Cremella: una panchina e decine di simboli rossi per dire no alla violenza sulle donne

In un freddo pomeriggio autunnale, in cui i colori del cielo si avvicinavano a una tavolozza di grigi, a Cremella un gruppo di cittadini si è riunito portando con sé un fazzoletto, un pile, una giacca o una gerbera rossi. Sabato 9 ottobre si è tenuta la posa di una panchina rossa nella piazza antistante il municipio, perché la presenza di questo simbolo testimoni la lotta di Cremella contro la violenza sulle donne.

Il sindaco Ave Pirovano

Per l'occasione hanno presenziato i rappresentanti delle tante associazioni del paese, insieme ai protagonisti della giornata: l'assessore ai Servizi Sociali, Cristina Brusadelli, la presidente dell'associazione meratese "L'altra metà del cielo", Amalia Bonfanti, il sindaco di Cremella, Ave Pirovano e il presidente della commissione affari sociali, nonché consigliere comunale, Matteo Beretta. L'assessore Brusadelli ha accolto con queste parole i cittadini presenti: "ci sembrava giusto e opportuno dare un segnale forte: non è una panchina che fa la differenza, ma tante volte ci reputiamo una civiltà progressista e progredita e ancora i casi di violenza sulle donne sono all'ordine del giorno".

Amalia Bonfanti

La parola è poi passata ad Amalia Bonfanti, che con la sua associazione "L'altra metà del cielo - Telefono donna", riveste la prima ancora di salvezza a cui le donne vittime di violenza si aggrappano quando decidono che il limite è stato superato. "Grazie a tutti voi per la massiccia presenza, vedo tra di voi tanti uomini e questa è una cosa importante e significativa", ha esordito la presidente. Il suo intervento ha delineato fin da subito i confini della violenza: "la violenza nasce da una mancanza di parità. Non scaturisce, come invece vogliono farci credere i giornali, da un raptus qualunque. La violenza emerge quando non si rispetta più l'altro, quando viene meno la parità, e questo è valido per tutti i tipi di violenza: quando non c'è più rispetto scattano i meccanismi che fanno credere di essere superiori e di poter comandare sugli altri".

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Le donne che contattano l'associazione di Merate sono diverse e hanno le più svariate storie. Dopo l'aiuto immediato delle volontarie però hanno bisogno di un supporto sul lungo periodo, per poter conquistare la loro autonomia abitativa, economica e psicologica, altrimenti rischiano di rimanere nell'orto della violenza. Il primo avvicinamento con l'associazione richiede l'ascolto e il riconoscimento di una richiesta d'aiuto da parte della donna. Dopodiché i servizi offerti comprendono l'assistenza psicologica - sia per le donne che per i minori coinvolti -, l'assistenza legale - garantita da un avvocato civilista e uno penalista -, la sistemazione in alcune soluzioni abitative a disposizione dell'associazione e l'aiuto di queste persone quotidianamente, affinché possano raggiungere l'autonomia, riprendendo in mano la loro vita.

L'associazione "L'altra metà del cielo", inoltre, offre un servizio di ascolto attivo ventiquattro ore su ventiquattro, che accoglie telefonate da case, questure, poliziotti, carabinieri, servizi sociali, pronto soccorsi, che chiedono loro di intervenire per la protezione di donne vittime di violenza, le quali nell'80% dei casi hanno con sé anche i propri bambini. "Il post lockdown è stato un disastro: siamo arrivate ad ospitare nelle nostre strutture abitative sette/otto donne con dodici/quindici minori", ha dichiarato la presidente Bonfanti. La frase di chiusura è significativa dell'impegno che le volontarie mettono nel loro lavoro quotidiano: "non voglio ringraziamenti per essere qui, sono io che devo ringraziare voi perché questo momento di ampio respiro mi toglie dal pensiero continuo delle soluzioni che dobbiamo trovare per le tante donne che ci chiedono aiuto. Essere qui oggi con voi mi solleva lo spirito". Le autorità e i presenti si sono poi spostati nei pressi della panchina rossa, dove il sindaco Ave Pirovano, prima di svelarla, si è rivolto ai cittadini: "in questa piazza, frequentata da tutte le generazioni in diverse ore della giornata, vorrei che questa panchina lanci un messaggio, affinché chi la veda si fermi a riflettere. Il rispetto parte dell'educazione e dalla formazione che tutti noi riceviamo: in famiglia, a scuola, nelle associazioni aggregative. Tutti noi dobbiamo trasmettere il nostro no alla violenza sulle donne, alla violenza di genere. Siamo orgogliose di essere donne e di essere in questa società".

Matteo Beretta

Successivamente è intervenuto il consigliere Matteo Beretta, presidente della commissione affari sociali di Cremella, che ha letto la frase di Papa Paolo Giovanni II che è stata stampata sul volantino di invito all'evento: "la violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone". A seguire, hanno preso parola i tanti membri della commissione affari sociali, che hanno letto una frase evocativa o di riflessione che spiegasse da diversi punti di vista la violenza che affligge i nostri giorni e hanno infine posato una gerbera rossa sulla panchina appena inaugurata. Infine, l'assessore Brusadelli ha rimarcato l'esistenza tutt'oggi di situazioni di fragilità e di violenza che tutti noi dobbiamo combattere perché episodi di violenza non accadano più. La frase conclusiva è spettata alla presidente Amalia Bonfanti: "magari la violenza è vicino a noi: dobbiamo imparare a riconoscerla, in modo che chi la sta vivendo ci legga negli occhi ‘io sono qui e ti posso aiutare'". La commozione data dalla condivisione di un momento così speciale ha incorniciato il pomeriggio cremellese a tinte rosse.
M.Bis.
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