Oggiono: la famiglia afghana si sta ambientando dopo l'arrivo

Michele Negri
«Come Amministrazione, fino ad oggi, non li abbiamo ancora incontrati». Michele Negri – vicesindaco di Oggiono con delega alle Politiche Sociali – spiega la situazione della famiglia afghana ospitata a Oggiono dall’inizio della settimana. «Per loro – racconta il vicesindaco – sono giorni di ambientamento dopo un certo spaesamento iniziale, di fatto sono appena arrivati».
La famiglia afghana è giunta in Italia a seguito del ritiro delle truppe Nato dal loro paese, al termine di una guerra durata vent’anni. È composta da due coniugi e due bambini. «Il padre – spiega Negri – era un operatore che collaborava con il contingente italoamericano a Kabul». Un ruolo che, dopo il ritiro delle truppe occidentali e l’arrivo dei talebani, lo poneva a «fortissimo rischio» spiega Negri. Sembrerebbe che siano proprio i collaboratori degli eserciti stranieri, impiegati in attività di intermediazione linguistica, oltre che in lavori logistici – come nel caso del cittadino attualmente ospitato a Oggiono – ad essere particolarmente esposti a rappresaglie violente da parte dei talebani.
«La madre – continua il vicesindaco – è una signora che ha un titolo di studio piuttosto elevato e aveva un lavoro come designer». Anche nel suo caso, come per quello del marito, il ritorno delle truppe talebane a Kabul e le conseguenti attività di contrasto, anche violento, a ciò che appare come moderno e occidentale le avrebbe causato dei seri problemi. «Si sarebbe trovata in difficoltà» chiarisce Negri.
Con i due coniugi sono giunti in Italia anche i loro bambini. «Uno dei figli ha dodici anni, l’altra è una bambina di circa venti mesi» ricorda il vicesindaco che spiega: «sono arrivati all’inizio della settimana, noi non li abbiamo ancora incontrati perché abbiamo voluto lasciare loro il tempo di organizzarsi e capire la realtà nella quale si trovano ora». La famiglia si trova comunque in una condizione tutelata e con assistenza. Il loro arrivo è avvenuto sotto la gestione dell’associazione “Il Gabbiano”. Una realtà che opera da moltissimi anni nel territorio lecchese nel campo dell’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo. Attività che vengono svolte in coordinamento e sotto le linee guida della Prefettura di Lecco.
«La famiglia afghana – precisa Negri – è seguita da delle operatrici di questa associazione che poco alla volta la stanno inserendo nella realtà locale».
Sulla eventuale permanenza di questi cittadini afghani a Oggiono non vi sono certezze. «La situazione dei profughi afghani in Italia – chiarisce il vicesindaco – è ancora molto fluida. Non è ben chiaro se resteranno a Oggiono per un tempo lungo, oppure se questa sistemazione è solo provvisoria e per questa famiglia, fra qualche settimana, arrivi il trasferimento in un'altra sede».
Una condizione di incertezza che ha determinato un’attesa nell’avviare ulteriori procedure di integrazione. «Anche per questo, noi non ci siamo ancora attivati in maniera organizzata con forme di supporto e aiuto, oltre che altre procedure come l’inserimento del figlio nel sistema scolastico» chiarisce il vicesindaco, concludendo: «è necessario capire se la loro sarà una presenza stabile. Questo non lo sappiamo noi e nemmeno gli operatori dell’associazione». «È tutto in divenire» conclude Negri.
L.A.
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