Casatenovo: nel nuovo libro di Pierangelo Colombo la vita in evoluzione dell'adolescente Laura

È in dirittura d'arrivo su tutte le piattaforme digitali e in libreria ''Come un temporale estivo'', il nuovo libro dell'autore casatese Pierangelo Colombo. Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio San Giorgio nel 2018, e autore di racconti brevi, il ''narrastorie con gli scarponi'' - così si definisce - in un'intervista ci ha raccontato la sua ultima opera.

Pierangelo Colombo in un'immagine di qualche anno fa

-Prima di parlare del suo nuovo libro, inizierei con qualche domanda su di lei e sul suo percorso per presentarla ai lettori: dove è nato? Quando? C'è qualche episodio della sua infanzia che l'ha guidato nella scelta di diventare scrittore?

Sono nato a Monza nel lontano ‘70, l'anno che cambiò il rock per sempre. Musica e letteratura sono due passioni che hanno accompagnato la mia crescita. Da scolaro svogliato esprimevo il classico modello di: "L'alunno ha il potenziale ma non si applica"; l'unica materia in grado di attirare il mio interesse era narrativa. Al contrario dei miei compagni, che prediligevano educazione fisica per dar sfogo all'energia accumulata, io, da pigro irriducibile, amavo lasciar correre la fantasia. Amore, quello per i libri, scoccato leggendo Il buio oltre la siepe, di Harper Lee. Credo sia nata proprio fra quelle pagine la passione per la scrittura che, tuttavia, è rimasta latente sino all'età adulta quando, grazie a una macchina da scrivere regalatami, ho iniziato a mettere per iscritto le storie che gironzolavano per la testa. Un inizio senza pretese, scrivevo racconti brevi che incontravano il favore di parenti e amici, ma non essendo questi un pubblico obbiettivo, ho deciso d'inviare gli elaborati a dei concorsi letterari, così da ricevere un giudizio critico. Il primo successo è arrivato nel 2007 vincendo il mio primo premio a livello nazionale a Roma. Essendo un autore insicuro non ho mai smesso di mettermi alla prova, cercando sempre la conferma del lavoro svolto attraverso il giudizio delle Giurie. Nel corso degli anni ho ricevuto diversi riconoscimenti, tanto da spingermi a pubblicare tre antologie di racconti e un libro di narrativa per ragazzi. Volumi autopubblicati e distribuiti attraverso il circuito della Feltrinelli. Fra questi anche la prima versione di Come un temporale estivo, stampato in alcune copie diciamo ‘pilota' con il titolo provvisorio di Il lago delle fate, che ho distribuito per raccogliere dei giudizi e, viste le reazioni positive, ho pensato di proporlo ad alcuni editori.

-Da quando ''Come un temporale'' estivo sarà disponibile al pubblico? Quale editore si è occupato della pubblicazione?

Il volume sarà acquistabile su tutte le piattaforme online dai primi di ottobre, oppure richiedendolo al proprio libraio di fiducia. L'editore con cui collaboro, poi, è Porto Seguro Editore; è il primo libro che pubblico con una casa editrice, decisione nata constatando le difficoltà, per un autore, nel seguire autonomamente tutto ciò che concerne la distribuzione o la promozione, così come per l'editing e il lavoro grafico. Meglio affidarsi a dei professionisti.

La presentazione del libro ''Come un temporale estivo'' a Milano

-Il libro, che si apre con l'esperienza di un'odiata vacanza con i genitori, parla della storia di Laura, un'adolescente che, in quanto tale, inizia a confrontarsi (non senza una buona dose di conflitti) con gli adulti che la circondano, con i coetanei e specialmente con se stessa: sono proprio gli incontri con Marco e soprattutto Red, due ragazzi "fuori dal comune", e con Miriam, la "venerata cugina", che le faranno mettere in discussione le sue certezze e i punti saldi della sua vita. In che modo il titolo si concilia con la trama? C'è una spiegazione univoca o spetta al lettore cercare di intuirla?

