Sirone, 4 novembre: cerimonia per ricordare il Milite Ignoto

Una coccarda con il tricolore italiano sul petto dei bambini. La classe quinta della primaria Cesana Battisti di Sirone, insieme alle insegnanti e al dirigente scolastico Marco Magni, nel pomeriggio di oggi ha presenziato alla commemorazione del 4 novembre, data in cui ricorrono l’anniversario della Vittoria e la festa delle forze Armate.
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Emanuele De Capitani, assessori e consiglieri comunali, il maresciallo della caserma dei carabinieri di Oggiono Daniele Codognotto, il parroco don Gianluigi Rusconi, i rappresentanti dell'associazione nazionale alpini, dell'associazione combattenti e reduci, della protezione civile e della polizia locale, oltre al corpo musicale Santa Cecilia che ha accompagnato con la musica questa celebrazione.




Nel 2021, in particolare, viene ricordata un’altra ricorrenza, il centenario del Milite Ignoto, il cui significato è stato ben riassunto da un volontario: “Quella guerra (il primo conflitto mondiale, ndr) fu vinta e la vittoria significava la sconfitta di un impero centenario, quello austriaco e l’unità di Italia che si era compiuta. Sarebbe dovuto essere un momento festa, ma non fu così perché era un periodo complicato, con difficoltà economiche. Dopo 651.000 morti e tutti i sacrifici compiuti dai militari, non si capiva perché ci si trovasse in situazione sociale complicata”.




Mancava in quel momento il simbolo dell’unità e il ricordo di chi aveva permesso che si potesse arrivare a questo risultato: “I vertici militari capirono che non era reso onore a chi la guerra l’aveva fatta. Decisero così di celebrare un soldato, raccogliendolo da undici campi di battaglia e portandolo a Roma. Il soldato lo chiamiamo milite ignoto perché non era riconoscibile”. Si decise di tumularlo al Vittoriano, monumento eretto dieci anni prima in memoria di re Vittorio Emanuele II, che fece l’unità di Italia. Da quel momento, il monumento diventò l’altare della patria. “La scelta del soldato fu fatta da Maria Bergamas, il cui figlio era un irrendento che aveva combattuto al monte Cimone nel 1916 ed era morto in offensiva. Quando cadde, i suoi resti vennero recuperati e venne seppellito sull’altopiano di Asiago, ma i bombardamenti che seguirono ne distrussero la salma”. Maria Bergamas, tra undici bare, scelse la decima, che venne trasportata da Aquileia a Roma con una cerimonia che ebbe una grande eco popolare. “Se mettiamo questi simboli insieme, capiamo il senso della celebrazione del milite ignoto: abbiamo vinto la guerra, sconfitto l’impero austro ungarico grazie al Soldato che era il popolo, a cui veniva riconosciuta questa vittoria”. L’invito è quello di continuare a ricordare, attraverso questa cerimonia, il sacrificio fatto dalle famiglie e da chi in quel periodo visse situazioni drammatiche.




Gli alpini hanno poi letto i nomi dei caduti rievocandone la presenza. Poi la parola è passata al sindaco che ha ricordato come un anno fa, a causa del Covid, le celebrazioni istituzionali erano state delegate a pochi rappresentanti, mentre quest’anno per la prima volta, si ritorna a una cerimonia condivisa con la comunità. Proprio su questo aspetto si è concentrato il suo discorso. De Capitani ha ringraziato “le persone che durante la pandemia hanno lavorato per il bene di tutti. Pur non confondendo la guerra con la pandemia, queste persone, come i soldati, hanno risposto presente. Un altro grazie va ai volontari, chiamati a scendere in campo per la pandemia”.





Poi, il ricordo delle forze armate, sia per coloro che sono impegnati in missione di pace, sia per chi opera quotidianamente nel territorio per garantire la sicurezza.
“Quest’anno abbiamo sentito tante volte risuonare l’Inno: ci siamo sentiti tra i più bravi, partecipi e uniti davanti all’esultanza degli atleti che sono saliti sul podio: ci hanno dimostrato che, con sapienza, dedizione e costanza, si arriva ai risultati. Abbiamo intanto sentito spesso in questo periodo la parola ripartenza: loro sono ripartiti, ma oggi tocca a noi, per raggiungere obiettivi che rappresentano un podio virtuale e che devono portare il paese a ottenere risultati che costituiscono la vita di tutti noi”.
Il corteo ha raggiunto il monumento “supplica di pace” e il camposanto, dove riposano i membri del corpo bandistico che, come ricordato dal parroco, svolgono una funzione religiosa e civile insieme. Qui sono stati deposte dei fiori, accompagnati da momenti di silenzio, raccoglimento e preghiera.
L’amministrazione comunale ha accolto l’invito di ANCI e al prossimo consiglio conferirà la cittadinanza onoraria al Milite ignoto.
M.Mau.
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