Casatenovo: i presepi di Alberico ricavati dal legno di robinia esposti in Colombina

Dopo un allestimento cominciato nei giorni scorsi, si sono aperte giovedì 23 dicembre le porte della mostra di sculture e presepi di Antonio "Alberico" Fumagalli, l'artista originario di Valaperta che da anni realizza affascinanti creazioni con il legno di robinia.



Aperta al pubblico fino al 6 di gennaio (escludendo il giorno di Natale) dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18 il 23, 24 e 26, e dalle 14.30 alle 18 tutti gli altri giorni, la mostra è stata realizzata in collaborazione con le associazioni "La Colombina" - dove si tiene l'esposizione - e "Sentieri e Cascine", capitanata da Francesco Biffi.



Sarà proprio alla Vecchia Quercia, il C.S.E. attualmente attivo presso la Colombina: la grande sensibilità sociale di Alberico, in realtà, ha sempre permesso che il ricavato delle sue numerose e significative mostre sia sempre stato interamente destinato a iniziative di solidarietà. In esposizione, il marchio dell'artista: numerose sculture in legno di robinia, realizzate recentemente o tempo fa, che raffigurano presepi e figure astratte, che ricalcano l'anima del legno utilizzato come base materiale.



"Ho sempre fatto mostre in giro, sono stato a Monza e a Bresso per esempio, ma ho sempre voluto farne una sul mio territorio. Ce n'è stata una l'anno scorso a Villa Mariani, ma poi con il lockdown e il Covid siamo stati costretti a sospenderla, e dopo non si ha più ripreso e non si è più fatto nulla. Così quest'anno abbiamo deciso di proporne una nuova: l'ho proposta a un po' di luoghi e tramite Biffi siamo riusciti a farlo qui alla Colombina" ha spiegato l'artista in merito alla nascita dell'esposizione. "Il ricavato poi andrà proprio alla Vecchia Quercia: probabilmente avranno bisogno di comprare libri, un sanificatore per ambienti.. insomma, questi soldi andranno a sostenere le spese che dovranno affrontare''.


 
Come spiega un volantino realizzato proprio in collaborazione con le due associazioni, fino a un secolo fa i nostri boschi erano coperti prevalentemente da alberi ad alto fusto: querce, roveri, castagni, faggi, platani, carpini, pioppi, salici e betulle sono solo alcuni degli arbusti che popolavano il territorio. Ma subito dopo la prima guerra mondiale, a seguito delle proteste per la fame e la miseria, i grandi proprietari terrieri, dietro relativo compenso, cedettero gradatamente boschi e terreni ai loro poveri contadini, che tagliarono gran parte dei grandi alberi per costruire o sistemare le loro povere case, le stalle e i cascinotti.



Così nei nostri boschi ebbe rapida diffusione e veloce crescita la robinia, che diede - e ancora dà - ottima legna da ardere, riscaldando intere generazioni, preservando il territorio dalle erosioni, offrendoci aria pura e diretto rapporto con la natura. La robinia fa parte del "bosco ceduo", cioè di quegli alberi che pur tagliati a terra emettono nuovi polloni, ovvero nuovi germogli che formano nuovi fusti e quindi nuova legna da ardere, ma la radice rimane sempre la stessa e mentre i fusti della robinia si rinnovano, la radice si amplia, invecchia, si solidifica e diventa molto dura e resistente, fino a non produrre nuova vita.



La robinia, che può superare i 20m di altezza, ha fusto eretto, tondo, rugoso, di colore grigio, con spine lunghe e pungenti, soprattutto quando è giovane e ha una chioma ampia e leggera con foglie piccole. Agli inizi di maggio la robinia emette le sue bianche e profumate infiorescenze a grappolo, da cui le api traggono un miele molto pregiato, chiamato miele d'acacia.



Già presente in diverse mostre sul territorio lombardo, come a Bresso e a Monza, nonché a Villa Mariani di Casatenovo, "Alberico" è uno dei pochissimi scultori che modellano proprio questo "legno povero" della robinia: con la passione che ha coltivato sin da giovane e con paziente e abile mano di artista, modella le sue originali sculture.