Il titolo è una metafora che ben rappresenta la vacanza vissuta dalla protagonista. Un'esperienza che, come un temporale, si preannuncia con un cielo cupo, una buriana di venti, tuoni e fulmini. Laura, infatti, ha quindici anni e vive questa vacanza come l'ultima costrizione impostale dai genitori. È irascibile, polemica, annoiata e fa di tutto per farlo pesare. Fortunatamente, dopo i primi giorni di tedio, Laura conosce due ragazzi, anch'essi adolescenti, del tutto diversi dai coetanei che abitualmente frequenta in città. Prima fa amicizia con Marco, timido, frenetico, appassionato di botanica che, a un primo approccio, Laura definisce come "Strano forte", poi arriva Red, stravagante quanto misterioso. Seppur l'uno sia l'antitesi dell'altro, fra i tre nasce un affiatamento straordinario, che stupirà Laura assuefatta a dei rapporti basati sull'apparire, dove il dialogo è unilaterale e non contempla l'ascolto dell'altro. I tre, invece, imparano a conoscersi vivendo un rapporto basato sulla spontaneità, senza il timore del giudizio. Red, però, ha un segreto che nasconde dietro la propria esuberanza, segreto che, una volta rivelato a Laura, la sconvolgerà a tal punto da sentire vacillare quelle che credeva essere delle certezze, dei punti saldi nella propria vita. Una tempesta di emozioni che investe la ragazza lasciandola confusa, non riconoscendosi più in quella di prima si sente smarrita. L'arrivo di Miriam poi, la cugina che Laura venera invidiandone l'indipendenza, porterà ancor più scompiglio nello stato d'animo della ragazza che, vedendo ora il mondo con occhi differenti, riconsidera non solo il comportamento egocentrico della cugina, ma anche il proprio modo di essere. Come dopo ogni tempesta il cielo torna limpido, così anche questa tempesta squarcia le tenebre illuminando l'anima di Laura, mostrandole i suoi tanti difetti, ma anche il modo per cambiare.

-"Laura è alla ricerca di se stessa, di una personalità ancora da formare e di ciò che vorrebbe diventare" ha spiegato in altre occasioni. Questo fa di lei un personaggio tutto da scoprire, che si presta a più interpretazioni e con il quale il lettore si può immedesimare. È corretto?

Sì, Laura, come tutti gli adolescenti, vorrebbe scostarsi dall'ombra dei propri genitori che sente ingombrante, pronta ad affrontare il mondo mal sopporta d'essere trattata da bambina. L'adolescenza è quel volo che, dal trampolino della fanciullezza, ci tuffa nel mare dell'età adulta; un volo che pare senza fine e ci mostra fragilità e paure. L'adolescente è in balia d'emozioni che fatica a razionalizzare, altalenando fra il senso d'inadeguatezza e l'arroganza del credere d'aver scoperto i segreti dell'universo. Per questo Laura ci mostra diverse sfaccettature del proprio carattere che, ancora acerbo, deve prendere forma. Il rapporto conflittuale con la madre è così aspro da indurla persino a sovvertire le proprie convinzioni, pur di dare torto alla genitrice, eppure prova del senso di colpa sapendo d'essere esasperante. Muore dalla voglia di farsi maggiorenne e "cantando l'alleluia andarsene da casa", ma prova il desiderio di confidare ai genitori l'esperienza d'amicizia che sta vivendo. Una volta adulti tendiamo a rimuovere il travaglio interiore saggiato in questo periodo di transito che è l'adolescenza, minimizzando quei problemi che, per chi li vive, sembrano insormontabili. Per questo credo che, immedesimandosi nella protagonista, i genitori possano risvegliare quella delicatezza necessaria a comprendere il comportamento dei propri figli, ritrovando così un linguaggio condiviso.

-Ogni personaggio ha la sua funzione, il suo ruolo all'interno del libro e soprattutto della vita di Laura. Quali sono allora i temi che vengono trattati nella narrazione?

