Casatenovo: inaugurate due panchine nel ricordo delle vittime di violenza e di Regeni

A Casatenovo qualcuno aveva sicuramente già notato due panchine colorate - una gialla e una rossa - poste vicino alla scuola media di via San Giacomo. Nella giornata di ieri, domenica 28 novembre, i due oggetti dell'arredo urbano sono stati inaugurati con un evento molto semplice ma altrettanto carico di significato.

I rappresentanti dell'amministrazione comunale insieme ai ragazzi che hanno partecipato al progetto

La sistemazione delle panchine - a cui è stato cambiato il volto - risale alla scorsa estate, grazie ad un progetto che ha visto protagonisti i ragazzi di Util'Estate e che ha coinvolto le associazioni e cooperative Piazza L'idea, La Grande Casa, Drop-In e l'impresa sociale Con i Bambini in collaborazione con il Comune di Casatenovo. Sono stati infatti proprio i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto durante l'estate - tra i vari lavori di mantenimento e restyling che hanno interessato varie aree casatesi - colorarle.

All'inaugurazione di ieri era presente una buona rappresentanza comunale con assessori e consiglieri - di minoranza e maggioranza - la Pro Loco, i ragazzi di Util'Estate, il sindaco e la giunta dei ragazzi delle scuole medie e, non da ultima, l'associazione Cambia...Menti.

Ad esordire è stato Gaetano Caldirola, assessore ai servizi sociali e all'istruzione, il quale ha spiegato che i ragazzi delle scuole già stanno usando queste panchine, ma che con l'inaugurazione si riempie di significato il progetto e il loro utilizzo. Caldirola ha sottolineato che sulle panchine i ragazzi parlano, si raccontano e che, anche se diverse nel colore, trovano intenti comuni. "Parliamo della libertà che è mancata a Giulio Regeni e di quella che manca alle donne, le quali spesso sono in gabbia. La verità per Giulio Regeni si continua a cercare, vogliamo richiamare una voce forte per far sì che questa mancanza di libertà non si ripeta. Questa verità è la stessa poi che coinvolge tante donne! Donne che in una prima fase spesso fanno fatica ad ammettere la verità e quando riescono a farlo capita che non ricevano il supporto adatto" ha evidenziato Caldirola, concludendo il suo discorso invitando ognuno a dare un proprio valore e significato a queste panchine.

A seguire è poi intervenuta Meri Sanvito per l'associazione Cambia...Menti. La volontaria ha prima espresso il suo grazie a tutti coloro che hanno collaborato al progetto, soprattutto ai ragazzi. È stata poi ricordata in breve la drammatica storia di Giulio Regeni che aveva scelto la cultura come strumento con cui operare solidarietà e giustizia sociale. La madre del giovane studente aveva riconosciuto il suo cadavere dalla punta del naso e in quell'occasione aveva detto che in quel corpo martoriato aveva visto tutto il male del mondo. I genitori, così come il popolo italiano, ancora non hanno giustizia e la ricerca, che non si arresta, è difficile e complicata, tanto che Sanvito ha sottolineato di come cinque persone in Egitto siano state assassinate e altre incarcerate per coprire il misfatto. Questa panchina, quindi, ha l'intento di ricordare tutte quelle persone che, nel mondo, hanno trovato morte per qualsiasi buona causa culturale, religiosa. Sanvito ha quindi ricordato anche Patrik Zaki, ancora incarcerato in Egitto, prima di leggere un messaggio che Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, hanno scritto appositamente per questa inaugurazione.


