Bulciago,4 novembre: le note del violino per ripassare le tappe della Grande Guerra

Una ricostruzione storica della Prima guerra mondiale scandita dalle note del violino è stata quella proposta da Maurizio Padovan, musicista, storico e ricercatore, nella serata di lunedì 8 novembre presso la biblioteca di Bulciago. Una serata informativa all'insegna della multimedialità: oltre alla voce narrante dello storico, che tappa dopo tappa, ha ripercorso in modo coinvolgente le diverse fasi della Grande Guerra, i presenti hanno potuto vedere foto e filmati d'epoca proiettati nella sala, sentire canzoni e melodie significative registrate e il suono elegante del violino suonato da Padovan stesso.

Maurizio Padovan con l'assessore Raffaella Puricelli

Prima di iniziare il viaggio tra le curiosità e gli aneddoti della guerra, il vicesindaco nonché assessore alla cultura, Raffaella Puricelli, ha ringraziato i presenti e introdotto la serata: "questa iniziativa rientra tra quelle che come amministrazione comunale abbiamo voluto proporre alla cittadinanza per ricordare il 103esimo anniversario dalla fine della Prima guerra mondiale e il centesimo, invece, dalla scelta del milite ignoto che rappresenta la nostra patria e la nostra unità nazionale".

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La proposta arrivata da Maurizio Padovan è stata accolta positivamente dall'amministrazione perché ripercorreva "gli orrori della Grande Guerra e delle trincee attraverso lo sguardo insolito della musica", ha spiegato l'assessore Puricelli. Al termine del suo intervento di apertura l'assessore ha ribadito il forte legame che esiste tra il comune di Bulciago e la musica, a partire dall'associazione "L'Arte come mezzo" che insegna a suonare uno strumento musicale ai bambini delle elementari, passando per le lezioni garantite grazie al supporto del Consorzio Brianteo Villa Greppi e arrivando al contributo dato dal comune ad Amatrice, colpita dal terremoto, quando si è realizzata una scuola di musica nella città. "La musica ci unisce, ci eleva e da quello che scopriremo stasera anche in quei giorni di fame, freddo, dolore e bombardamenti, la musica ha scaldato i cuori dei nostri fratelli", ha concluso Puricelli.

La parola è così passata a Maurizio Padovan, che con l'ausilio si alcune slide e della sua voce narrante, ha ricostruito in modo originale le fasi della Prima guerra mondiale. Il sentimento che dominava - quando ci fu la mobilitazione delle maggior parte delle forze europee - era di inusuale contentezza: i ragazzi che partivano non sapevano esattamente a cosa stessero andando incontro e la garanzia di un pranzo e di una cena tutti i giorni erano, per chi veniva da contesti di povertà, una vera e propria fortuna.

Ben presto, tuttavia, si scoprì l'atrocità della guerra che si dispiegò in tutta la sua efferatezza e che ogni giorno falcidiava migliaia di - mal equipaggiati - soldati italiani. Una guerra che inizialmente si auspicava potesse durare qualche settimana, si trasformò in una lunga guerra di logoramento, che porterà alla morte 650.000 soldati italiani, senza contare 1.500.000 feriti, di cui 500 mila gravi. Il vero baluardo e simbolo della Grande Guerra divenne la trincea, una postazione inoppugnabile, difesa dal filo spinato e da molteplici mitragliatrici che puntavano dritto sul fuoco nemico. L'arma più letale, si rivelò, però, il gas asfissiante, che sterminava in pochi minuti interi eserciti o li lasciava in condizioni invalidanti per tutta la vita. La ricostruzione storica, tra pagine di giornale, video d'epoca e fotografie, ha toccato anche il problema della lingua italiana: mai come durante la Prima guerra mondiale i soldati che venivano da diverse aree di Italia capirono la lontananza che ci fosse tra le loro culture e le loro rispettive lingue, se a ciò si aggiunge che il tasso di analfabetismo era pari al 40%, si comprende quanto fosse difficile capirsi e farsi capire.

Finalmente, Maurizio Padovan imbraccia il suo violino e alla narrazione storica affianca l'esecuzione di canzoni dell'epoca, che segnano gli episodi che tutti studiamo sui libri di storia. Come "O Gorizia tu sei maledetta", cantata perché nella conquista di una porzione della città 51 mila soldati italiani persero la vita. Uno degli episodi più oscuri della guerra si ebbe però a Caporetto, quando tedeschi e austriaci riuscirono a sfondare il fronte italiano, che si ritirò sulla linea del Piave, lasciando al nemico centocinquanta chilometri di suolo italiano. Mentre gli uomini erano occupati sul campo di battaglia, le donne vissero la loro epoca di emancipazione forzata, perché erano loro in quegli anni ad andare in fabbrica e a badare contemporaneamente alla famiglia. Il loro ruolo chiave che emerge con il conflitto mondiale è quello delle crocerossine, ma importante sarà anche il ruolo delle portatrici carniche, che caricano nelle loro gerle ciò di cui hanno bisogno i soldati sulle alture in montagna e glielo portano. Ciò che viene raramente raccontato, però, è che le donne erano presenti anche vicino ai campi di battaglia per soddisfare sessualmente l'esercito: poche decine per migliaia di soldati.

A sinistra il sindaco Luca Cattaneo

Maurizio Padovan ha ravvivato poi il pubblico suonando "Era una notte che pioveva", melodia alpina di quegli anni, prima di cedere il passo a una polka e alle canzoni che l'esercito americano porta con sé quando nel 1917 entra anche lui tra le forze mondiali coinvolte nella guerra. La musica portava sollievo e spensieratezza in giorni di guerra e sangue, e le melodie statunitensi aggiungono un pizzico di freschezza con i loro ritmi jazz e blues. Uno dei più grandi soldati-musici americani di quegli anni, che raggiunse poi fama mondiale, fu James Reese Europe. Si arriva infine velocemente alla lettura del bollettino della vittoria da parte del generale Diaz, che annuncia che la Grande Guerra è vinta e gli austroungarici sconfitti. Ma la melodia per eccellenza del primo conflitto mondiale è per gli italiani "La leggenda del Piave", scritta e composta dal napoletano Giovanni Gaeta, passato alla storia con il nome di E. A. Mario, e considerata per alcuni anni l'inno nazionale italiano.

È con le note della celebre marcetta che il violinista Padovan ha congedato il pubblico bulciaghese.
M. Bis.
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