Bulciago, 4 Novembre: le autorità e la cittadinanza rendono omaggio ai caduti

Anche a Bulciago le autorità civili e religiose hanno commemorato nella mattinata di domenica 7 novembre i caduti della Grande Guerra e le forze armate.

Padre Leopoldo e il sindaco Cattaneo

Alle ore 11 si è infatti tenuta la messa preso la chiesa parrocchiale di San Giovanni, celebrata da Padre Leopoldo, religioso passionista che collabora con il parroco don Giovanni Colombo all'interno della comunità pastorale Maria Regina degli Apostoli.


A mezzogiorno in punto la cittadinanza, insieme al sindaco Luca Cattaneo e ai rappresentanti della propria amministrazione e alla Protezione Civile di Bulciago, si sono poi spostati presso il monumento dei caduti accanto al municipio per rendergli omaggio con la deposizione della tradizionale corona floreale con il tricolore.

Dopo la benedizione, la corona è stata portata ai piedi del monumento che riporta tutti i nomi dei bulciaghesi caduti in guerra e dopo un breve momento di silenzio solenne in segno di rispetto, il sindaco Cattaneo ha letto il proprio discorso ufficiale, il quale da solo ben descrive lo spirito della giornata e l'intensità con cui la comunità di Bulciago ha preso parte a questa importante ricorrenza, ricordando anche la simbolica storia del Milite Ignoto:
Il 4 novembre 1918, per l’Italia si concludeva vittoriosamente la “Grande Guerra” contro l’Austria: un conflitto iniziato il 24 maggio 1915 e che per 41 mesi coinvolse oltre 5 milioni di combattenti, militari e civili, uomini e donne. Si stava concludendo quel processo di completamento della nostra Unità nazionale, con la liberazione ed il ritorno all’Italia di Trento, Trieste e dei territori limitrofi.

Era la prima “guerra totale” della storia dell’Umanità: il primo conflitto di massa che coinvolse in tutto il continente circa 70 milioni di combattenti e che provocò oltre 20 milioni tra feriti e invalidi, per non parlare delle sofferenze delle famiglie, delle vedove e degli orfani il cui numero è sconosciuto, e quasi 8 milioni di morti, dei quali quasi 600.000 Italiani.

Nella memoria degli Italiani non si è mai dimenticata quella tremenda tragedia e da allora, in tutto il nostro Paese, il 4 novembre di ogni anno si celebrano la ricorrenza della Vittoria e del ricordo dei Caduti.

Il 4 novembre non è però solo celebrazione di quella Vittoria, lontana nel tempo, non è solo ricordo dei Caduti, è anche la Celebrazione della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”: una ricorrenza che esprime la vicinanza e l’affetto alle nostre Forze Armate, oggi fondamentale strumento a garanzia della pace, della sicurezza e della democrazia in Italia e nel mondo, nelle aree colpite da conflitti in cui i militari sono inviati, per promuovere la pace e la sicurezza. Senza dimenticare l’importanza e il ruolo fondamentale che hanno avuto e stanno avendo tuttora nella gestione della pandemia da COVID 19.

Come sottolineato dal Presidente Mattarella nei giorni scorsi, quest’anno si ricordano per il nostro paese importanti anniversari: 160 anni dell’Unità d’Italia, 150 anni di Roma Capitale, 75 anni di Repubblica e 100 anni del trasferimento al Vittoriano della Salma del Milite ignoto.

E’ proprio quest’ultima ricorrenza che merita oggi di essere ricordata in modo particolare.

Infatti il 4 novembre scorso cadeva il centesimo anniversario della traslazione della salma del Milite Ignoto, presso il complesso del Vittoriano, oggi Altare della Patria. Non una salma qualunque ma quella scelta da una donna, Maria Bergamas, a rappresentare il figlio Antonio, arruolatosi come volontario nell’esercito italiano e morto sull’Altipiano di Asiago.

Durante una solenne cerimonia tenutasi, qualche giorno prima, il 28 ottobre 1921, nella Basilica di Aquileia, Maria la scelse tra undici bare, undici salme senza nome di soldati caduti in guerra. Vestita del suo scialle nero, passò accanto a ogni bara fino a quando, giunta dinanzi alla decima, urlò il nome del figlio, accasciandosi al suolo. Secondo la testimonianza della figlia Anna, la madre avrebbe voluto scegliere l'ottava o la nona bara, perché erano i numeri che lei associava alla nascita e alla morte di Antonio, ma dinanzi a quelle bare non riuscì a proferire parola e così scelse la decima affinché il simbolo diretto a Roma fosse davvero un soldato ignoto. La donna divenne così la madre spirituale del Milite Ignoto, simbolo di quelle mamme che avevano perso un figlio nella Grande Guerra.

Il giorno dopo la salma fu traslata a Roma. Un viaggio in treno iniziato da Aquileia il 29 ottobre e terminato al Vittoriano il 2 novembre. Cinque giorni e ottocento chilometri con tappe a Venezia, Bologna, Arezzo, Roma Portonaccio e Roma Termini, viaggio durante il quale in migliaia hanno omaggiato quella salma con preghiere, fiori, foto e scialli.

Il Milite Ignoto è diventato simbolo del dolore di tutte le madri ma soprattutto di quei militari che hanno sacrificato la propria vita per il proprio Paese.

Ad attendere la salma alla stazione Termini di Roma la mattina del 2 novembre c'erano le autorità, Vittorio Emanuele III e il presidente del Consiglio Bonomi, che accompagnarono in corteo il feretro nella basilica di santa Maria degli Angeli dove rimase fino al 4 novembre, ricevendo l’omaggio di una folla ininterrotta.

La mattina del 4 novembre, la salma del Milite Ignoto fu portata a spalla al Vittoriano e sepolta, accompagnata dal saluto militare.

Da quel giorno il Milite Ignoto è diventato un simbolo di identità nazionale, quella di un popolo fatto di contadini, operai, gente comune che anelava alla libertà e che voleva dimenticare la Grande guerra. L'anonimato della salma ha saputo trasformare il dolore di ciascuno nel dolore e nel lutto di tutti.

Oggi celebriamo dunque anche quel Soldato, inizialmente voluto come “di nessuno” e subito percepito come “di tutti”.

A lui, al Milite Ignoto, il Consiglio Comunale di Bulciago delibererà Mercoledì prossimo 10 Novembre il conferimento della Cittadinanza Onoraria, così come hanno deciso di fare in questa circostanza tantissimi altri Comuni italiani.

La vicenda del Milite ignoto è l’ennesima dimostrazione che il nostro Paese ha una grande storia alle spalle, sta a noi costruire un futuro che ne sia all’altezza, tutti assieme.

Buona Giornata dell’Unità d’Italia e delle nostre Forze armate!

Grazie

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