Gli argomenti sono molteplici, dal conflitto generazionale fra figli e genitori al senso dell'amicizia, dell'essere piuttosto che
dell'apparire, tuttavia, il fulcro di questo racconto è l'incontro di una ragazza di oggi con la diversità, espressa in svariate forme, facendoci ricordare quanto ogni persona sia un essere unico. Laura stessa, dopo aver conosciuto la bizzarra unicità di Marco e Red, si chiede come si sarebbe comportata nei loro confronti in un altro contesto, immersa nel conformismo del proprio branco da che parte si sarebbe schierata? Da chi deride o chi protegge? Chi esclude a priori colui che non si uniforma o chi crea un ponte di collegamento?

-Si tratta allora di temi sempre attuali. Cosa mi può dire invece dell'ambientazione del libro? Ha un significato preciso? La contrapposizione città-montagna può essere vista come la rappresentazione fisica del contrasto fra ciò a cui Laura è ancorata e le nuove esperienze che la portano a riflettere su se stessa?

Da sempre la montagna è l'icona della meditazione, il contatto con la natura. La semplicità che caratterizza il piccolo borgo, descritto nella storia, rappresenta lo sgravare del superfluo, la quotidianità, il soffermarsi sull'essenziale, su ciò che realmente ha valore: i sentimenti, le emozioni che, molto spesso, sono messi in ombra. Laura arriva dalla città con un carico pesante: l'abitudine a uniformarsi ai coetanei, preordinare le parole da dire così da non rischiare inciampi, colmare il vuoto nei discorsi con scurrilità o insulti, focalizzare il pensiero costantemente sull'apparire sentendosi perennemente sotto esame. Conoscendo la straordinaria semplicità di Marco, Laura inizia ad alleggerirsi da quel carico saggiando la leggerezza del sentirsi libera. Libera d'essere se stessa, di parlare apertamente senza paure e, soprattutto, cambia modo di guardare il mondo sostituendo al giudizio lo stupore. Un giorno Marco, nella sua disarmante naturalezza, ha detto: "L'unico pesce che segue la corrente è il pesce morto". Rinunciare alle propria personalità, soffocandola per omologarsi al pensiero unico, equivale a lasciarsi morire dentro.

-Qual è, allora, il messaggio che questo libro esprime?

Sicuramente il valore dell'unicità, ma anche quello di saper ascoltare. Nel silenzio della montagna Laura impara a stare in ascolto; pratica in disuso nella società attuale. Sembra un paradosso, mai come oggi l'uomo ha avuto a disposizione tanti mezzi che facilitano l'interazione: canali social, telefonia, una sterminata rete mediatica, eppure la comunicazione sembra essere a senso unico, si è persa l'abitudine dell'ascolto e quindi dell'apprendere, inteso come comprendere. Lacuna che facilita l'alzata di muri piuttosto che in sano dibattito. Ascoltare, e quindi comprendere l'altro, è indispensabile per la formazione di un altro inestimabile sentimento: l'empatia.

-Come mai ha deciso di trattare proprio questo argomento? Da dove deriva l'ispirazione? Si tratta esclusivamente di un prodotto della sua fantasia o c'è una componente biografica, anche non personale?

La storia di Laura è germinata lentamente. Ha iniziato ad attecchire osservando i comportamenti o, meglio, conflitti fra genitori e figli adolescenti. Scontri perlopiù basati sulla mancanza di un ascolto reciproco. L'assenza di un lessico comune produce incomprensioni, attriti e quindi allontanamento. Il linguaggio, la comunicazione possono essere un ponte che ricongiunge la voglia di emanciparsi dei ragazzi con l'esperienza dei genitori, ma per costruire questo ponte occorre un ascolto alla pari, senza pregiudizi. A questo si è andata ad aggiungere la deriva individualistica della nostra società, dove il desiderio di successo ha demolito quella che considero la più generosa delle nostre emozioni: l'empatia. Perdendo questo metro di giudizio togliamo valore all'essere umano, alla vita la dignità. L'importanza dell'unicità di ogni individuo dovrebbe portarci a considerarlo insostituibile, non un numero. Da questo è nato Come un temporale estivo.

Il conferimento del Premio San Giorgio nel 2018

-Come Laura impara qualcosa di diverso da ogni persona che incontra, anche noi nella nostra vita abbiamo sempre da apprendere dagli altri, e soprattutto, come lei, non smettiamo mai di crescere e di scoprire noi stessi. Si può dire che siamo tutti un po' Laura?