Cerca i ceppi e le radici di robinia che hanno esaurito la loro lunga vita nei boschi intorno a Valaperta, dove - appunto - abita, fino a raggiungere la loro anima e, con esperienza e abile maestria, asseconda le insite configurazioni e ne fa risaltare la sorprendente bellezza. Come il picchio scava con laboriosità e ingegno nei vecchi tronchi per allevare la sua nidiata negli incavi che ha adattato e predisposto, così Antonio ridà nuova vita e risalto all'anima nascosta di questo legno centenario.



Oltre che per la realizzazione della mostra, però, quest'anno Alberico è stato impegnato - ed è tutt'ora - anche in un'altra attività, ovvero la seconda edizione del corso extrascolastico di scultura e lavorazione del legno di robinia proposto alla scuola media Gaetana Agnesi di Casatenovo. Sulla scia del successo ottenuto l'anno precedente, infatti, quest'anno sono ben 48 i ragazzi che si sono iscritti alle attività proposte in collaborazione con la Prof. di Storia dell'Arte dell'istituto Cristina Petringa, divisi in tre gruppi a loro volta suddivisi in sezioni più piccole ma talmente affezionati al lavoro da richiedere di prolungare il periodo.



"I ragazzi del primo gruppo hanno appena finito, ma vogliono andare avanti a tutti i costi. Pensa che un ragazzo l'ultimo giorno mi ha chiesto se l'anno prossimo ci sarò ancora, perché vuole trasmettere anche alla sorellastra, che inizierà le medie nel 2022, l'esperienza che ha fatto con me e con la mia attività" ha spiegato compiaciuto lo scultore. "Non vogliono mai finire, mi propongono di stare anche oltre l'orario di fine corso, ma purtroppo non si può. È una soddisfazione indescrivibile".



Rispetto all'anno scorso, però, dove ogni partecipante lavorava la propria radice, quest'anno il progetto è cambiato: si tratta infatti ora di una radice comune, più grande, alla quale si mette mano insieme, a gruppi di cinque. "Volevamo fare qualcosa di diverso, anche se all'inizio avevamo paura che non potesse funzionare. Invece in realtà lavorano davvero senza problemi: socializzano, parlano, non litigano, e quasi non ti accorgi neanche di averli. Per quello alla fine riusciamo a far andare avanti con il secondo anche il primo gruppo che vuole continuare, tanto, averne 15 o averne 25, bravi e dediti come sono, è indifferente, e il preside è d'accordo" ha aggiunto Antonio Fumagalli.



E oltre a quella di lavoro, da parte dei ragazzi c'è autonomia anche nella scelta del soggetto da rappresentare. "Queste sculture molto probabilmente andranno poi esposte. Immagino che una andrà alla scuola, poi se tutto va bene un'altra dovrebbe andare al Comune, e siccome quest'ultimo voleva abbinarlo a un memoriale di Falcone, i ragazzi hanno deciso di rappresentare i "bracci della mafia", opere particolarmente intricate che rappresentano appunto questa triste realtà" ha spiegato lo scultore in riferimento anche alla destinazione delle creazioni. "Io di solito aggiusto, o magari rifinisco con strumenti che loro non possono usare tipo il flessibile, ma la maggior parte del lavoro la fanno loro''.



Le opere in esposizione alla mostra, invece, sono state tutte realizzate da Alberico, che rimane tutt'ora artista indipendente. Uomo dalla grande creatività e ispirazione sociale, se il ricavato andrà in beneficenza alla coop. La Vecchia Quercia, la mostra è invece realizzata in memoria di Claudia Beretta Cereda, sincera amica dell'autore ora scomparsa. "Lei era una persona che faceva molto del bene. È da quando ho iniziato che lo faccio in suo ricordo: l'ho sempre ricordata e la ricorderò sempre''.
Giulia Guddemi
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