Missaglia: Mons.Brambilla alla messa in ricordo dei 30 anni dalla posa della prima pietra al polivalente

Molti i fedeli che domenica mattina hanno partecipato alla funzione presieduta da Monsignor Franco Giulio Brambilla, missagliese e attualmente vescovo di Novara, in occasione del 30esimo anniversario della posa della prima pietra del salone polivalente dell'oratorio.

Da sinistra Monsignor Brambilla e il parroco don Bruno

La cerimonia officiata nella basilica di San Vittore - inserita nel contesto della festa in apertura del nuovo anno oratoriano - è stata aperta dalle parole del parroco don Bruno Perego, che ha ringraziato l'alto prelato per la sua presenza e per aver contribuito, negli anni, alla crescita del popolo di Dio.

Ha poi ricordato ai presenti l'importanza che ha avuto, nei trent'anni dalla costruzione, il salone polivalente frequentato da bambini e ragazzi, un punto di ritrovo per tutti i giovani e che, nella giornata di venerdì, ha ospitato don Alberto Ravagnani, il "prete social", in occasione della presentazione del suo primo libro.
Particolarmente emozionante il momento dell'omelia, durante il quale le parole del religioso Brambilla hanno rapito l'attenzione di tutti i presenti.

"Il Vangelo di Giovanni che abbiamo letto oggi parla dell'incontro tra Nicodemo, fariseo e membro del Sinedrio, e Gesù. Questo testo è uno dei più difficili da interpretare ma anche uno dei più belli scritti da Giovanni. Gesù dice a Nicodemo (che significa "vincitore del popolo") che per entrare nel regno di Dio gli uomini devono nascere dall'alto. Questo significa rinascere in Gesù, spiega, e può accadere anche in età anziana. Nicodemo fatica a comprendere quello che Gesù gli sta dicendo, ma alla fine si convince delle sue parole" ha detto il religioso ai presenti.

"Da questo discorso derivano due cose pratiche: la prima cosa che comprendiamo è che il compito più difficile per un genitore, colui che ci da la vita, è far capire che questa è un dono e quindi lasciare lo spazio necessario perché l'altra la riceva per il dono che è, non come una pretesa. La seconda cosa che comprendiamo è che dobbiamo maturare la capacità di rispondere alle cose ricevute. Prendiamo come esempio il patrimonio, che viene lasciato di padre in figlio. Se noi diamo a nostro figlio solo le cose materiali, senza insegnare le responsabilità che da esse derivano, rischiamo che le cose materiali lasciate si dissolvano. Un'espressione che mi ha aiutato molto a capire questo concetto è scritta nel dramma Faust dello scrittore e drammaturgo tedesco Goethe e dice: ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo, se vuoi possederlo davvero" ha continuato.

Don Andrea Scaltritti, responsabile della pastorale giovanile degli oratori missagliesi

Prima della conclusione della messa, Monsignor Brambilla ha ricordato nuovamente il verbo "rinascere" che quest'anno più di altri anni, assume un significato importante e allo stesso tempo complicato. "Tutti i passi che abbiamo la possibilità di fare, dobbiamo compierli. Questo è il mio augurio per l'anno oratoriano 2021, 2022: che sia un anno di rinascita".

Lo staff che si è occupato del pranzo servito in oratorio

Al termine della cerimonia una settantina di persone, tra cui Monsignor Brambilla, don Bruno Perego e don Andrea Scaltritti, si sono recate presso il salone polivalente dell'oratorio dove è stato organizzato un pranzo su prenotazione. I volontari presenti, che hanno aiutato anche in serata per la cena organizzata per i membri del GSO, erano circa una ventina e si sono occupati sia della preparazione di squisiti piatti, come i fusilli speck e zucchine e il filetto di branzino, sia del servizio a tavola. Per poter partecipare al pranzo è stato necessario esibire il green-pass al fine di contenere i contagi.

Si concludono così gli eventi e le cerimonie organizzate in vista della riapertura dell'anno oratoriano a Missaglia, mentre dal giorno 24 si terranno una serie di iniziative presso l'oratorio di Maresso.

S.L.F.
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