravate pronti? L'Ultima Luna d'Estate era già pianificata?

La spinta più forte c'era in realtà stata per la riapertura estiva del 2020. Dopo lo stupore di un'esperienza mai vissuta, siamo infatti riusciti a organizzare sia la rassegna I Luoghi dell'Adda sia L'Ultima Luna d'Estate, nonostante le restrizioni, con risultati sorprendenti. Anche quest'anno il preavviso è stato poco ma ci contavamo. Avevamo lavorato al festival durante i mesi di chiusura (del resto l'organizzazione comincia normalmente a gennaio), siamo quindi stati felici che il nostro lavoro non andasse sprecato, soprattutto per il pubblico e per tutti gli artisti coinvolti. Non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre realizzato attività alternative anche durante il black-out culturale cui siamo stati costretti.

- Quali difficoltà avete incontrato nell'organizzare la rassegna? E quali soddisfazioni siete riusciti a raccogliere in queste settimane segnate dall'organizzazione del festival nel suo insieme e dei singoli appuntamenti?

Più che altro l'incertezza di dover tenere tutto sospeso fino alla conferma ufficiale della riapertura e i cambiamenti repentini quanto alle norme da rispettare (il green pass obbligatorio è regola recente, per esempio). Ci danneggiano le capienze limitate perché potremmo accogliere più pubblico, ma non possiamo farlo: abbiamo già molti spettacoli esauriti per questa ragione. C'è più lavoro per la segreteria per via dei rigidi protocolli sul norme di prenotazione, ma diciamo che sono tutte seccature ampiamente superate dall'entusiasmo del pubblico, dalla risposta che ci arriva, dall'affetto sincero con cui vediamo gli spettatori tornare a teatro, non solo per la gioia di tornare a godere di spettacoli e concerti ma anche per la condivisione di momenti comunitari e per la possibilità del confronto tra persone. È una sensazione molto bella per chi lavora per e grazie al pubblico, come noi.

- Come sono stati scelti gli artisti per questa edizione?

Quest'anno il tema portante del festival è la poesia. Abbiamo voluto opporre il nutrimento dell'anima e l'idea ricordata prima, la poesia come azione e come comportamento, alla infinita ridda di numeri e dati che ci sono stati sciorinati (e ancora campeggiano su tutti i media) nell'ultimo anno e mezzo. Vorremmo smettere per un po' di calcolare, di misurare, di stilare protocolli per abbandonarci al fascino del linguaggio e della parola poetica come faremo passando dal nostro Dante in jazz, al romantico sporcaccione Charles Bukowski, dal Pasolini delle lucciole alla poesia cantata di Edgar Lee Masters con una Spoon River, capolavoro della letteratura americana, misteriosa e raffinata al cimitero di Sirtori, oppure ancora con la poesia del teatro assurdo e travolgente di Andrea Cosentino e la grazia di una storia cruda raccontata con tenerezza come farà Andrea Pennacchi con Mio padre.

- Che cosa vi augurate per questa edizione di ''L'Ultima Luna d'Estate''? Che aspettative pensate possa avere il pubblico?

Noi siamo ottimisti, anche per via delle ottime reazioni all'uscita del programma. Le prenotazioni sono numerose e pensiamo di consolidare ancora di più il nostro rapporto con il pubblico, offrendo un cartellone che, tra le tante iniziative, quest'anno torna a proporre tanti spettacoli itineranti, per ri-prendere la relazione con gli spazi, con i luoghi del territorio, con il bosco e la natura in generale, cifra originaria dell'Ultima luna d'estate.
Non posso immaginare cosa si aspetti il pubblico, ma ci auguriamo di incontrare la curiosità degli spettatori e crediamo che vogliano ritrovare l'atmosfera rilassata e calorosa del nostro festival, che è anche un po' loro.

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