Sicuramente. Laura non è una eroina, è una persona fragile, piena d'insicurezze e contraddizioni. Pronta ad innamorarsi provando la sensazione delle farfalle nello stomaco, ma anche odiare per le delusioni. Spesso sbaglia, sa di farlo, vorrebbe cambiare, ma il cammino è lungo e faticoso, tuttavia lo affronta con forza perché l'aspirazione è quella di migliorarsi. Pregi e difetti che albergano in tutti noi, rendendoci per questo degli esseri ‘umani'.

-È corretto definire questo libro un romanzo di formazione?

Credo di sì, anche se la vicenda si svolge nel lasso di una vacanza. Tre settimane, tuttavia, che bastano a Laura per saggiare una serie di esperienze ed emozioni che forse non la cambieranno, ma da cui ne uscirà certamente più matura.

-A chi è rivolto, allora? C'è un target al quale ha fatto riferimento nella composizione?

Il libro è dedicato all'adolescenza, ma anche al ruolo dei genitori. Attraverso le vicende dei tre ragazzi ho cercato di porre l'attenzione sul disagio giovanile provato nella delicata ricerca di una propria personalità. Usando lo stesso linguaggio degli adolescenti, ho cercato di rendere comprensibile agli adulti una realtà ormai lontana, sentimenti, paure e angosce che, superato il passaggio alla maturità, sembrano essere stati rimossi dalla memoria impedendo, così, di poter comprendere pienamente il comportamento dei propri figli. Citando H. Carter, "Ci sono soltanto due lasciti durevoli che possiamo sperare di dare ai nostri figli: uno sono le radici, l'altro le ali".

-Parliamo invece di cosa questo libro ha significato per lei: sempre in ambito di composizione, quando si stende un personaggio, in un certo senso, ci si immedesima in lui. Quanto è difficile questo processo se la vita che si sta disegnando è così diversa da quella che invece si vive?

Credo che per delineare un personaggio rendendolo ‘reale' sia importante l'uso dell'empatia. Nel corso della vita, anche se non ci badiamo, incontriamo un numero enorme di persone, di ogni foggia e carattere. L'osservazione attenta fa emergere piccoli dettagli, vezzi, comportamenti inusuali. Esercitarsi a vestire i loro panni, immaginandone i pensieri, i sentimenti, le reazioni, è un ottimo esercizio che aiuta poi a dare un corpo al personaggio che si vuole creare.

-Si può dire che scrivere un libro, per questo motivo o per altri, aiuti anche a scoprire e a conoscere anche se stessi?

Uno dei consigli indirizzati a chi vuole diventare autore è: scrivi di ciò che sai. Difficile descrivere il freddo o la fame se non li si è saggiati, si rischia di far affiorare un senso di fasullo. Con questo non intendo dire che bisogna per forza di cose provare tutte le esperienze della vita, anche perché una sola non basterebbe, ma per quel che concerne i sentimenti, quelli sì, devono essere i più sinceri possibili, e per avere questo occorre scavare a fondo in noi stessi.

-Cosa rappresenta per lei questo libro?

Scrivere un racconto, un libro è come generare un figlio, parte dal concepimento dell'idea, la sua nascita, la crescita fino a prendere forma materiale. Arriva poi il giorno della pubblicazione, della sua maturità. Se ne andrà in giro, se sarò fortunato sarà letto da persone che probabilmente non conoscerò mai, forse darà loro uno spunto di riflessione, un momento di sollievo e spensieratezza. E ovunque andrà, proprio come un figlio, porterà dentro di sé, fra le sue righe, qualcosa di mio.

Pierangelo Colombo ha quindi concluso l'intervista con l'anticipazione di una presentazione di ''Come un temporale estivo'' proprio qui nel casatese e con l'annuncio di un prossimo libro in cantiere, dal titolo La volpe che voleva toccare le stelle, che, presentato come inedito al premio Città di Siena rientrando fra i finalisti, si è classificato secondo.

Giulia Guddemi
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