Oggiono, nuova caserma: incontro al Provveditorato. Risorse disponibili per i pagamenti arretrati
Nella giornata di venerdì 8 ottobre è andata in scena una nuova "puntata" della storia, più che decennale, del cantiere della nuova caserma dei Carabinieri a Oggiono. Lo scenario è stato quello della sede milanese del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche.
Dall'incontro è emerso un quadro relativamente più rassicurante rispetto a quello del passato. Se negli scorsi mesi l'impresa incaricata di realizzare le opere del primo lotto è stata costretta a fermarsi a causa del mancato recepimento dei pagamenti - da parte del Provveditorato - a saldo dei lavori già svolti, ora sembrerebbe che le risorse economiche necessarie siano a disposizione.
«Ci è stato confermato che queste somme sono state sbloccate» ha spiegato il sindaco di Oggiono precisando «la prossima settimana verranno fatti i mandati di pagamento». Una procedura che comunque richiederà alcune settimane prima che l'impresa possa effettivamente recepire in modo concreto le somme spettanti.
Effettuati i pagamenti per l'azienda dovrebbero decadere le cause che avevano imposto il fermo dei lavori sul primo lotto del cantiere di via Donatori del Sangue. Nel momento in cui il personale incaricato di eseguire le opere riprenderà le attività, serviranno comunque alcuni mesi per portare a termine l'edificio che una volta ultimato ospiterà gli uffici dell'Arma.
Fra i lavori ancora da realizzare e indispensabili per completare la struttura mancano alcuni elementi dell'impianto elettrico, la posa di alcuni serramenti interni, la realizzazione del muro di cinta in cemento armato, essendo l'area della caserma militare, e per finire il completamento dell'area di ingresso.
Un'incertezza ben peggiore continua a gravare sul secondo lotto. L'azienda che ha vinto la gara d'appalto ha formalmente comunicato al Provveditorato, alcuni mesi fa, l'intenzione di rinunciare alla realizzazione dei lavori. Una vicenda delicatissima che, dal punto di vista tecnico e legale, non ha fatto grandi passi in avanti negli ultimi due mesi.
Non appena il Provveditorato e l'azienda formalizzeranno l'avvenuta rinuncia, l'Ente incaricato della realizzazione della caserma dovrà contattare la società giunta seconda nella graduatoria della gara d'appalto.
Quest'ultima potrà accettare, rinunciare o chiedere un adeguamento ai prezzi di mercato del valore delle opere da realizzare. Una procedura complicata, delicata e lunga che potrebbe aprire un'altra fase di confronto. Unica nota positiva, sembrerebbe che il Provveditorato abbia a disposizione delle risorse economiche per avviare questa trattativa.
Lo scenario complessivo rende impossibile, come avviene da diversi anni a questa parte, definire una data per il completamento del cantiere. Resta aperta la possibilità che il primo lotto dei lavori possa essere terminato entro la metà del 2022. Ipotesi valida nel caso in cui l'impresa tornasse ad operare presso il cantiere fra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo. Alle condizioni attuali, è invece difficile ipotizzare che qualche azienda torni a lavorare sul secondo lotto, quello destinato agli alloggi del personale, prima della seconda metà del prossimo anno, o molto più probabilmente, prima del 2023.
La situazione attuale vede due scenari differenti, con altrettante criticità. Il primo lotto dei lavori, riguardante la palazzina degli uffici, è bloccato a causa di ritardi nei pagamenti. Il secondo lotto, relativo agli alloggi, è bloccato per la rinuncia dell'impresa vincitrice della gara d'appalto.
Dall'incontro è emerso un quadro relativamente più rassicurante rispetto a quello del passato. Se negli scorsi mesi l'impresa incaricata di realizzare le opere del primo lotto è stata costretta a fermarsi a causa del mancato recepimento dei pagamenti - da parte del Provveditorato - a saldo dei lavori già svolti, ora sembrerebbe che le risorse economiche necessarie siano a disposizione.
«Ci è stato confermato che queste somme sono state sbloccate» ha spiegato il sindaco di Oggiono precisando «la prossima settimana verranno fatti i mandati di pagamento». Una procedura che comunque richiederà alcune settimane prima che l'impresa possa effettivamente recepire in modo concreto le somme spettanti.
Effettuati i pagamenti per l'azienda dovrebbero decadere le cause che avevano imposto il fermo dei lavori sul primo lotto del cantiere di via Donatori del Sangue. Nel momento in cui il personale incaricato di eseguire le opere riprenderà le attività, serviranno comunque alcuni mesi per portare a termine l'edificio che una volta ultimato ospiterà gli uffici dell'Arma.
Fra i lavori ancora da realizzare e indispensabili per completare la struttura mancano alcuni elementi dell'impianto elettrico, la posa di alcuni serramenti interni, la realizzazione del muro di cinta in cemento armato, essendo l'area della caserma militare, e per finire il completamento dell'area di ingresso.
Un'incertezza ben peggiore continua a gravare sul secondo lotto. L'azienda che ha vinto la gara d'appalto ha formalmente comunicato al Provveditorato, alcuni mesi fa, l'intenzione di rinunciare alla realizzazione dei lavori. Una vicenda delicatissima che, dal punto di vista tecnico e legale, non ha fatto grandi passi in avanti negli ultimi due mesi.
Non appena il Provveditorato e l'azienda formalizzeranno l'avvenuta rinuncia, l'Ente incaricato della realizzazione della caserma dovrà contattare la società giunta seconda nella graduatoria della gara d'appalto.
Quest'ultima potrà accettare, rinunciare o chiedere un adeguamento ai prezzi di mercato del valore delle opere da realizzare. Una procedura complicata, delicata e lunga che potrebbe aprire un'altra fase di confronto. Unica nota positiva, sembrerebbe che il Provveditorato abbia a disposizione delle risorse economiche per avviare questa trattativa.
Lo scenario complessivo rende impossibile, come avviene da diversi anni a questa parte, definire una data per il completamento del cantiere. Resta aperta la possibilità che il primo lotto dei lavori possa essere terminato entro la metà del 2022. Ipotesi valida nel caso in cui l'impresa tornasse ad operare presso il cantiere fra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo. Alle condizioni attuali, è invece difficile ipotizzare che qualche azienda torni a lavorare sul secondo lotto, quello destinato agli alloggi del personale, prima della seconda metà del prossimo anno, o molto più probabilmente, prima del 2023.
L. A.