Bosisio: Gianluigi Nuzzi ospite dei Lions racconta la 'ndrangheta al nord

''Non possiamo che esprimere la nostra più grande soddisfazione: i Lions hanno dato una prova di coraggio del loro agire etico e dello spirito lionistico di vivere al servizio della propria società e della propria comunità''.
Con queste parole il presidente del Lions Club Castello Brianza Laghi, Emilio Panzeri, ha commentato l'incontro con il giornalista Gianluigi Nuzzi, dedicato al tema delicato e importante delle infiltrazioni criminose al nord, che si è tenuto giovedì 18 novembre, incontro organizzato dal Lions Club Castello Brianza Laghi in intermeeting con i Lions Club Val San Martino, Merate, Valsassina, Lecco San Nicolò e Lecco HOST, con il contributo della Banca BCC Valle del Lambro, finalizzato alla raccolta fondi a favore della LCIF - Lions Club International Foundation, e che ha registrato un grande successo di partecipazione, più di un centinaio i presenti.

Gianluigi Nuzzi e Emilio Panzeri dei Lions

Moderato da Giancarlo Ferrario, il racconto del noto giornalista di "Quarto Grado" ha condotto alla ricostruzione delle cause della presenza della ‘ndrangheta al nord, soffermando l'attenzione dell'auditorio sugli elementi chiave per identificare e riconoscere, e di conseguenza per avere una reazione, "la fase predatoria" del territorio, lo stadio collusivo e, soprattutto, il momento dell'osmosi della simbiosi -così definito dallo stesso Nuzzi- , un momento estremamente difficile da individuare perché sotterraneo e silenzioso.
Saperla riconoscere nei suoi giochi di sguardi, nelle sue parole mai pronunciate, nella sua presenza nascosta, nella sua capacità di essere veloce e avanti anche tecnologicamente: l'history case della fenomenologia della ‘ndrangheta al nord, spiegata da Nuzzi, ha analizzato la capillarità del processo malavitoso che si instaura in un territorio, allorquando la fragilità di una impresa,di una famiglia, di una persona da una parte e le debolezze e i vizi di una società dall'altra diventano appetibili per quella che di fatto è la prima azienda italiana, un fatturato stimato (nel 2019) di quasi 60 miliardi di euro, di cui l'80% calcolato nel nord Italia.
Di fronte alla previsione di un rilancio dell'economia e della imprenditoria locale, grazie ai fondi PNRR e dopo la crisi dovuta alla pandemia, la serata ha voluto essere una sorta di corso di informazione e formazione a tutti coloro che nel proprio quotidiano tengono una posizione forte e resiliente di fronte alla minaccia criminosa: magistrati, forze dell'ordine, amministratori locali, imprenditori, avvocati e commercialisti, giornalisti. Affinché le vicende passate possano costituire una sorta di discovery che aiuti associazioni di categoria e ordini professionali a prevenire situazioni critiche e pericolose.
Perché "quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili", come scrisse il "giudice ragazzino" Rosario Livatino.
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