Costa: l'ultimo saluto a Matteo, vinto dalla malattia a soli 18 anni. ''Ora è nella pace''

''Dopo un anno e mezzo di sofferenza ci saremmo aspettati una conclusione diversa da questa: sognavamo una grigliata fatta con Matteo in piena salute, ma questo non è stato possibile''. Queste le parole pronunciate nel pomeriggio odierno durante le esequie di Matteo Piazza, vinto da una malattia alla giovane età di 18 anni e residente da qualche tempo a Sirtori insieme alla famiglia, ma cresciuto proprio a Costa Masnaga. Qui, nella chiesa di Santa Maria Assunta, si è svolta la funzione funebre alla presenza di mamma Laura, papà Carlo, la sorella Aurora, il nonno Alessandro e moltissimi amici di Matteo.
Il giovane ha lottato a lungo, ma la malattia che da poco meno di due anni si era insinuata nella sua vita ha avuto la meglio nelle scorse ore lasciando un'intera comunità nel silenzio.
Una cerimonia emozionante quella odierna, presieduta da don Raffaele Anfossi, cappellano dell'ospedale Manzoni di Lecco che ha seguito il giovane nell'ultimo periodo segnato dalla lotta contro quel terribile male che purtroppo ha avuto la meglio.

L'uscita del feretro del diciottenne dalla parrocchiale masnaghese

''Ritrovarci qui oggi può far nascere in noi tanto sconforto e desolazione, forse anche disperazione. Non è finita come volevamo noi, anzi è finita nel modo peggiore possibile: io mi sono fatto aiutare dalla parola di Dio per imparare a guardare oltre o attraverso il dolore che tutti noi stiamo vivendo'' ha esordito il sacerdote. ''Ciò che mi viene da dire è che non sempre la vita va come noi vorremmo, eppure in alcune pieghe, in alcuni spiragli troviamo un senso e una speranza. Io la speranza l'ho trovata nelle letture: come infatti queste dicono, le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Adesso Matteo non hai più tormento, nessun tormento lo tocca, nemmeno tutte le cure a cui è stato sottoposto. La sua anima può trovare pace e spero che per la famiglia sarà lo stesso'' ha continuato. ''Matteo è stato un ragazzo come tutti gli altri ma in questo anno e mezzo ha subito un martirio: quando una persona viene curata, nella cura c'è anche la tortura, fisica ma anche interiore. Inoltre, è stato malato in un periodo storico pessimo per i pazienti in quanto ha subito la sofferenza dell'isolamento che è ancora peggio della malattia stessa. Ai nostri occhi semplici di uomini Matteo è morto, questo è ritenuto da noi come una sciagura, ma sono sicuro che sia nella pace''.

Gli amici di Matteo in moto seguono il feretro diretto verso Cibrone di Nibionno

La commozione era palpabile nella chiesa di Costa Masnaga, pervasa dal silenzio di fronte ad una tragedia davvero troppo grande da raccontare. ''Matteo non si è mai arreso, né lui né la sua famiglia che ha tirato fuori gli artigli per difenderlo. La malattia e la sofferenza non li ha divisi, non li ha fatti abbattere: anzi, si sono spesi per lui, per dimostrargli l'importanza e l'amore che nella famiglia è sopra ogni cosa. Dio conosce tutte le nostre fragilità. Penso che sia giusto pensare che, come i suoi genitori, hanno amato Matteo dandogli la vita e seguendolo nella malattia adesso non posso fare altro che affidarlo ad un altro amore, quello di Dio. Concludo con delle parole tanto importanti quanto vere: non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e fede in me''.

Un'immagine di Matteo Piazza

Al termine della funzione ha preso la parola un compagno di classe di Matteo, che ha parlato a nome degli amici dell'IPSIA Ferrari di Monza, la scuola superiore frequentata dal 18enne. ''Sembra ieri che portavi la pasta a scuola per condividerla con noi, ma di quella pasta a te ne restava ben poca. Tutte le tue battute, il tuo umorismo e le risate in officina oppure tutte le volte che facevamo colazione al bar Nonna Pallina e tu dopo aver messo 15 bustine di zucchero nel cappuccio aspettavi che diventasse freddo per berlo. Ma i momenti più belli erano quelli in cui parlavamo e condividevamo la nostra più grande passione, ovvero i motori, e noi compagni prendevamo in giro il tuo "bolide". E infine, come non ricordarsi del lunedì mattina durante il quale ci raccontavi le avventure che avevi fatto nel fine settimana. Una cosa è certa: avrai sempre un posto nei nostri cuori. Grazie Matteo, la tua classe'' ha concluso.

Infine, il parroco di Costa Masnaga don Adriano Colombini ha evidenziato le ultime parole pronunciate da Matteo prima di chiudere gli occhi per sempre e rivolte ai suoi genitori: ''vi voglio bene'', ricordando ai presenti quanto sia importante testimoniare - con parole e fatti - l'affetto che proviamo per i nostri cari ogni singolo giorno.
All'uscita dalla chiesa i fedeli si sono avviati verso il cimitero di Cibrone, frazione di cui è originaria la mamma di Matteo. Alcuni suoi amici hanno deciso di seguire il carro funebre in moto, per ricordare un'ultima volta la grande passione di Matteo per i motori.

S.L.F.
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