Rogeno: Francesco Ratti apre una nuova via sul Cervino dedicata all’amico Ferraris

Sul monte Cervino, nella zona sud, è stata aperta una nuova via: il suo nome è "l'amitié" ed è dedicata a Roberto Ferraris, alpinista scomparso nel 2019, quando una valanga lo ha inghiottito mentre si trovava in montagna. Su quest'avvenuta c'è anche una firma lecchese, opera di Francesco Ratti che ha aperto il nuovo percorso insieme ai colleghi Marco Farina e François Cazzanelli.

In primo piano a destra Francesco Ratti

Ratti, classe 1980, rogenese di nascita e cresciuto sul territorio e sui monti lecchesi, è un valdostano d'adozione: dopo la laurea in ingegneria gestionale, ha scelto di fare della sua passione un lavoro e di trasferirsi a vivere in Valle D'Aosta, che ha iniziato a frequentare sin da piccolo durante l'estate.

"Abbiamo avuto insieme l'idea di aprire questa via - spiega - Con Cazzanelli frequento spesso la montagna (con lui aveva concluso la spedizione sul Denali, la cima più alta degli Stati Uniti e prossima al circolo polare artico https://www.casateonline.it/articolo.php?idd=116653, ndr) mentre con Farina stiamo facendo un corso di formazione per diventare istruttori-guide. Ci siamo trovati a pensare ad aprire una via sulla porzione di Cervino dove c'era spazio e dove la roccia era bella, a differenza del resto della montagna".

I tre alpinisti hanno deciso di tentare l'impresa sulla terza vetta italiana ma le condizioni meteorologiche dell'estate non sono mai state favorevoli. "Siamo riusciti a concretizzarla solo negli scorsi giorni, dopo alcuni giorni di approccio - aggiunge Ratti - Prima siamo andati io e François a cercare di capire dove si poteva passare e decidere se valeva la pena. Insieme a Marco, invece, siamo saliti verso il pilastro che abbiamo aperto, una porzione di roccia che si stacca leggermente dalla montagna. Lo scorso fine settimana abbiamo aperto la via, aprendo le parti più dure".

La linea è composta da 16 tiri con difficoltà superiori al 7, ma deve ancora essere completata: ci sono infatti due tiri che sono stati aperti ma non liberati. "Sono di difficoltà non banali, superiori al 7a e 7b. Speriamo però di tornare nei prossimi giorni per stabilire la difficoltà".

Il rogenese Ratti, primo a destra nella foto

Non è la prima volta che Ratti si trova ad aprire nuove vie: lo ha fatto in contesti internazionali su monti tra 5000 e 6000 metri, ma anche sullo stesso Cervino dove aveva aperto una via su un altro scudo di roccia nella zona ovest della parete. Ratti è stato anche protagonista di diverse spedizioni alpinistiche, in Patagonia, in Cina e in Nepal.

"La difficoltà principale nell'aprire una via sta nella ricerca dell'itinerario e quindi capire dove sia meglio passare per trovare la bella roccia. Poi sarebbe ideale il bel tempo: se il clima è brutto, arriva la nebbia che rende tutto più umido, freddo e difficile. Anche il giorno in cui siamo andati non era bellissimo, solo qualche ora di sole al mattino, poi le nuvole ci hanno parecchio rallentavano. D'altra parte quest'anno di giornate limpide ce ne sono state poco".
M.Mau.
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