Barzago, S. Bartolomeo: ''bisogna passare dalla pelle al cuore per essere comunità''

È stata una messa all'insegna del bel tempo, della comunione e della riflessione quella tenutasi domenica 5 settembre sul sagrato della chiesa di Barzago. Per la festa patronale di San Bartolomeo, con un piazzale pieno di fedeli accorsi per l'occasione, don Giovanni Colombo e gli altri ministri della chiesa hanno bruciato il pallone di bambagia come vuole la tradizione.

Al centro il parroco don Giovanni Colombo

Durante l'omelia il parroco ha ricordato il significato del gesto compiuto in apertura: "quando il patrono è un martire si usa bruciare la palla di bambagia, che diventa simbolo della vita del martire che brucia per Cristo. Ma questo gesto molto antico, nel sesto e nel settimo secolo non veniva solo fatto in occasione della festa del patrono ma tutti i giorni per accendere le luci in chiesa".

Con l'augurio che la luce accesa poco prima potesse illuminare la comunità barzaghese per tutto l'anno, don Giovanni si è poi concentrato sulla figura evangelica del patrono e sulla sua storia. La tradizione vede San Bartolomeo scuoiato vivo e successivamente decapitato, infatti l'iconografia tradizionale lo rappresenta spesso con la sua pelle separata da lui. Proprio per questo motivo, è considerato il santo protettore dell'organo più superficiale del nostro corpo.

"Tante cose che di solito sono nel più profondo del nostro cuore si manifestano proprio sulla pelle, in superficie. Invochiamo san Bartolomeo perché la nostra parrocchia possa passare dalla pelle al cuore", è il desiderio espresso da don Giovanni sul sagrato della chiesa. La riflessione del parroco è proseguita ricordando che fermarsi dall'apparenza, alla pelle, non va mai bene: "per essere comunità non dobbiamo aspettarci grandi cose, ma sono le cose piccole, quelle normali, che ci permettono di costruire il nostro essere comunità. Quando si incontrano le persone è necessario andare oltre le apparenze, oltre i tratti spigolosi del carattere, Gesù ci insegna a guardare dentro alle persone".

Al termine della messa ha preso parola anche il sindaco di Barzago, Mirko Ceroli, che ha espresso la sua gratitudine per il grande senso di responsabilità con cui la comunità barzaghese ha vissuto la festa patronale: "già domenica scorsa presso la baita degli alpini abbiamo avuto un esempio concreto di come il rispetto delle regole unito al senso di responsabilità di ognuno, possano creare le condizioni ottimali per pensare a un ritorno molto vicino alle nostre belle abitudini di paese".

L'amministratore, nell'ottica comunitaria, ha aggiornato la popolazione anche rispetto allo stato di avanzamento del piano vaccinale, ricordando i pensieri di papa Francesco e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che considerano il vaccino un ‘un atto d'amore per sé stessi e per tutti i popoli'. Il sindaco Ceroli ha espresso la sua riconoscenza nei confronti dei cittadini, infatti Barzago risulta essere tra i primi comuni della provincia, potendo vantare il 91% dei cittadini vaccinati con la prima dose e il 75% che ha terminato il ciclo vaccinale.

La speranza che le cose possano tornare presto alla normalità è così diffusa tra i cittadini barzaghesi, che non si sono tirati indietro davanti a una richiesta di civiltà così importante.
M.Bis.
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