Briosco: D'Agostino presenta il libro ispirato alla fornace Riva

La Fornace artistica Riva si trova a Briosco ed è un'attività artigiana di prestigio che si occupa della realizzazione del cotto lombardo, materiale di grande pregio soprattutto per la lavorazione a mano che viene svolta per ottenerlo. Questa attività è stata ispiratrice per Emilio D'Agostino nella stesura del suo nuovo racconto breve ''Caleb il vasaio'', presentato lo scorso fine settimana.
Dopo un breve saluto da parte di Corrado Riva, padrone di casa, ha preso la parola Cinzia Cataldi, responsabile della comunicazione e del coordinamento dei progetti didattici che si svolgono con studenti di ogni età presso la fornace. ''Vedervi qui tutti oggi è per me una grande emozione. Occupandomi dell'ambito didattico, sono fiera di portare avanti qui i nostri progetti raccogliendo da questa fornace la sua testimonianza, facendone crescere il suo valore più grande: l'autenticità''. La Cataldi ha poi presentato l'autore del racconto.

Corrado Riva, padrone di casa, saluta il pubblico e presenta il volume

Emilio D'Agostino è nato a Como il 27 maggio 1963 e risiede a Lambrugo; attualmente è sovrintendente di polizia locale presso il Comune di Briosco, dopo aver svolto il proprio servizio in provincia di Como. Dopo i riconoscimenti ottenuti per poesie racconti brevi, ha partecipato a corsi di scrittura organizzati da Parolario nella città lariana e di scrittura teatrale. Nel 1993 ha deciso di seguire il nuovo filone di indagini sull'uccisione nel 1895 del giornalista del quotidiano ''Il mattino'' Giancarlo Siani da parte della camorra dedicandogli un racconto breve, sensibilizzando negli anni a seguire il mondo politico e culturale perché si realizzi un film sulla vicenda, cosa che è avvenuta nel 2009 per la regia e la sceneggiatura di Marco Risi.
Nel 2014, con la collaborazione dell'attore Christian Poggioni, ha messo in scena a Lambrugo una lettura intitolata: la difesa del giusto sul processo a Giancarlo Puecher, prima medaglia d'oro della Resistenza, sulla base della testimonianza dell'avvocato Gian Francesco Beltramini, difensore d'ufficio di quel dibattimento. Nel 2013, il suo racconto "Il Camaleonte" è stato pubblicato nella raccolta di gialli di autori diversi dal titolo: "Colpire al cuore", edito da Dominioni, scritto con la collaborazione di Andrea Di Gregorio.

Emilio D'Agostino

L'obbiettivo di ''Caleb il vasaio'' invece, è quello di avvicinare a questo mestiere le famiglie, fare accrescere in loro l'interesse nello scoprire quale sia la storia e la grande potenzialità artistica che ha la lavorazione dell'argilla. Per fare questo è stata preziosa la collaborazione di un amico artista di D'Agostino: Renato Molteni. Residente ad Erba, Molteni è entrato in contatto con il disegno e la pittura cinquant'anni fa, quando, quindicenne iniziò a frequentare la scuola setificio di Como, per poi lavorare nel mondo del tessile e del disegno per i successivi quarantatrè anni. Successivamente la passione per la pittura lo porta a conoscere vecchi artigiani decoratori a cui riconosce, da subito, La Sapienza artistica nel lavorare con precisione e originalità appunto ha iniziato poi a partecipare a dei concorsi estemporanei, affinando con il tempo la capacità tecnica di avere una pennellata veloce precisa. Per la realizzazione delle tavole che illustrano il racconto ''Caleb il vasaio'', Renato Molteni ha deciso di usare la tecnica dell'acquarello, esaltando la propria riconosciuta sensibilità cromatica, dando alle scene ritratte un originale è riuscita interpretazioni virgola che sicuramente esalta il lavoro narrativo.

Questo racconto ha anche attirato l'attenzione delle autorità. Infatti il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, ha voluto raggiungere tutti i presenti con una lettera dedicata: ''leggere le pagine che ripercorrono la storia di Caleb, il vaso di Gerusalemme, ci permette di comprendere appieno la forza che viene tramandata, fin dalla notte dei tempi, a chi lavora l'argilla: una caratteristica che indubbiamente oggi vediamo materialmente nel lavoro di Corrado Riva. La famiglia Riva di Briosco ha creato, grazie all'abilità di Carlo ed Emilio nonno e padre di Corrado, un luogo dove l'arte e il mestiere di Caleb il vasaio trovano la naturale residenza essendo l'unica fornace che attualmente continua questa attività, rispettando metodi e criteri della lavorazione manuale''.
Una lunga tradizione che si può immaginare attraverso le pagine di questo manoscritto e che fortunatamente può essere vissuta e scoperta in prima persona grazie alle visite guidate presso la fornace per conoscere da vicino il mestiere dell'artista sperimentando sul luogo gli attrezzi e le tecniche: un'opportunità da non perdere perché si appresta a iniziare a leggere questo splendido racconto di Emilio D'Agostino.

