Oggiono: intitolato all'ex parroco don Amintore, il parco in località Peslago

Una cerimonia di intitolazione molto emozionante quella che si è tenuta questo pomeriggio, alle ore 16, presso il parco pubblico di Oggiono situato in località Peslago.
L'area verde, adiacente alla scuola dell'infanzia Luigi e Regina Sironi, è stata intitolata a don Amintore Pagani, parroco della città per 34 anni (dal 1974 al 2008). Il religioso, originario di Saronno, è stato e continua ad essere un vero e proprio riferimento per la comunità oggionese, tanto che il 10 febbraio 2009 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria. Dopo essersi ritirato a Valmadrera nel 2009, presso la parrocchia di Sant'Antonio, don Amintore si è spento il 26 marzo 2018, a quasi novant'anni.

Le autorità intervenute alla cerimonia. Da sinistra il parroco don Maurizio,
l'on.Ferrari, i sindaci Rusconi e Narciso e il consigliere Straniero

L'amministrazione comunale di Oggiono, su impulso di cittadini e fedeli, ha deciso di intitolare questo parco a don Amintore per far sì che il suo ricordo e la sua fede rimangano vivi nella memoria di tutti, anche di chi non ha avuto la possibilità di conoscerlo.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso e il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi, insieme all'onorevole Roberto Paolo Ferrari (ex primo cittadino della città), il consigliere regionale Raffaele Straniero e il parroco di Oggiono Maurizio Mottadelli.

L'ex parroco don Amintore Pagani

"L'amministrazione comunale ha deciso di organizzare questa cerimonia oggi, nel giorno di Sant'Eufemia, perché pensiamo che don Amintore avrebbe apprezzato questa concomitanza: unire due celebrazioni così importanti amplia la sacralità di questa giornata di festa" ha affermato il sindaco Chiara Narciso. "Don Amintore è stato parroco di Oggiono per tantissimi anni, accompagnando la vita religiosa di tante famiglie della comunità. È stato importantissimo, tra le altre, anche per la mia famiglia: nel 1975 ha celebrato il matrimonio dei miei genitori e dopo avermi accompagnata nei sacramenti ha celebrato le mie nozze nel 2007" ha aggiunto la prima cittadina, emozionata. "Il rapporto religioso, e non solo, che ha intrattenuto con tantissimi cittadini è e sempre rimarrà nel cuore e nella mente di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo".
Il sindaco ha poi spiegato ai presenti il difficile progetto intrapreso dall'amministrazione: solitamente, infatti, la normativa prevede che passino 10 anni dalla morte di una persona prima di poter intitolare a questa un luogo. Nonostante ciò, questa primavera è arrivata la risposta positiva dalla prefettura lecchese.

I sindaci Chiara Narciso (Oggiono) e Antonio Rusconi (Valmadrera)

Successivamente è intervenuto il sindaco di Valmadrera che ha detto di parlare a nome di tutti i cittadini del suo paese. "In soli 10 anni don Amintore è entrato nel cuore della comunità e lo occupa ancora oggi. Era un uomo semplice, che tutti ricordano come una persona buona, generosa e disponibile. Difficilmente si inalberava o alzava la voce, anzi: era un uomo mansueto e mite. È sempre stato vicino agli ultimi e ce lo ha dimostrato in molte occasioni. Gli ultimi anni della sua vita li ha dedicati ai più anziani, parlando a loro con il cuore aperto" ha aggiunto Antonio Rusconi. Infine, il sindaco valmadrerese ha ringraziato il Comune di Oggiono per il bellissimo progetto realizzato.

L'onorevole Roberto Ferrari e il consigliere regionale Raffaele Straniero

Anche l'onorevole Roberto Ferrari, già sindaco di Oggiono, si è detto molto contento del lavoro fatto per poter dare continuità alla parola di don Amintore. "Anche io ho avuto la fortuna di essere educato da lui nella fede, una fede semplice che riusciva ad arrivare al cuore delle persone. Quando è mancato ci siamo resi conto di quanto valesse e di quanto la gente fosse affezionata alla sua figura e proprio per questo, dopo i suoi funerali, abbiamo deciso di intraprendere questo piano" ha affermato il parlamentare. "Questo posto ci è sembrato perfetto per mantenere vivo il suo ricordo in quanto proprio alle scuole dell'infanzia don Amintore aveva fatto mettere una delle tante statue della Madonna presenti nel paese. Inoltre la via vicino a quella del parco è intitolata a don Carlo Gottifredi, per 40 anni parroco di Oggiono" ha aggiunto. "Speriamo che questo parco faccia da veicolo per dare la possibilità alle nuove generazioni di capire quanto il don sia stato importante per la nostra comunità".

È intervenuto anche il consigliere Raffaele Straniero, oggionese e sindaco della città fra gli anni novanta e gli anni duemila. "Don Amintore è rimasto nel mio cuore. Lo voglio ricordare oggi per aver sempre proposto a noi fedeli una dimensione spirituale, che non significa estrazione dalla quotidianità quanto piuttosto volontà di vivere la vita con il sorriso, la mitezza e la dolcezza con cui lui stesso intratteneva quotidianamente i rapporti con i suoi fedeli. È stato un grande religioso e trovo fosse doveroso ricordarlo con questo parco" ha concluso.

L'ultima a prendere la parola, prima della benedizione di don Maurizio, è stata Daniela Sacchi che, come ha ricordato il sindaco ai presenti, ha assistito don Amintore negli ultimi anni della sua vita e ha raccontato anche la sua esperienza al fianco del religioso in una piccola produzione. Daniela ha parlato brevemente ai presenti dell'ultimo giorno di vita di don Amintore, dicendo che la mattina del giorno in cui è mancato ha insistito per poter andare in chiesa a confessare i suoi amati fedeli.
"Ciò che lo caratterizzava di più era la saggezza: aveva risposte immediate a ogni dubbio che gli veniva posto e proclamava con fervore le verità di fede" ha detto, molto emozionata.

Daniela Sacchi

"Nel paese di Oggiono sono molti i ricordi legati alla sua figura: basti pensare al palazzetto dell'Oratorio e alle statue della Madonna che ha lasciato in molti luoghi del paese (ad esempio all'istituto Vittorio Bachelet e alle scuole elementari S.D'Acquisto). La malattia che ha colpito il don sul finire della sua vita lo ha limitato molto e gli ha dato tante sofferenze. Nonostante ciò, standogli vicino ho avuto la possibilità di rilevare l'aiuto materno della Madonna di fronte ad alcune difficoltà della malattia che sembravano insormontabili. Sono convinta che al momento della sua morte Lei lo abbia adagiato a terra e portato via in punta di piedi".

Al termine del discorso, il parroco don Maurizio Mottadelli ha benedetto il parco tra gli applausi dei presenti. In seguito, sono stati organizzati dei giochi per i bambini presenti lungo il vialetto del parco per poter valorizzare ancora di più l'importanza di questo progetto.

S.L.F.
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