Monticello: durante l'intervento di restauro di Cascina Masè spuntano dai muri...dipinti antichi della tradizione contadina

Chi l'avrebbe detto che dietro ai quei muri si celassero pitture antiche e dalla storia tanto misteriosa quanto affascinante? Quella fatta nelle scorse settimane a Cascina Masè, storica corte con affaccio su Via Bocconi, nel cuore di Monticello, è una scoperta davvero preziosa.

In basso da sinistra l'architetto Angelo Perego e Cristian Gentili dell'impresa che si sta occupando dei
lavori con alcuni dei proprietari di Cascina Masè presenti questa mattina per una visita al cantiere


Impegnati in un intervento volto al restauro conservativo dell'immobile (in particolare di facciate, pavimenti e loggiati), gli addetti dell'impresa calolziese che si stanno occupando dei lavori hanno rinvenuto dei dipinti sbiaditi dal trascorrere degli anni, che negli scorsi decenni erano stati coperti da densi strati di pittura che li avevano quasi del tutto celati alla vista.

La cascina vista dal cortile interno

Una scoperta a dire la verità, non del tutto inaspettata. La Soprintendenza, una volta ricevuta la pratica presentata dall'architetto Angelo Perego - progettista e direttore dei lavori - aveva infatti indicato tutta una serie di prescrizioni da osservare durante il cantiere, in considerazione proprio della storicità dell'immobile. I rinvenimenti artistici dunque, hanno confermato il valore di una delle più belle cascine monticellesi, il cui impianto è quello tipico delle corti agricole dell'Ottocento. Non è casuale a questo proposito il nome Cascina Masè, che rimanda di certo alla parola ''masseria'' con la quale si indica un luogo deputato al lavoro agricolo.

''L'intero territorio di Monticello è sottoposto ad un vincolo paesaggistico e proprio per questa ragione, prima di dare il via all'intervento, abbiamo presentato come da prassi una pratica agli uffici comunali, poi inviata in Soprintendenza a Milano'' ci ha spiegato l'architetto Perego. ''Ci sono state fornite indicazioni su materiali e finiture, e dopo la scoperta di questi dipinti, imposta la presenza di un restauratore, già nel frattempo interpellato e che si occuperà di questo delicato e importante intervento''.

Due dei dipinti oggetto dei lavori erano in realtà già visibili e si trovano sotto al portico nell'ala più recente della cascina. Quello a sinistra raffigura il Beato Giobbe e Sant'Ambrogio: il protettore della bachicoltura è rappresentato secondo l'iconografia classica, seduto su un mucchio di letame e con il corpo pieno di piaghe, con in mano una pianta di gelso carica di bozzoli. Il santo invece, tiene la mano destra alzata in atto benedicente e nella sinistra porta la bibbia e il pastorale. L'altra raffigurazione invece, rappresenta un santo che tiene fra le mani la Chiesa: potrebbe trattarsi di San Pietro, ma in merito non vi sono riscontri.

Altri due dipinti - delle iniziali incastrate fra loro e un cartello a indicare Monticello e le località più prossime - sono stati invece rinvenuti all'esterno della cascina e all'ingresso, in corrispondenza di quello che era un vecchio circolino, chiuso ormai da moltissimi anni. Nell'ala più antica dell'edificio invece, è ''spuntata'' l'immagine un poco sbiadita ma molto imponente di una Madonna con Bambino. Una raffigurazione che ha lasciato a bocca aperta tutti: dall'architetto Perego a Cristian Gentili - l'artigiano calolziese che si è occupato dei lavori - sino a Sergio Crippa, che a Cascina Masè è cresciuto e ancora oggi porta avanti la sua attività, di artigiano ma anche di artista.

Memoria storica della corte e grande appassionato di arte, Crippa sta seguendo con grande interesse l'intervento di restauro conservativo delle parti comuni dell'immobile (amministrato da Marco Maggioni ndr), che dovrebbe concludersi entro l'inizio del prossimo anno. Nel frattempo ha già realizzato con le sue mani, scolpendola nella pietra, la targa con il numero civico da posizionare all'esterno una volta terminati i lavori.

Sergio Crippa con il nuovo numero civico scolpito nella pietra

A quel punto sarà organizzata - Covid permettendo - una piccola festa conviviale a sancire la fine di un'opera che ha saputo regalare una scoperta davvero inattesa.
G. C.
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