"Buongiorno,
siamo Paola e Claudio i genitori di Giulio Regeni, con piacere abbiamo appreso che domenica 28 novembre 2021, verrà inaugurata nel Vostro Comune una panchina gialla, per ricordare Giulio e tutti i Giuli che nel mondo hanno subito torture e trovato la morte. Giulio era un giovane che cercava di vivere con coerenza i suoi valori, implementandoli anche con la sua ricerca accademica, credeva molto in quello che faceva. In questo doloroso cammino che stiamo facendo ormai da quasi sei lunghi anni, abbiamo compreso quanto sia importante avere al nostro fianco, iniziative di solidarietà, che ci accompagnino ed illuminino la ricerca di verità e giustizia processuale. Tante panchine gialle vengono posizionate in ricordo di Giulio, come un segno tangibile di chi ha scelto di stare dalla parte di chi, con noi ed il popolo giallo, chiede a gran voce, verità e giustizia! Un'azione concreta, un segno di quella che chiamiamo memoria attiva per Giulio e verso il rispetto dei diritti umani. Sappiamo che nel Vostro Comune avete un Consiglio Comunale dei ragazzi, c'è anche a Fiumicello, noi lo chiamiamo Governo dei Giovani e sia Giulio che sua
sorella hanno fatto questa bellissima esperienza di partecipazione. Nel 2007 il GDG ha fatto per il decennale delle interviste agli ex sindaci e Giulio, aveva risposto così, ad una domanda:
Quanti anni hai? Cosa fai adesso?
Adesso ho 19 anni e sono alle prese con l'ultimo anno delle scuole Superiori.
Che cos'è per te la libertà?
La possibilità di esprimere te stesso a livello intellettuale all'interno di un sistema sociale capace di supportarti nelle tue scelte. Dopo queste parole di Giulio inviamo un saluto speciale a tutti i ragazzi del Consiglio Comunale dei ragazzi presenti.
Grazie ancora, attendiamo le foto della panchina.
Con affetto,


Paola e Claudio Regeni

A quel punto due giovani volontari di Util'Estate e due della delegazione della giunta dei ragazzi hanno scoperto la panchina gialla, la quale presenta una targa con il nome di Giulio Regeni e una breve frase in suo ricordo.
Ha preso poi la parola Francesco Sironi, consigliere comunale con delega alla pace e cooperazione, il quale ha letto un messaggio postato in rete da Manuel Tropenscovino in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.

Al microfono l'assessore Gaetano Caldirola

Meri Sanvito

"Ricordo l'8 marzo di quest'anno, verso sera, rientrando a casa. File più o meno composte di signori/ragazzi che si apprestavano a comprare una mimosa per una ricorrenza che conosciamo tutti. Quelle immagini penso rappresentino bene tutta l'ipocrisia di noi uomini su una questione profonda come è quella femminile, ancora di più di tutto quello che sta attorno alla violenza.
Siamo più impegnati, troppo spesso, a compiacere piuttosto che rispettare, pensando che un "regalo" sia l'unico gesto possibile nei confronti di una donna. Probabilmente è solo il risultato di un tentativo di assolvimento da tanti gesti negativi. Perché poi tanto lo abbiamo pensato tutti che qualcuna fosse una "poco di buono", perché troppi pensano che oltre le relazioni stabili, la donna sia "qualcosa" da usare. E quanti pensano ancora che la sessualità sia un pregio solo per noi uomini e un peccato, una vergogna per le donne. E altre schifezze varie che vediamo e conosciamo purtroppo tutti. È da qui che parte ogni tentativo di giustificare la violenza. Una pandemia silenziosa che parla di 89 vittime di violenza di genere al giorno in Italia, 45% di reati in più legati al revenge porn. 103 donne uccise da inizio anno, il 40% degli omicidi. Ma il crimine più grande rimane l'indifferenza, praticata da tutti, soprattutto da quelli che si sentono esentati perché non avrebbero "mai mosso un dito contro una donna".
Questa lotta, assieme a tante altre, va fatta insieme il 25 novembre, si, ma 365 giorni all'anno. Dal linguaggio ad ogni singolo gesto e si parte sempre da un luogo: la scuola".

Il consigliere Francesco Sironi

E' stata quindi la volta di scoprire anche la panchina rossa, anch'essa riportante una targa che ricorda ''tutte le donne vittime di violenza" e una frase d'accompagnamento.
A concludere l'inaugurazione, le parole del vice sindaco Marta Comi che ha ringraziato tutti i presenti per la partecipazione a un momento sì molto semplice, ma che ha voluto essere ricco di significato. L'amministratrice ha ribadito quindi il motivo per cui le panchine sono state inaugurate insieme e sottolineato che i problemi non sono solo della famiglia di Giulio o delle donne, ma di tutti noi.

Marta Comi, assessore e vicesindaco

"Impegnandoci, a partire dal piccolo, riusciamo a creare una comunità che può influenzare piano piano sempre più persone" ha detto Comi, che ha concluso con un ricordo di Graziella Fumagalli, conosciuto medico volontario cattolico casatese ucciso in Somalia nel 1995: "Quando le chiedevano: perché vai ad aiutare gli altri?, lei rispondeva: perché è compito mio!''. Un insegnamento prezioso per tutti.

A.V.
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