Barzanò: gli auguri di Natale inviati da civili o soldati in guerra nella collezione di Arturo Morati

Nella maggior parte dei casi sono poche righe soltanto, scritte probabilmente alla svelta approfittando degli scarsi momenti a disposizione. Ma in quelle parole, messe insieme in tutta fretta, c'è la carica emotiva di chi, forzatamente lontano dai suoi cari, vuole indirizzare loro un saluto colmo di affetto, oltre agli auguri di Natale.

Arturo Morati con il libro dato alle stampe nei mesi scorsi

E' davvero ricca la collezione di cartoline - militari e civili - di Arturo Morati, docente presso la scuola secondaria di primo grado di Barzanò, ma soprattutto collezionista e appassionato di storia. In occasione delle imminenti festività l'insegnante originario della provincia di Salerno ma in Brianza da oltre trent'anni, ha voluto condividere con noi i suoi raccoglitori pieni zeppi di antiche corrispondenze inviate a qualche giorno dal Natale. Innanzitutto quelle scritte dai nostri militari impegnati al fronte e destinate alle loro famiglie; lettere o cartoline datate inizio Novecento, sino alle più recenti spedite dalle missioni di pace in ex Jugoslavia, Libano e Afghanistan.

Una collezione fatta di migliaia di pezzi, l'uno diverso dall'altro. Così affascinanti e capaci di catapultarti - in un battito di ciglia - in un'epoca lontana e difficile, fatta di miseria e sofferenza. Situazioni al limite dello stremo, che spesso però gli stessi protagonisti di quelle battaglie combattute a centinaia di chilometri da casa, nascondevano ai loro familiari. Nelle lettere, nella maggior parte dei casi di poche righe, ringraziavano per l'affetto o i doni ricevuti a distanza e chiedevano continuamente rassicurazioni sulle condizioni di salute sui loro cari in patria.

Troviamo la lettera scritta ai suoi familiari da un soldato italiano genovese prigioniero in un lager, quella di un altro appartenente alla divisione Acqui, trucidata a Cefalonia. E poi una cartolina risalente al concilio vaticano II, all'epoca dei Martinitt, oltre agli auguri di Natale inviati dai civili tramite lettere o cartoline. Morati è riuscito a raccogliere parecchio materiale girando fra i mercatini dei collezionisti o acquistandolo su Ebay.

Parte di questa collezione l'insegnante l'ha racchiusa in un libro dato alle stampe nei mesi scorsi, dedicato alle corrispondenze dei soldati italiani impegnati nella campagna di Russia. In quest'opera editoriale, particolarmente apprezzata, il barzanese ha inserito il contenuto di franchigie e cartoline datate 1941 e 1942, inviate a mogli, genitori e anche a qualche sacerdote in occasione del Natale. Una festa che tradizionalmente viene passata in famiglia, sinonimo di calore e di unità, ma non per questi ragazzi che, poco più che ventenni, erano costretti a stare lontano dai loro cari, combattendo a temperature molto rigide, con divise spesso inadeguate, in condizioni igieniche scarse e con poco cibo a disposizione. Ragazzi e uomini costretti ad arruolarsi, ma anche volontari che alla guerra hanno preso parte in maniera consapevole, con il solo scopo di servire la Patria.

Testimonianze dall'intero stivale: da nord a sud. Morati nel volume cita - fra gli altri - don Carlo Gnocchi, ma anche Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli e Peppino Prisco, personaggi divenuti celebri con il trascorrere del tempo ma soprattutto testimoni in prima persona delle atrocità del secondo conflitto bellico, che ha strappato alla vita tanti giovani figli, in taluni casi già padri di famiglia.
Un libro il cui ricavato sarà devoluto al comitato Maria Letizia Verga a favore della cura delle leucemie infantili, acquistabile anche in questi giorni da Peregolibri a Barzanò, oppure sui circuti internet.
G. C.
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