La fornace è rimasta oggi una delle poche a portare avanti la lavorazione del cosiddetto "cotto lombardo", dalla inconfondibile striatura del mattone rigorosamente realizzato a mano. Nell'arte della famiglia Riva ritroviamo le radici più vere e profonde della comunità lombarda che si identifica intorno ai valori del saper fare e dell'agire concreto: questi sono da sempre i caratteri distintivi dei Lombardi, tratte che sono ancora più marcate tra gli abitanti del territorio della Brianza. Questo racconto ci aiuta a capire come, ancora oggi, a volte, per ottenere risultati riguardevoli e che risaltano all'occhio umano per bellezza e particolarità non sia necessario l'utilizzo di macchine industriali, ma si può fare affidamento all'esperienza e all'abilità che vengono tramandate di padre in figlio, come accaduto a Corrado. Un'evidenza che troppo spesso sottovalutiamo virgola e che dobbiamo riscoprire: mi auguro che la lettura di questo racconto possa essere un buon viatico per far sì che questo mio auspicio possa concretizzarsi.

''Dall'inizio dei tempi non c'è gesto più semplice e tuttavia solenne di quello di dare forma, cioè, bellezza, alla terra, impastandola. E proprio offrendoci un pugno della sua terra tra le mani della da lavorare e "sentire" che Corrado Riva ha accolto tempo fa la delegazione di Monza e i visitatori presso la sua fornace artistica a Briosco. In quella occasione ha mostrato manufatti o pregevoli, statue, suppellettili, mattonelle per splendidi pavimenti di palazzi e chiese, ha illustrato tecniche antiche e moderne continuazione di un cammino che vive da lontano. Insieme alla sua famiglia sta portando avanti con orgoglio una tradizione artistica e un sapere millenari, una ricchezza vera che passa di generazione in generazione e che contribuirà a mantenere viva e lanciare verso il futuro punto tutto questo e molto di più, noi della Delegazione FAI di Monza abbiamo ritrovato in "Caleb il vasaio", pubblicazione che racconta proprio a questo lungo cammino in cui mistero in realtà si mescolano. È una storia un po' onirica in cui la vita, a tratti anche domestica di Gesù, si intreccia con quella di Caleb e di una folla di altri personaggi che popolano epoche sempre più vicini a noi, mantenendo un legame costante che è l'amore per questo antico gesto creativo e misterioso con cui Gesù fece volare i passerotti di terracotta. Questo racconto è anche un invito a cercare queste tracce in una città briantea testimonianza della nostra millenaria stratificazione storica e culturale virgola e presso la fornace, bene da scoprire affinché si rafforza il senso di appartenenza a uno spazio comune'' le parole di Elena Colombo, capo delegazione FAI Monza.



Ha poi preso la parola Emilio D'Agostino che ha prima di tutto voluto ringraziare tutti i presenti, in particolare il neo sindaco Antonio Verbicaro e coloro che hanno collaborato con lui per la scrittura del suo breve racconto: il presidente della Fondazione Giovanni Amodeo RSA Gelosa di Briosco per il supporto, il professor Stefano Casati per la parte storiografica, la dottoressa Enrica Atzori per la parte lessicale e la moglie Paola per la pazienza e i tanti consigli.

''Caleb è figlio della pandemia, nello specifico del periodo di quarantena che ho dovuto affrontare dopo la morte di mio padre colpito dal Covid. In questo tempo ho potuto approfondire la conoscenza di questa fornace che prima avevo solo notato per la sua bellezza caratteristica dalla strada. Entrando e conoscendo Corrado si è acceso in me un fuoco che ho potuto placare solo mettendomi a scrivere questo racconto. Se inizialmente parlava solo di Caleb e il suo incontro con Gesù di Nazareth, si è sviluppato in un viaggio da Gerusalemme sino a Milano, e poi qui in Brianza. Questo mio racconto è basato sulla scoperta in queste zone di resti romani che mi hanno fatto supporre un ipotetico viaggio di un cristiano che fugge dalla propria terra natia per raggiungere un luogo dove non sarebbe stato perseguitato per la sua fede''.
Un bellissimo racconto in cui è possibile avere un assaggio della storia che il lavoro di Corrado Riva e la sua fornace porta avanti ancora oggi. Il piccolo volume non è in vendita, ma sarà presto disponibile nelle biblioteche della zona per il prestito.
G.P.
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