Garbagnate: Alessandro Rigamonti è campione europeo di tiro con l'arco

La pacatezza con cui si esprime riflette la calma e la sicurezza che lo accompagnano quando tende l’arco prima del tiro. Alessandro Rigamonti, 32enne di Garbagnate Monastero, è un campione italiano di tiro con l’arco che ha ottenuto ragguardevoli traguardi anche a livello europeo e mondiale. La disciplina in cui è specialista si chiama il tiro con l’arco 3D. L’interesse, poi evoluto in agonismo, è nato per caso nel 2016 a seguito di una prova insieme a un gruppo di amici: in quella occasione, Alessandro ha capito che era il suo sport e, dopo tanti anni senza praticare alcuna disciplina - ha un passato come giocatore di calcio a livello provinciale - ha deciso di approfondire il tiro con l’arco attraverso un corso base.



Più nelle più comuni similitudini, non è la medesima disciplina olimpica che abbiamo visto dagli schermi tivù anche nelle recenti competizioni di Tokyo. “L’arco che uso assomiglia a quello olimpico senza gli accessori come il mirino - spiega Alessandro - A livello di tecnica, con l’arco 3D bisogna mirare con la punta delle freccia e utilizzando altri escamotage”. La disciplina si basa su percorsi di caccia simulata durante i quali bisogna colpire sagome di animali realizzati in una miscela di gomme: l’obiettivo è cercare il punto vitale maggiore per poter ottenere il massimo punteggio. Le gare, così come gli allenamenti, si svolgono quindi sempre in ambiente aperto tra boschi, colline e montagne.
Il tipo di percorso, invece, può subire variazioni a seconda della federazione di riferimento che, nel caso di Alessandro non è una sola: è infatti iscritto alla federazione italiana discipline armi sportive da caccia (Fidasc) e alla federazione italiana di tiro con l’arco (FitArco), grazie alle quali è stato selezionato per le nazionali e gli europei. I percorsi variano dalle 24 alle 28 piazzole con lancio di una o due frecce per ogni postazione di tiro.
Da questa passione nata in tempi recenti, Alessandro ha già ricevuto diversi riconoscimenti e successi grazie ai quali quest’anno per la prima volta ha potuto calcare un palcoscenici europei e mondiali. Alle sue spalle ha la partecipazione a quattro campionati italiani, dove ha ottenuto due secondi posti nel 2019, un primo posto nel 2021 e un primo classificato IBHC nel 2021.
In Ungheria quest’anno ad agosto si è aggiudicato il secondo posto ai campionati europei e mondiali, quest’anno riuniti causa COVID, mentre più recente è la partecipazione al campionato europeo in Slovenia, dal quale ha fatto rientro con due medaglie: nella competizione a squadra mista, insieme alla compagna Cinzia Noziglia, ha conquistato vinto l’oro che gli vale in titolo di campione europeo per i prossimi due anni. La squadra maschile composta da Alessandro Rigamonti, Giuliano Faletti (longbow) e Jesse Sut (arco compound) ha invece ottenuto il bronzo. “Non erano risultati aspettati, ma sono arrivati” ammette Alessandro. Meno bene per l’individuale dove l’arciere si è fermato al quinto posto. Queste ultime due competizioni lo hanno visto gareggiare per la prima volta al di fuori dell’Italia. “Non sono mai contento e forse questo è il segreto che mi ha portato fino a qui. Quello che più mi piace di questo sport è la sfida con se stessi prima che con gli altri. C’è un po’ di rammarico per il risultato nella gara individuale in quanto ho perso i quarti di finale per un punto. Come prima esperienza in cui sono arrivato quinto su 30 migliori arcieri in Europa, però va bene: mi sprona a fare meglio”.



Alessandro si allena a Monticello e a Carvico, in provincia di Bergamo, e partecipa in prevalenza alle gare sul territorio lombardo, fatta eccezioni per le qualificazioni alla nazionale che lo portano in giro lungo lo stivale. L’attività nell’azienda agricola di famiglia non gli lascia tuttavia troppo spazio da dedicare a questo sport: “All’inizio riuscivo a conciliare meglio l’impegno. Mi alleno poco, meno di quello che vorrei - confessa - La maggior parte dell’allenamento avviene quando vado in gara. Se ho tempo, oltre alle ore che servono per completare il giro, mi alleno sulla tecnica un paio di ore”.
Sulle qualità necessarie per essere un buon tiratore e dunque progredire in questo sport dice: “Per me è la stabilità, ovvero essere in grado di tenere fermo l’arco mantenendo tese le corde. Un’altra caratteristica, più importante di quella fisica, è rimanere calmo e non avere altri pensieri. C’è chi sostiene che questo è uno sport che impegna per il 75% la mente e il 25% richiede forza fisica: mi ritrovo pienamente in questa definizione. Soprattutto quando arrivi a un determinato livello e quando hai avversari forti, devi pensare a te stesso”.
Alessandro si è formato da solo e non ha preparatori atletici: “Ho sempre fatto tutto da solo. La calma che sembra io abbia quando sto tirando viene dall’esperienza del passato”.
L’arciere garbagnatese non nutre dubbi sui suggerimenti da lasciare a chiunque voglia intraprendere la tua strada, che non è solo per giovani: “Ho avuto un compagno di squadra agli europei che ha 68 anni. È uno sport che non ha età e questo è bello, oltre al fatto che sviluppa la concentrazione e la determinazione - conclude - Se qualcuno fosse davvero interessato a tirare, consiglio di fare un corso e di non avvicinarsi da auto didatti perché ci si fa male”.
Se gli impegni lavorativi glielo consentiranno, alla fine del mese potrebbero attenderlo i campionati italiani di Avellino.
Michela Mauri
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