Oggiono: l'arcivescovo Delpini celebra la messa e benedice la chiesa di Sant'Agata

Resterà nella mente dei fedeli della comunità pastorale oggionese per molto tempo la solenne celebrazione di ieri sera, officiata dall'arcivescovo Mario Delpini presso piazza Alta, a pochi passi dalla chiesa di Sant'Eufemia.

Monsignor Delpini con gli amministratori, il consigliere regionale Straniero e il parroco don Maurizio


Una celebrazione curata in ogni dettaglio alla quale erano presenti un centinaio di persone, tra le quali anche il sindaco di Oggiono Chiara Narciso, con il collega di Annone Patrizio Sidoti e il vicesindaco di Ello Gianluigi Valsecchi.
Circa trenta i volontari presenti tra alpini, protezione civile e "Oggiono per l'ambiente", che hanno accolto i fedeli e controllato il rispetto delle regole pandemiche vigenti.
Dopo aver percorso la lunga scalinata che dal piazzale della Chiesa porta a piazza Alta è iniziata la celebrazione eucaristica officiata dall'arcivescovo.

Ad aprire la cerimonia è stato il parroco don Maurizio Mottadelli che ha ricordato a tutti i presenti l'importanza della celebrazione. "Oggi siamo qui per tre importanti ragioni: dobbiamo ricordare che sono passati 75 anni dalle missioni che si svolsero qui a Oggiono dopo la guerra, al termine delle quali la croce è stata posta qui dove ci troviamo, sulla piazza Alta, quasi come se fosse un augurio a rimettersi in preghiera per ricominciare a vivere dopo anni terribili. Inoltre questa sera celebriamo il tredicesimo anniversario dalla nascita della comunità pastorale San Giovanni Battista formata dalle parrocchie di Oggiono, Ello, Imberido e Annone'' ha detto.

''Infine, non per importanza, celebriamo la riapertura e la benedizione della chiesetta di Sant'Agata dopo i lavori di restauro che sono stati fatti negli ultimi due anni tramite il progetto "Pietre vive" organizzato dalla comunità pastorale" ha concluso don Maurizio.
Ha poi preso la parola l'arcivescovo Delpini che si è detto contentissimo e onorato di poter officiare una messa tanto importante in un luogo che si affaccia sul lago e al quale le montagne fanno da pareti.

Particolarmente emozionante l'omelia dell'arcivescovo Delpini, che ha parlato di un argomento che tocca la vita di tutti noi ogni giorno: ha affrontato cioè il tema dell'incompiutezza, citando la parabola della moneta smarrita.

"La vita di tutti noi è nell'incompiuto: cerco l'amore e non lo trovo, cerco un figlio e non arriva, vorrei stare bene e rendermi utile ma la malattia viene e quando questa passa ne arriva un'altra. Cerco un'intesa con le persone che amo e c'è sempre qualcosa che mi manca, che mi lascia mortificato. Vivo nell'incompiuto, tutto quello che l'umanità fa è circondato da un alone di precarietà, il nulla insidia ogni gioia e ogni speranza. Facciamo tante cose belle, ma queste quanto durano? La bontà si trasforma in nostalgia, la bellezza scompare. Farei qualsiasi cosa per vedere contenti mio figlio, mia figlia e la persona che amo. Ma loro sono scontenti e arrabbiati, hanno qualche pena che non riesco a consolare, qualche ferita che non riesco a guarire. Grazie alla parabola che ho citato però, arriviamo a capire che la donna a cui manca una moneta non si rassegna: accende la lampada, spazza la casa e cerca la moneta perduta senza sosta finché non arriva a trovarla'' le parole dell'alto prelato.

"Noi questa sera siamo qui a celebrare il compimento della gioia, perché coloro che credono in Gesù possono dire di aver trovato ciò che avevano smarrito. Noi tutti qui presenti non abbiamo trovato una distrazione, abbiamo trovato la moneta perduta, la vera gioia. La vita è un dono ed è proprio per questo che è al sicuro: non viene da noi, era presso il Padre e a noi si manifesta. Tutti noi siamo chiamati ad affidarci alla promessa di Dio, essere incamminati verso il compimento ultimo: la comunione con Lui'' ha concluso Delpini.

Al termine della funzione ha ripreso parola il parroco Maurizio Mottadelli che ha ringraziato l'arcivescovo per la sua presenza affermando che il ricordo di questa serata rimarrà impresso negli oggionesi per molti anni.
"Questa serata la vogliamo consegnare al futuro, nella speranza che la nostra missione e la nostra fede si rinnovino anche nelle generazioni a venire" ha aggiunto l'arcivescovo.

A seguire il parroco don Maurizio, l'arcivescovo, le autorità e un gruppo di fedeli si sono spostati presso la vicina Chiesa di Sant'Agata per la benedizione di Delpini e la riapertura ufficiale.
I lavori di restauro sono recentemente terminati dopo più di due anni di cantiere anche se, come ha ricordato il parroco, il progetto è ancora a metà poiché l'ala superiore e la parte delle sacrestie devono ancora essere rinnovate. Le porte della chiesetta sono state simbolicamente aperte dall'arcivescovo tra fragorosi applausi.

Presenti nella chiesetta gli amministratori di Oggiono, Ello e Annone, alcuni membri delle forze armate, il consigliere regionale Raffaele Straniero, Maria Grazia Nasazzi della Fondazione comunitaria del lecchese, i tre architetti che si sono occupati dei lavori e il restauratore Eros Zanotti. Proprio quest'ultimo ha preso la parola illustrando ai presenti i lavori svolti per il recupero della chiesetta.
"E' stato per me un onore partecipare attivamente a questo progetto. Lavorare in questo luogo e riscoprire gli strati nascosti sotto la pittura è stato come sfogliare un libro bellissimo e raccontare una storia. Le pareti negli anni sono state ricoperte da colori forti che oscuravano la vitalità della chiesa, la cui vera natura era nascosta sotto cinque strati di pittura. Noi restauratori abbiamo l'obbligo di andare a recuperare con spirito critico tutte le parti nascoste delle antiche costruzioni e speriamo di esserci riusciti al meglio" ha affermato.

La serata si è conclusa con le parole dell'arcivescovo che ha augurato alla comunità pastorale oggionese che l'alleanza tra il passato e il presente si proietti anche verso il futuro, con la speranza che la società civile e la Chiesa diventino un coro all'interno del quale ognuno canta con la propria voce.

"Mi congratulo con tutti coloro che hanno collaborato: restauratori, volontari, autorità. Avete svolto un magnifico lavoro di recupero riportando alla luce le ere stratificate che erano nascoste sotto la superficie".

La chiesa di Sant'Agata rimarrà aperta durante la settimana in modo che i fedeli, accompagnati da architetti e archeologi, possano visitarla. Inoltre questo venerdì alle ore 21 si terrà presso la chiesa parrocchiale di Oggiono una cerimonia in onore della restaurazione. Gli architetti che hanno lavorato al progetto illustreranno le scoperte fatte attraverso un video che ripercorre i momenti salienti del lavoro.

Al termine vi sarà un concerto in onore di Sant'Agata tenuto dal Duo Gemma, due giovani lecchesi che hanno preso parte alla cerimonia in onore della Santa anche nel 2017.

S.L.F.
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